Semplicemente e solo 15 anni fa, al solstizio d’estate del 2000 moriva Renato Lo Presti. Son passati 15 anni da quel maledetto 21 giugno ma, in tanti, il ricordo del “camerata”, amico, avvocato, strafottente, Renato rimane sempre vivo.
E gli amici, quelli di sempre, oggi lo ricordano affettuosamente, e su facebook, la sua presenza è palpabile, aleggia tra chi l’ha conosciuto, ne ha condiviso entusiasmi, follie, più o meno lucide, giochi, amori, attivismo politico, ed anche i tanti “momenti no”.
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Renato, il tempo è passato, lo dice il calendario della nostra vita, i luoghi vuoti che vedevano la tua presenza, ma sembra solo ieri, quando la notizia tragica che ci sconvolse, che devastò quella serata, tra le prime di un’estate poi divenuta afosa, solitaria, per tanti, piena di amarezze e rimpianti, d’inquietudine e volgari allusioni.
Il tempo non ha sbiadito il tuo ricordo.
Non ci sarà più con noi quell’uomo, sempre ragazzo, dallo sguardo ironico, dall’umorismo sagace e dalla brillante intelligenza, capaci di slanci d’altruismo e dagli immancabili occhiali da sole che forse celavano quelle “paure” e le insicurezze che non si perdonava.
Quella notte si è fermata , con la vita, la carriera di un giovane professionista, irriverente e capace, saggio, arguto, senza timori, dalla strana strafottenza legionaria, dal sorriso caldo, accogliente, che conosceva l’amicizia, il senso della gerarchia e dell’appartenenza, non solo ideologica, ma quella delle affinità elettive.
Un ragazzo che amava Corto Maltese e Marcuse, Che Guevara e Mussolini, bourbon e pastis, cigarillos e belle donne.
Renato Lo Presti, poteva anche essere difficile da mandar giù, a volte non era simpatico a tanti, forse per i giudizi taglienti, ma mai preconcetti, la spregiudicatezza goliardica che affiorava inopportuna, ma la combinazione esplosiva di determinazione e coerenza, faceva passare tutto in secondo piano e lo rendeva senz’altro un essere speciale.
Degno di stima e rispetto.
Ed a noi piacevi così
Per questo “destra & sinistra” potevano strar al suo tavolo, ospitarlo o esserne ospitati, tranquillamente ascoltando buona musica alla Tartaruga, mangiare funghi e buon pesce a Panarea, o semplicemente scappare a Milazzo per stare in pace davanti ad una buona bottiglia, parlando di politica, di cocenti delusioni e ritrovati affetti giovanili, di viaggi desiderati e mai fatti insieme.
Il tuo grande cuore ti ha tradito.
Quasi uno scherzo macabro del destino.
Che però proprio non riusciamo ancora a perdonare.
Non ci interessa perchè o per cosa, neanche mettere insieme la dinamica temporale dei fatti, nulla ti riporterà tra noi e per noi non è importante sapere cosa facevi, era importante condividere con te il tuo presente, – allora ed il tuo ricordo ora – il tuo essere accogliente per ciascuno di noi, allora come ora.
Ti ricordiamo con la serena rassegnazione con la quale si onorano i caduti, coloro che cavalcano le praterie dell’Ade, aspettandoci.
Ascolteremo allora la “tua” musica, i Pink Floyd, le ballate irlandesi, Buena Vista Social Club, rivedremo – poi – la tua due cavalli divenuta quasi un simbolo trasgressivo di chi aveva fatto della politica un manifesto per dimostrare semplicemente di essere contro tra barricare e giovanili risse.
E’ stato facile volerti bene, non è difficile ricordati, sappiamo che la tua breve vita è stata intensa e che l’hai vissuta come volevi tu, forse anche il cogliere la “bella morte¨ .. ed è stato come tu avresti voluto.
Speriamo solo d’essere stati – noi – dei buoni amici.
Lottiamo ancor oggi contro chi ha pensieri semplicistici su di te, contro chi ha profuso lacrime d’interesse, chi ha speculato, l’unico nostro intento quello di proteggere dalla contaminazione, dalla volgarità , dal degrado della parola postuma, la tua grande anima.
Con tenerezza ti pensiamo anche adesso.
Che la luce ti illumini, come spetta ai guerrieri.
Che questa sia così intensa da tenere ancora tutti insieme come un tempo, coloro i quali hanno avuto il grande privilegio di condividere con te spazio, tempo e fatti.
msm