BROLO & CEFALU’ – Comuni al dissesto?
Dal Palazzo

BROLO & CEFALU’ – Comuni al dissesto?

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Leggendo, il relazione a quanto sta accadendo nel comune madonita,  l’articolo pubblicato su http://www.madoniepress.it/

Come dice il detto antico “tutti i nodi vengono al pettine”.

Così il Comune di Cefalù deve arrendersi alle conseguenze di lunghi anni di mala gestione.

Già nel 2011 la Corte dei Conti aveva evidenziato i conti in rosso del municipio, quando, in sede di esame della relazione – questionario sul rendiconto 2010, riscontrava la sussistenza di gravi irregolarità contabili e gestionali.

L’analisi di quel rendiconto appariva più che altro un bollettino di guerra: presenza di rilevanti e reiterati squilibri di gestione per finanziare la spesa corrente, con inevitabili riflessi negativi sulle disponibilità di cassa.

Scarsa capacità di riscossione delle entrate correnti.

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Mantenimento nel conto di bilancio di residui attivi insussistenti o di dubbia esigibilità che, a loro volta venivano fittiziamente utilizzati allo scopo di finanziare spese reali, con l’inevitabile conseguenza di determinare la crisi di liquidità dell’Ente, otre ad un aumento del tasso di indebitamento.

La crisi di liquidità a sua volta induceva l’Ente a fare ininterrottamente ricorso, già a partire dall’esercizio 2004, all’anticipazione di tesoreria destinata a rimanere.

A fare da cornice ad un quadro di per se drammatico si aggiunge la massiccia mole dei debiti fuori bilancio a cui, nel corso degli anni, si è fatto allegramente ricorso: più di 12 milioni di euro, somma verosimilmente destinata ad aumentare per effetto della maturazione di interessi ed oneri accessori. Ed ancora la presenza di reiterate esecuzioni forzate sul patrimonio comunale per un importo, riferito all’ultimo triennio, di euro quasi 700 mila euro.

Oltre ai gravi appunti emersi dalla valutazione del rendiconto 2010, la condizione di ente strutturalmente deficitario emergeva anche per l’esercizio 2011. Ciò per effetto del superamento di 6 dei 10 parametri previsti dal Decreto Ministreriale 24 settembre 2009 a conferma della sussistenza dello stato di dissesto dell’Ente ed in particolare della sua condizione di insolvenza.

La mancata approvazione, nel corso del 2013, del piano di riequilibrio pluriennale predisposto dalla giunta e la risoluzione degli accordi di rateizzazione con alcuni creditori hanno fatto il resto. Così oggi il sindaco Rosario Lapunzina ha dato comunicazione del dissesto finanziario diramando la seguente nota:

«Il Sindaco ha partecipato oggi all’udienza convocata dalla Corte dei Conti. In tale contesto, dopo avere relazionato sul piano di riequilibrio, che ha visto nel primo anno il raggiungimento degli obbiettivi prefissati ,considerato con rammarico che le numerose azioni esecutive intentate dai creditori nonchè la revoca di alcune rateizzazioni non consentono di proseguire nell’attuazione del piano, ha depositato la delibera di Giunta del 17 dicembre con la quale l’organo esecutivo ha preso atto dell’esistenza dei presupposti per la dichiarazione del dissesto finanziario avviando la relativa procedura».

A dire il vero, come attestato dai Revisori dei Conti e dalla Corte dei Conti, già nel 2013 si è cominciato a lavorare nella giusta direzione. E’ subito partito l’iter di risanamento utilizzando tutte le risorse disponibili per l’estinzione dei debiti, ma ciò che ha impedito di estinguere i debiti preventivati è stata la mancata approvazione, nel corso dello stesso esercizio, del piano di riequilibrio. A ciò si è aggiunta la pressione dei creditori, infatti il lungo tempo trascorso in assenza di un piano di riequilibrio ha indotto diversi creditori a ritenere risolto, quindi non più valido, l’accordo di rateizzazione concordato con il comune.

Si è cercato di riattivare un dialogo con i creditorima ad oggi solo la ditta Pasqualino Di Marco ha confermato la volontà di mantenere fermi gli accordi siglati con il Comune.

Eppure La Corte dei Conti nel maggio 2014, approvando il Piano di Riequilibrio presentato dal Comune, scriveva “le misure proposte dal Piano e le risorse individuate appaiono sufficienti a coprire le passività rilevate e ad assicurare il graduale riequilibrio strutturale del bilancio”.

Ma con l’approvazione del Piano di Riequilibrio, da parte della Corte dei Conti, è venuto meno il divieto di intraprendere azioni esecutive nei confronti dell’Ente, ai sensi dell’art. 243 quater, comma 5 del D.Lgs 267/2000. A seguito di ciò sono stati notificati al Comune e messi in esecuzione altri decreti ingiuntivi e titoli esecutivi che non erano stati inclusi nel Piano. In data 1° agosto 2014 poi la società “Sorgenti Presidiana” ha notificato al comune di Cefalù copia del lodo arbitrale, già esecutivo, di 2 milioni e 600 mila euro. Successivamente la medesima società ha ritenuto di instaurare il giudizio di ottemperanza innanzi al TAR di Palermo di un lodo arbitrale del 2009, pari ad 1 milione di euro, giudicando risolta la convenzione di rateizzazione che era stata inserita nel Piano di riequilibrio pluriennale
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Questa è la situazione, e per il viocesindaco brolese, che ha anche la delega ai tributi è chiara la similitudine tra quello che è accaduto lì e quanto accade e accadrebbe a Brolo.

Il sindaco di Cefaù Lapunzina ha recentemente dichiarato:

Avviare le procedure per la dichiarazione del dissesto finanziario è un atto di “verità”, che abbiamo voluto assumere perché da sempre operiamo con senso di responsabilità, adottando scelte, non sempre facili, ma comunque prese in modo coscienzioso e consapevole.

Il Comune, al nostro insediamento, era in una situazione disperata.

Tutti lo sanno e chi tenta di negare questa evidenza ben sa di dire il falso.

Nel maggio 2012, avremmo potuto da subito scegliere la via del dissesto finanziario.

Era una strada assai semplice e politicamente conveniente, che si presentava spianata innanzi a a noi.

Saremmo rimasti totalmente fuori dal gioco delle responsabilità nella gestione finanziaria.

Se abbiamo rinunciato a percorrerla, se abbiamo deciso di metterci la faccia, è perché ritenevamo giusto giocare una carta, sfruttare una unica possibilità che la legge ci ha dato: il piano di riequilibrio finanziario decennale.

Oggi, ce lo dicono gli Organi tecnici, quel piano non è più percorribile, perché i creditori hanno ritenuto di non potere aspettare.

E’ nel loro diritto.

Noi ne prendiamo atto, e, pur senza esservi tenuti, diamo la nostra indicazione al Consiglio, unico Organo che ha la facoltà di dichiarare il dissesto, in piena sovranità, non essendo vigente alcuna norma che possa obbligarlo.

Condividiamo la responsabilità di una scelta, che riteniamo comunque, inevitabile. A chi ci accusa di non avere rispettato gli impegni, rispondiamo che non ci siamo certo impegnati a fare miracoli.

Abbiamo fatto ciò che era impossibile fare, risanando le finanze correnti, riducendo la spesa pubblica, e non contraendo debiti, subendo il contestuale taglio dei trasferimenti.

Siamo pronti a sottoporci, assieme agli altri, all’accertamento, che verrà compiuto sui conti, da soggetti terzi.

Non è allegro dichiarare il disseto finanziario.

Ma siamo certi che la Città, alla fine di questo percorso, ne uscirà rafforzata.

E se questo accade a Cefalù, città turistica, secondo polo dell’isola per attrattiva e flussi. a Brolo cosa accadrà.

Che Rosario Lapunzia sia una novella Cassandra?

 

 

20 Dicembre 2014

Autore:

admin


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