E’ stata la seconda relazione ascoltata durante i lavori di domenica scorsa. Da un addetto ai lavori, un professionista attento ed impegnato. L’ingegnere Ottavio Cipriano non fa sconti a nessuno: “La rinascita del centro storico può avvenire solo se i privati investono, rischiano i propri soldi e quindi hanno un interesse preciso perché i loro investimenti riescano e diano frutto”. Ecco la sua analisi.
Si torna a parlare del Centro Storico, argomento che è stato a più riprese trattato dalle varie amministrazioni che si sono succedute negli ultimi vent’anni. Se ne trova traccia in tutti i programmi elettorali che i vari candidati a sindaco hanno esposto ai cittadini nelle varie campagne elettorali.
Ma lo stato dell’arte è che il Nostro Centro Storico sta morendo.
Molti dei fabbricati che lo compongono sono fatiscenti e/o in pericolo di crollo creando situazioni di serio pericolo per la pubblica incolumità per non parlare di alcune situazioni di degrado che oltraggiano la bellezza dei luoghi oltre a creare un serio pericolo dal punto di vista igienico sanitario.
Se non si interviene in qualche modo assisteremo, con infinita tristezza, ad un lento ma inesorabile crollo di un pezzo della nostra STORIA.
Mi voglio limitare, a dare un modesto contributo al dibattito, che spero sia produttivo, impegnativo e lungimirante.
Il nostro centro storico, a mio modo di vedere, ha grandi capacità di generare sviluppo.
Sociale, Culturale e anche Economico.
Ma perché ciò accada occorre che torni a vivere, che si rianimano le sue vie, le piccole piazzette, i suoi giardini.
Un turista che venga accolto, non dal singolo proprietario dell’alloggio, ma dall’intero borgo.
La rinascita del centro storico può avvenire solo se i privati investono, rischiano i propri soldi e quindi hanno un interesse preciso perché i loro investimenti riescano e diano frutto.
Ma allo stato è complicato, per chi ne avesse volontà, investire nel centro storico per avviare un’attività, in quanto molti degli immobili abbandonati o fatiscenti sono ancora intestati a più soggetti molti dei quali defunti senza passaggi di successione e con figli residenti all’estero.
Diventa praticamente impossibile acquisire questi beni.
Una amministrazione che intende affrontare con impegno e vero interesse l’argomento potrebbe:
Invitare i proprietari ha provvedere a metterli in sicurezza dando loro un scadenza e, in caso di non ottemperanza comunicare che intende avviare un campagna di acquisizione di questi beni;
Espropriare questi beni e liquidare i proprietari ad un prezzo congruo;
Mettere in vendita a dei privati che ne facessero richiesta i beni espropriati a condizione che si impegnino a realizzare i lavori di recupero, imponendo loro prescrizioni e criteri sulle tipologie di materiali da utilizzare, sulle finiture e le coloriture.
Per far questo occorrerebbe:
creare un ufficio comunale dedicato per dare risposte certe, veloci, che crei una corsia privilegiata tra gli investitori e i vari enti (UTC, USL, SOPRINTENDENZA) ecc..
creare un sito specifico dove chiunque voglia investire trovi tutte le informazioni utili.
Quanto scritto non è la soluzione ma può rappresentare un argomento di discussione da emendare, ampliare, riscrivere totalmente o cestinare.
Nel ringraziarvi per l’attenzione che mi avete prestato porgo i miei più cordiali saluti e mi permetto di ricordarvi che …….”La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.” ………
Buon lavoro.
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