Il mondo agricolo siciliano sta vivendo uno dei momenti più difficili degli ultimi anni, schiacciato da una crisi senza precedenti che combina fattori climatici estremi, emergenze idriche, incendi e rigidità burocratiche che soffocano le imprese.
Da un lato, il cambiamento climatico sta già compromettendo in modo serio la produzione, con un aumento delle fitopatologie e delle malattie delle piante;
dall’altro, vaste aree dell’isola sono colpite da una crisi idrica drammatica che riduce drasticamente la disponibilità di acqua per le coltivazioni.
A tutto questo si aggiunge la “spada di Damocle” degli incendi, che ogni estate devastano campi, boschi e pascoli, aggravando una situazione già critica.
La denuncia di Francesco Calanna, Presidente della FAS – Federazione Agricoltori Siciliani
Come se non bastasse, la recente emanazione del Decreto Dirigenziale n. 558/2025 da parte del Dipartimento Agricoltura dell’Assessorato Regionale rischia di assestare un colpo mortale a tante aziende agricole siciliane.
Il provvedimento, che interviene in una fase già delicatissima per la rendicontazione della spesa del PSR (Programma di Sviluppo Rurale) 2014/2022, introduce una modifica dei flussi finanziari che mette le imprese agricole in grave difficoltà di liquidità. La rigidità burocratica imposta dal decreto costringe le aziende a sostenere spese strutturali importanti senza certezze sui tempi e sulle modalità di rimborso, esponendole alla necessità di ricorrere al credito bancario — un’ipotesi spesso proibitiva, soprattutto per le realtà più piccole.
L’allarme della Federazione Agricoltori Siciliani
La FAS – Federazione Agricoltori Siciliani lancia un grido d’allarme: «Le imprese agricole siciliane sono esposte più di ogni altra categoria economica agli eventi atmosferici e non possono essere ulteriormente penalizzate da regole burocratiche incomprensibili. Occorre ristabilire le regole di ingaggio con la pubblica amministrazione per rendere certe le date, le modalità di definizione e di rendicontazione degli investimenti aziendali sostenuti grazie alla programmazione PSR 2014/22».
La FAS fa appello a tutte le organizzazioni professionali agricole, ai movimenti e alle associazioni del settore perché si mobilitino, reclamando la giusta attenzione per un comparto che resta strategico per l’economia, la sicurezza alimentare e il presidio ambientale dell’isola.
Il timore è che la combinazione di emergenze climatiche e rigidità burocratiche porti a un progressivo abbandono dei campi, alla perdita degli investimenti strutturali già avviati e a una crescente dipendenza dall’esterno per i prodotti agricoli. In un momento in cui la transizione ecologica e la valorizzazione dei territori rurali dovrebbero essere priorità, la Sicilia rischia di andare nella direzione opposta.
«È necessario che la Regione intervenga subito — ribadisce la FAS — per correggere il tiro, garantire liquidità alle imprese e definire un quadro chiaro e sostenibile per la rendicontazione dei fondi europei. Il settore agricolo merita risposte immediate e concrete, non ulteriori ostacoli».
La speranza è che l’appello della categoria non resti inascoltato.
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