di Antonio Mazzeo
Ricchi di significati politici e simbolici i luoghi prescelti per il lancio della campagna di raccolta firme per la smilitarizzazione e la denuclearizzazione della Sicilia. La manifestazione-concerto “Onda Libera sulla Libera Terraâ€Â, organizzata dal coordinamento di “Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie†in un terreno confiscato in contrada Casa Bianca, comune di Belpasso, a due passi dalla grande base USA di Sigonella. E il forum sociale antimafia 2009 di Cinisi (Palermo), nel ricordo di Peppino Impastato, assassinato da Cosa Nostra nel maggio di 31 anni fa.
“Da allora nella zona si sono registrati diversi casi di leucemia infantile, anche mortali, ed è pure cresciuto impunemente il numero di velivoli precipitati nelle campagne e nelle acque circostanti la baseâ€Â, dichiara Alfonso Di Stefano della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella. “A ciò si aggiunge l’aumento degli aerei cargo e dei velivoli cisterna militari, che disperdono nell’ambiente le cosiddette “scie chimiche†con pericolose concentrazioni di veleni e sostanze cancerogeneâ€Â.
La petizione popolare denuncia poi i nuovi programmi di ampliamento e potenziamento delle maggiori infrastrutture militari in Sicilia. La base di Sigonella, ad esempio, è destinata ad ospitare il sistema di sorveglianza terreste AGS (per la cui installazione il governo dovràsborsare 150 milioni di euro entro il 2010) e dieci aerei-spia senza pilota “Global Hawksâ€Â. “Ciò comporteràl’arrivo nei prossimi mesi di 800 militari NATO, con rispettive famiglie, con conseguenti cementificazioni di fertili terreni agricoli, mentre vincoli ambientali ed archeologici vengono eliminati nei paesi limitrofi per meglio servire le esigenze strategiche degli Stati Uniti d’Americaâ€Â, aggiunge Di Stefano. “Sigonella spreca inoltre ingenti risorse pubbliche (acqua, luce, infrastrutture), mentre blocca attraverso le servitù militari lo sviluppo del trasporto aeroportuale in Sicilia e di conseguenza l’incremento occupazionale e turistico che si otterrebbe da una riconversione per uso civile della baseâ€Â.
Tra gli strumenti di morte che più allarmano gli abitanti dell’isola c’è poi la stazione di telecomunicazioni con i sottomarini nucleari di contrada Ulmo a Niscemi (Caltanissetta), costruita dall’US Navy all’interno della riserva naturale orientata “Sugheretaâ€Â. “In violazione di qualsiasi principio di precauzione, a Niscemi si sta per installare adesso il sistema planetario di comunicazioni satellitari MUOSâ€Â, denunciano i firmatari dell’appello per smilitarizzare la Sicilia. “Questo micidiale sistema militare è basato su onde elettromagnetiche ad altissima frequenza e l’estrema vicinanza al centro abitato avrebbe dovuto destare negli anni scorsi maggiori preoccupazioni fra gli amministratori locali prima d’assecondare le prioritàmilitariâ€Â.
Un programma ad uso e consumo del grande complesso militare industriale statunitense, quello del MUOS. Solo per progettare e avviare la costruzione di due satelliti e le antenne radar dei segmenti terrestri che entreranno in funzione a Niscemi e in altre tre localitàsparse per il mondo (Virginia, isole Hawaii e Australia), la californiana Lockheed Martin Space Systems si è vista elargire dal Pentagono più di due miliardi e 110 milioni di dollari. Un secondo contratto di “perfezionamento†e “potenziamento†del sistema MUOS, attualmente in discussione, potrebbe portare nelle casse dell’impresa spaziale USA un altro miliardo e 155 milioni di dollari. Il rigido monopolio economico del nuovo sistema satellitare delle forze armate USA è confermato dai nomi dei sub-contraenti della Lockheed Martin: si tratta di General Dynamics (realizzazione del sistema di rilevazione terrestre), Boeing (parte dei sistemi di trasmissione dei satelliti) ed Harris Corporation (i riflettori delle antenne). Le uniche “ricadute†in Sicilia saranno quella delle potentissime e pericolosissime microonde elettromagnetiche del terminal terrestre del MUOS di Niscemi.
“La revoca del MUOS, programma funzionale alle guerre stellari del XXI secolo, e lo smantellamento delle 41 antenne di trasmissione dell’US Navy di Niscemi, sono indispensabili per garantire un futuro di pace alle generazioni future e avviare una seria politica di rilancio ambientale di un’area che è tra le più contaminate e devastate della Siciliaâ€Â, affermano gli attivisti della Campagna per la smilitarizzazione e la denuclearizzazione dell’isola.
L’inquinamento elettromagnetico a Niscemi, anche senza il terminal MUOS ha raggiunto giàlivelli altamente preoccupanti. Recentemente l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA), ha consegnato all’amministrazione comunale di Niscemi, i dati sui rilevamenti del campo elettromagnetico generato dall’impianto militare, effettuati in un periodo compreso tra il 10 dicembre 2008 e il 9 marzo 2009. Il monitoraggio effettuato da quattro centraline installate in abitazioni civili prossime alla base, ha rilevato l’intensitàdella componente elettrica delle emissioni, la cui unitàdi misura è il volt per metro.
Nonostante i preoccupanti risultati segnalati dall’ARPA, il Comitato No MUOS di Niscemi ha espresso in un comunicato “forti perplessità†sulle modalitàdi rilievo dei campi elettromagnetici. “Le quattro centraline, facenti parte di una rete di monitoraggio poco consona all’estensione del sito, sono state montate tutte nella stessa direzione (nord)â€Â, segnala il Comitato. “Riteniamo pertanto che in questo modo ci siano gravi lacune sia sulle bande di frequenza misurate che sulle tipologie di onde elettromagnetiche cui tale metodo di monitoraggio presenta. I campi elettromagnetici difficilmente rilevabili con il sistema utilizzato dall’ARPA sono proprio quelli emanati dalle antenne esistenti: a bassa frequenza e omnidirezionaliâ€Â.
A rendere scarsamente attendibili in termini d’impatto i dati del rilevamento ARPA, pure le ammissioni di un ufficiale statunitense della base di contrada Ulmo, riportate durante una conferenza cittadina sul rischio elettromagnetico dall’ingegnere Sergio Marino, secondo il quale “circa la metàdelle 41 antenne non erano funzionanti nel periodo di monitoraggio e che non lo saranno maiâ€Â. “Se giàsiamo ben al di làdei “limiti di attenzione†con solo venti antenne, cosa succederebbe nel malaugurato caso venissero messe in funzione tutte le altre?â€Â, commenta amaramente il Comitato No MUOS. “Chiediamo pertanto un’ulteriore campagna di rilevamento, predisponendo una rete di monitoraggio con rilevatori multi-banda che permettano di stimare con esattezza tutti i probabili impatti con cui, dal 1991, questa base militare sta danneggiando la salute dei cittadini, la riserva naturale e il nostro territorioâ€Â.
La mobilitazione popolare intanto continua. Il prossimo appuntamento è per domenica 24 maggio con un grande sit-in d’avanti ai cancelli dell’installazione militare USA di Niscemi.
Foto:
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