Brolo celebra oggi Santa Rita, protettrice dei reduci e simbolo della fede popolare
Oggi nella Chiesa Madre di Brolo la benedizione delle rose
Il 22 maggio si celebra Santa Rita da Cascia, una delle sante più amate in Italia, invocata come patrona dei casi impossibili, delle cause perse, delle donne maltrattate e dei coniugi in difficoltà.
Un culto che unisce spiritualità e devozione popolare, fortemente radicato anche a Brolo, dove la Santa è legata in modo particolare alla memoria dei reduci di guerra.
La “Santa dei Reduci” a Brolo
A Brolo, la festa di Santa Rita non è solo una ricorrenza religiosa, ma assume un significato profondo e identitario. La statua della Santa fu voluta e donata dai reduci della Seconda Guerra Mondiale, uomini che, durante i lunghi anni al fronte — nei Balcani, in Russia, in Africa — si erano affidati alla sua protezione nella speranza di fare ritorno a casa.
A partire dagli anni ’50, il culto di Santa Rita crebbe anche nella cittadina tirrenica, con novene, processioni, vestizioni votive e la distribuzione delle rose benedette, simbolo della Santa. Donne e bambini, per grazia ricevuta o per fede, indossavano l’abito di Santa Rita come voto, contribuendo a rendere la festa un momento di forte coesione comunitaria e spirituale. In quel tempo c’erano anche i classici nove giorni per prepararsi alla festa del 22 maggio.
Una lapide a memoria dei reduci
Ai piedi della statua di Santa Rita, è stata apposta una lapide commemorativa con i nomi di quei soldati che si affidarono alla Santa e tornarono. Una generazione che ha combattuto, sofferto, sperato, e trovato conforto nella fede. Importante rammentarli:Antonino Scaffidi Militone, del brigadiere Carmelo Marino, dei graduati, tra caporali, artiglieri, e soldati di Antonino Ricciardello, Antonino Sapienza, Francesco Scaffidi, Antonino Buttà, Nunzio Lavena, Natale Cipriano, Antonino Catania, Antonino Vizzari, Antonino Maniaci, Salvatore Gentile, Vincenzo Calderaro, Giovanni Scaffidi Mangialardo, Antonino Ricciardello, Francesco Calderaro, Michele Dimunnu, Salvatore Toscano, Salvatore Cardaci, Basilio Caruso, Vittorio Fabbiano, Cono Merenda, Carmelo Giuffrè, Gaetano Mancuso, Rosario Ricciardello, Salvatore Gasparo, Cono Bonina, Francesco Rifici, Teodoro Lo Biondo, Pietro Insana, Pietro Laccoto e Basilio Agnello
Ma tornando ai militari brolesi, qui rappresentati da una foto simbolo, quella di Don Santo Briguglio, e la sua medaglia, posta sul suo petto da padre Nino Lo Presti, possiamo citare anche chi non tornò mai a casa, come Carmelo Giuffrè, “ucciso dalla mitraglia”. Lui, non morì sui monti di Trento, come cantava De Andrè, ma sulle spianate di Monte Rosso Almo, nel luglio del 43. Aveva 31 anni, era un soldato del regio esercito. E tra qui brolesi,, come tanti, morti combattendo, decorati, eroi senza fanfare, ricordiamo anche Giuseppe Micalizzi – classe 1909 – deceduto nel 1944 e rimasto ad Amburgo, sepolto nel cimitero militare italiano d’onore (riquadro 5 fila n. tomba 15) e Giuseppe Mirenda, morto sul fronte russo, al quale venne dedicata una piazza.”
Tornando alla “Statua” Il sottotenente Saro Scaffidi Militone, poi insignito di una croce di guerra e della medaglia al valor militare per quanto fatto al fronte, in Africa orientale con gli altri reduci si fece carico di farla “arrivare” a Brolo, in segno di memoria e riconoscenza, ed ogni anno ne organizzava la processione.
Tra gli “eroi” brolesi da segnalare l’onorificenza spettata a Giuseppe Baudo, altro decorato di guerra – una medaglia d’argento ed una via per ricordarlo – come avvenne per un altro sottotenente, Giuseppe Mirenda, morto da eroe sul fronte Russo (anche se molti dicono che sia morto in un campo di concentramento russo, dove, ferito, venne deportato) al quale venne dedicata l’attuale piazza che porta il suo nome, una volta piazza Nasi; e il “sergente” Raffaele Addamo che perse anche una gamba.
I caduti e gli eroi dimenticati
Brolo, come tanti piccoli comuni italiani, ha pagato un prezzo altissimo alla guerra. La memoria di questi uomini è stata in parte salvata grazie all’iniziativa dell’amministrazione comunale guidata da Basilio Germanà, che volle il monumento ai Caduti del mare, affiancando i nomi dei soldati a quelli dei marinai persi durante il conflitto.
Una spiritualità che unisce
Nel tempo, la devozione per Santa Rita ha continuato a legare passato e presente, raccogliendo attorno a sé una comunità che ancora oggi partecipa con emozione alle celebrazioni. Le processioni, le preghiere, i canti e gli spari pirotecnici non sono solo folclore, ma espressione autentica della spiritualità collettiva, dove fede, cultura e storia si intrecciano.
E così, ogni 22 maggio, Brolo torna a stringersi idealmente intorno a Santa Rita, non solo per onorare una figura sacra, ma per ricordare i sacrifici dei propri figli, per trasmettere alle nuove generazioni il valore della memoria e della pace, e per rinnovare quella fede che seppe dare speranza anche nei momenti più bui.
Ultima nota il “giallo” dell’attuale Statua.
Questa sostituì negli anni ottanta quella originaria, devastata dai tarli, ma quando giunse in chiesa la nuova restò sempre il dubbio che rappresentasse la Santa, soprattutto per via del colore del suo abito.
Nessuno approfondì se davvero l’artigiana che la realizzò fu autore di un incolpevole sbaglio. Venne subito accolta della fede e dall’abbraccio dei brolesi, e restò lì… la Santa dei Reduci.
Sabato prossimo durante la processione giubilare, a Brolo ci sarà una postazione dedicata a Santa. Rita e sarà fatta memoria dei Reduci.