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A BROLO, “Un Patto per il Futuro” 7 – Prezioso l’intervento di Simone Gabriele Paratore

 

 

L’ultimo intervento, dei relatori, presenti al Forum di Brolo “Un patto per  il Futuro” svoltosi domenica scorsa è satto quello dell’analista, docente presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Messina, dove insegna tecnica del turismo, Simone Gabriele Paratore.

Eccolo.


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Premetto che questo mio scritto non vuol essere una relazione ma un dialogo arricchito di inserti tecnici.

Oggi Domenica 16 giugno 2013, ore 16,30 mi piace iniziare cosi, un caldo pomeriggio con un sole stupendo, attraverso la costa Tirrena che da Messina va verso Brolo (A20).

Pur guidando non posso esimermi di volgere lo sguardo su questa maestosa costa.

Forti tinte di azzurro del mare si fondono con il verde delle colline, un paesaggio sublime, ora con piccole pianure tra il mare e le colline, ora con promontori a strapiombo sul mare, dove una schiuma soffice e bianca segue le sinuosità e le tortuosità della terra che con dolcezza bacia il mare.

Scorgo in lontananza l’ampio Golfo di Milazzo e il suo Capo.

Bello pensare che forse fu qui che Ulisse naufrago e incontrò il mitico ciclope ed è forse questa la terra dove, secondo la descrizione omerica, pascolavano gli armenti del Dio Sole.

Neanche il tempo di assaporare questa trasposizione temporale, che dinanzi appare il promontorio del Tindarys, ove imponente sorge il Santuario del Tindari, che custodisce la Statua della Madonna Nera, scolpita in legno di cedro e giunta fino a noi dall’Oriente.

Come lo scorrere veloce di immagini, vedo un bambino tenuto per mano dalla nonna che gli mostra i laghetti e racconta il miracola della bimba caduta nel mare. 

La luce artificiale della lunga galleria del Tindari, interrompe bruscamente lo scorrere dei miei ricordi.

Allo stesso modo la luce riappare e verso il mare le Eolie si possono toccare con un dito, qui di casa sta Eolo il dio dei venti, che incessante ora li accarezza, ora li sferza incessante.

In questo splendido mare Romani e Cartaginesi si diedero battaglia, oggi l’odore dei capperi, lo scuro e inteso odore di zolfo e il bianco delle case con il portico eoliano in un silenzio irreale rotto dalla risacca delle onde

Mi avvicino sempre più alla metà, l’autostrada vira verso la mia sinistra, ancora un lungo buio per trafiggere il ventre di Capo Calavà, per poi uscire e percorre gomito a gomito il torrente di Brolo. 

Ora scorgo sulla rocca il castello, simbolo per eccellenza di Brolum, qui è nato Manfredi figlio di Federico II di Svevia e Bianca Lancia, prima amante e poi sposa ed unica donna a conquistare veramente il cuore di Federico.

Un tempo tutto il borgo viveva intorno alla rocca, oggi il tessuto urbano si sviluppa a ridosso del mare e tra i due torrenti Jannello e Brolo.

La cittadina si presenta con un complesso di edifici molti nuovi ed una viabilità molto scorrevole, con qualche collo di bottiglia causa il sottopassaggio per l’attraversamento della strada ferrata.

La sua estensione territoriale è cosi rappresentata come da figura, ed i suoi confini amministrati sono a nord il mare Tirreno, ad ovest con il territorio del comune di Naso, a sud con il comune di Ficarra ed a est con il territorio comunale di Piraino e di Sant’Angelo di Brolo.

Da una facile osservazione orografica possiamo dedurne che i Brolesi possono scegliere di passeggiare sul loro bellissimo lungomare la cui vista si bea anche del possente scoglio, respirando l’odore del mare in tempesta e rinfrescandosi nel mar Saraceno durante tutta la lunghissima primavera ed estate con picchi di luce oltre le 14 ore giornaliere del mese di luglio, ed una temperatura media annuale tra i 18° e i 20° C, “veramente un mare da amare”.

Se poi aggiungiamo che il prodotto mare, come si può vedere dalla figura, è il prodotto turistico più richiesto dai Tour Operator europei, non possiamo che esserne piacevolmente contenti, in quanto attrattori naturali del sogno dell’uomo europeo medio “bagnarsi nelle calde acque sicule”.

Ed allora scopriamo che il mare non è solo dei siciliani, ma del mondo intero. 

Ma non dimentichiamo che abbiano ancora una scelta, non di sole mare, anche della collina possiamo fregiarci.

Quelli più esigenti e particolari possono decidere di trascorre il periodo estivo, con i suoi picchi di calura di 40° C e avendo le strutture, in contrada Lacco, beneficando di un paio di gradi di differenza e sicuramente di un maggiore ventilazione.

Inoltre, da qui lo sguardo è mozzafiato ed anche la macchina fotografica appesa al collo di quel signore che abita a Berlino, grida sete di scatto e simbolo di un trofeo da appendere al muro per gli amici rimasti lì a prendere il tiepido sole sul battello navigando la Spree.

Che dire poi, quando ci sediamo al tavolo per mangiare, caponata di verdure, antipasti di mare condito con olio di oliva extravergine, l’arancino, la focaccia, pasta alla norma, maccaruni di casa, pesce alla griglia, cannoli, pignolata, gelati, malvasia delle Lipari, vino faro e mi fermo qui per non continuare all’infinito.

Gli attrattori per affermare che Brolo è uno “spazio” con vocazione turistica tutti lo sanno.

Lo sanno gli albergatori, i ristoratori, i commercianti, gli imprenditori, i cittadini e le Istituzioni locali.

Ma lo spazio turistico e la sua naturale vocazione deve essere interpretato giorno dopo giorno dagli uomini che lo abitano.

Lo dobbiamo nutrire amorevolmente come il più piccolo dei nostri figli in difficoltà.

Conosciamo bene le sue debolezze e i suoi punti forza ed attraverso questi dobbiamo superare il grande ostacolo della vita.

Il territorio è come un bambino che va a scuola, si comincia andando in I elementare ed il prossimo anno, se è stato bravo,  va in II elementare, ma con le basi forti ricevute in I e via via sempre così.

Quando arriviamo all’Università pensiamo di essere i più bravi, ma ci siamo dimenticati che non siamo soli al mondo, ci sono gli altri laureati che come noi vogliano lavorare e competere nel mondo del lavoro e magari ci fregano pure il lavoro.

Eppure abbiamo fatto le migliori scuole, come può succedere tutto questo?

Bene, scopriamo che la preparazione del bimbo divenuto adulto, seppur notevole, risulta piuttosto generalista, serve un master specialistico in Management del turismo, per affinare meglio le competenze nel settore, affinché, possa avere una visione più tecnica e più viscerale del settore.

Eppure ancora non basta, vive a Brolo dove la sua grande risorsa è il mare.

Ebbene, per capire ancora meglio, serve un master internazionale nel settore del turismo balneare.

Da qui in poi, sarà il frutto degli studi acquisiti…… della sensibilità e dal modo di interpretare gli eventi che faranno la differenza.

Per me questo è il territorio, un bambino che si alleva, si nutre, si incoraggia, si sostiene, per portarlo sul palcoscenico del successo.

Se vogliamo costruire solide basi per un turismo durevole nell’interland Brolose ritengo sia necessario a mio parere procedere con :

MAPPARE

Rilevare gli elementi distintivi del territorio, ricercandone, nella stratificazione storica, geografica, culturale e sociale le caratteristiche peculiari e specifiche, creando sistemi di mappatura, tracciature e localizzazioni fisiche e concettuali.

ANALIZZARE

Evidenziare logiche e percorsi tra gli elementi rintracciati nel territorio, valorizzando relazioni ed interconnessioni tra sistemi di riferimento diversi, per potenziare le capacità e gli strumenti presenti e comprendere appieno la vocazione del territorio stesso

VALORIZZARE

Sviluppare programmi di crescita locale a partire dalle vocazioni specifiche del territorio e progettare azioni in grado di valorizzarne le caratteristiche. Coinvolgere persone e agenti locali in un piano di sviluppo, marketing e promozione territoriale

 

Queste tre fasi vanno applicate alle sezioni appresso descritte:

IDENTITA’ CULTURALE

Come raccontare le culture e le identità del territorio?

PROMOZIONE E TURISMO

Come attrarre nel territorio turisti ed imprese?

EDUCAZIONE, FORMAZIONE

Come sviluppare le competenze e far crescere il capitale umano?

COMMUNITY E COMUNICAZIONE

  – Come mettere al centro di un territorio le persone che lo abitano?

PRODUZIONE

Come valorizzare e promuovere i saperi artigianali locali?

ECONOMIE D’USO E CONSUMO – Come attualizzare ed innovare i consumi legati ai commerci locali?

Tutto ciò significa stimolare e mettere in AZIONE una nuova TRASVERSALITÀ tra le aree d’intervento e diverse discipline per attivare progetti integrati di sviluppo territoriale.

COINVOLGERE istituzioni, pubbliche amministrazioni, enti ed associazioni di categoria per implementare nuovi programmi dedicati all’INNOVAZIONE SISTEMICA del territorio e dei suoi attori. 

Sviluppare una nuova RETE DI RELAZIONI locali per innescare meccanismi virtuosi di PARTECIPAZIONE e SCAMBIO tra realtà sociali, culturali ed economiche.

Innovare piani e FLUSSI DI COMUNICAZIONE territoriale, e studiare il MARKETING legato ai distretti ed ai territori.

Catalizzare le competenze e la creatività locali per affrontare la COMPLESSITÀ della realtà di oggi, favorire l’innovazione e gestire il CAMBIAMENTO.

Tutte queste azioni, devono essere tese al raggiungimento di un obiettivo, che come chiaramente già evidenziato sono frutto di una collaborazione totale di tutta la Comunità.

Tutti sono responsabili del proprio successo e del successo degli altri, la mia idea, la nostra idea. Tutti a bordo stretti stretti sulla stessa canoa, con le stesse pagaie, forza, velocità, sincronismo, resistenza, fatica, gioia, simbiosi. L’errore di uno, l’errore di tutti, l’insuccesso di tutti.

La mia proposta, che semplicemente offro in veste di tecnico ed ospite di questa serata, si chiama FONDAZIONE di PARTECIPAZIONE.

La Fondazione di partecipazione nasce a metà degli anni Novanta, come strumento per convogliare gli sforzi comuni del pubblico e del privato (cittadini che diventano ‘soci’ della Fondazione e come tali dalla stessa considerati) nella realizzazione di progetti condivisi, senza necessità di allocare sin dall’inizio ingenti patrimoni.

La partecipazione di più soggetti alla costituzione della fondazione è solo apparentemente in contrasto con la tradizionale unilateralità dell’atto costitutivo; come ha osservato il Consiglio di Stato (parere 288/2000), nella Fondazione di partecipazione si realizza una “unilateralità plurisoggettiva” che non contrasta con l’idea di fondazione, in quanto la presenza di più volontà soggettive è finalizzata al perseguimento del medesimo scopo immutabile.

Ritengo che non sia l’uovo di colombo, ma lo strumento in mano agli uomini, che nella stessa canoa e con pari forza e dignità, mettono insieme il Comune di Brolo e i suoi abitanti-associazioni (dal primo all’ultimo) attori protagonisti del proprio destino presente e futuro.

La parola passa ai Brolesi………

 

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