Cronaca

11 INDAGATI – Maxi operazione contro frode fiscale: sequestrati beni per 4,6 milioni di euro

Undici persone risultano indagate a seguito delle perquisizioni effettuate nelle province di Catania, Palermo, Trapani, Agrigento, Ragusa, Caltanissetta e Messina.

Un’imponente operazione della Guardia di Finanza ha portato al sequestro di beni per un valore complessivo di 4,6 milioni di euro nell’ambito di un’indagine su reati fiscali e finanziari.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura Distrettuale, ha visto l’intervento dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, supportati dai rispettivi comandi delle altre province siciliane coinvolte. Il provvedimento, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, ha determinato il sequestro preventivo delle quote sociali di sei aziende, oltre a denaro, beni mobili e immobili.

Un sofisticato schema di evasione fiscale

Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – Sezione di Polizia Giudiziaria di Catania, hanno rivelato un articolato sistema di frode fiscale. Secondo quanto emerso, diverse imprese avrebbero operato per la somministrazione illecita di manodopera a beneficio di un’unica società “capofila”, attiva nel settore della logistica, del trasporto su strada e dei corrieri espressi.

L’inchiesta è partita dall’analisi della situazione di alcune aziende di somministrazione di manodopera, che erano state poste in liquidazione a causa di elevati debiti fiscali e previdenziali. Gli accertamenti hanno evidenziato che la società capofila, invece di assumere direttamente i lavoratori necessari per svolgere i propri servizi, avrebbe utilizzato le imprese coinvolte nella frode per esternalizzare la manodopera, aggirando così i costi fiscali e previdenziali.

Un giro di fatture false per oltre 25 milioni di euro

Attraverso questo meccanismo, le aziende coinvolte avrebbero accumulato ingenti debiti erariali e previdenziali mai versati, mentre la capofila, beneficiaria delle fatture per operazioni inesistenti, avrebbe ottenuto indebiti crediti IVA e ridotto i costi del personale. In totale, è stato stimato un giro di fatture false per 25,6 milioni di euro nel triennio 2021-2023, un’evasione IVA pari a 4,6 milioni di euro e debiti erariali e previdenziali non saldati per circa 85 milioni di euro.

Le accuse e le misure adottate

L’indagine ha individuato come principale responsabile il rappresentante legale della società capofila, ritenuto anche amministratore di fatto delle undici società create per attuare la frode. A lui si aggiungono altri dieci soggetti, tra cui figure considerate prestanome.

Gli indagati devono rispondere di diversi reati, tra cui bancarotta fraudolenta, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fiscale infedele. Oltre al sequestro dei beni, la Guardia di Finanza ha eseguito perquisizioni presso le sedi legali e operative delle società coinvolte, acquisendo ulteriori elementi utili all’inchiesta.

L’operazione conferma l’impegno delle autorità nel contrasto alle frodi fiscali e ai reati economici, fondamentali per la tutela dell’economia legale e il rispetto delle regole del mercato.

 

Redazione Scomunicando.it

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