Va in archivio la sua denuncia per la “presunta” diffamazione sui social. Lui commenta: “Oggi potrei anche proporre opposizione all’archiviazione, ma, essendo passati quasi sei anni, l’eventuale reato si è praticamente già prescritto.”
Amaro post su facebook di Gaetano Scaffidi.
Lui scrive così “Vi racconto una breve storia di “giustizia all’italiana”. Nel luglio 2014, sentendomi diffamato da alcune affermazioni fatte, tramite la stampa, nei miei confronti, nella qualità di Vice Sindaco del Comune di Brolo, decisi di presentare un esposto presso la Procura di Patti”. Poi pubblicando l’atto del Tribunale aggiunge: “Pochi giorni fa, precisamente il 17 gennaio 2020, mi è stata notificata la richiesta di archiviazione contro ignoti datata 16/12/2019 (che ignoti comunque non erano).”
Il suo sfogo continua: ” QUASI 6 ANNI per una conclusione di indagini preliminari” e quindi conclude:”Oggi potrei anche proporre opposizione all’archiviazione, ma, essendo passati quasi sei anni, l’eventuale reato si è praticamente già prescritto. E ovviamente nessuno risponderà di questi comportamenti. Purtroppo questa è l’italia.”.
La considerazione su quanto accaduto può così riassumersi, e o facciamo con le parole di un legale, Decimo Lo Presti:”La cosa più grave è che chi oggi governa, intenderebbe spiegarci che il problema della durata dei processi si risolve sospendendo la prescrizione dopo la condanna di primo grado. Perché non raccontano a tutti che i processi rimangono inspiegabilmente in indagini per anni? Perché non intervenire laddove il problema esiste, invece che intaccare diritti costituzionalmente garantiti?”
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