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A FICARRA – “Il ciclo delle marionette di Gianpistone”

 

L’intero ciclo di opere, ispirato alla celebre raccolta di novelle orientali “Le mille e una notte”, è stato realizzato nella seconda metà degli anni Ottanta e racconta di un mondo popolato di personaggi fiabeschi, ma anche di tipi a noi familiari, che a guardarli con appena un’attenzione in più ci si accorge di come siano capaci di ispirare un’ampia gamma di sentimenti, quegli stessi che, ne siamo certi, ha provato il suo artefice. Dove trovare, altrimenti, le ragioni che hanno spinto Gianpistone, pittore e artista autentico, a dedicarsi con così tanto vigore alla costruzione di questo puro mondo fantastico?

Immaginiamo l’artista in un rapporto dialettico con le sue marionette. Lo pensiamo in un profondo scambio che lega la sua stessa esistenza alla vita di ciascuna marionetta.

Già, perché non dobbiamo illuderci di poter piegare una marionetta alla nostra volontà; semmai, come afferma lo stesso Gianpistone, in questo rapporto a due sarà sempre la marionetta a vincere. Ma non c’è da preoccuparsene perché, come racconta sempre affabilmente il suo autore, la marionetta è una persona seria, che non tradisce mai.

Il mondo delle marionette, però, appartiene più che all’arte al teatro, ma con un accento che cade sul fare pratico dell’intagliare, del plasmare, dell’incollare, del cucire, in breve sulla creatività artigianale, una dimensione che lo rende unico.

Ma qual è la relazione che corre tra questa dimensione e quella della pittura?

Beh, c’è da dire che non ancora ventenne Gianpistone si occupò di pittura e teatro e che tutta la sua attività pittorica va intesa proprio su questa bipolarità. Non è un caso che il suo percorso si svolga per cicli pittorici, da quello dedicato a Cattedrali Moschee e Sinagoghe all’ultimo Shambhall, passando per Entromondo, per I Colori del sacro, Le via della seta e altri ancora. Un modo di pensare per storie, per grandi narrazioni contrassegnate da quadri che si succedono, uno dopo l’altro, in sequenza temporale, quella stessa sequenza che è imprescindibile allo svolgimento teatrale. Insomma, la sua pittura è teatrale, così come questo teatro di marionette è tutto dentro la sua cultura pittorica.

Ficarra 04.09.2014

 

 

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