Italo Zeus racconta la seconda puntata del podcast “Alcazar Off” condotto da Manuel Manfrè e Flavio Toma.
Sincera ed estroversa ma anche timida e un pò nevrotica nel senso buono
La vincitrice dell’ultima edizione di Master chef, Eleonora Riso, si apre alle domande dei due intervistatori con semplicità e fluente discorso, poco o per niente costruito bensì, autentico. Sincera ed estroversa ma anche timida e un pò nevrotica nel senso buono. Personalità esuberante che non è stata svilita dalle telecamere e dalle luci della ribalta.
La chef livornese ha conquistato il pubblico durante la tredicesima edizione di MasterChef Italia. Non solo per il suo estro in cucina, ma anche per una personalità esuberante che è rimasta inalterata anche sotto le luci della ribalta.
Coppia fissa con Niccolò Califano, medico, sempre affiatati, conosciuti durante le riprese del talent da cui lei è uscita vincitrice e lui si è classificato quinto, e da allora sono inseparabili. Si dice, soprattutto nei social che ci sia qualcosa oltre l’amicizia ma niente di confermato.
LEI: “Siamo due persone completamente assurde, abbiamo un’amicizia e un rapporto completamente assurdi e quindi anche indescrivibili. C’è tanto… tanto disagio”
LUI:“ All’inizio mi sembravi una pazza… Poi ti ho conosciuto meglio e ho scoperto che effettivamente sei una pazza… Non hai mai deluso le mie aspettative in questo, anzi, sei stata una pazza ben oltre le mie aspettative e per questo mi hai sempre sorpreso e strappato un po’ del tuo Riso. “
Il piatto che le ha aperto le porte del talent: “Vele di baccalà” (ravioli di baccalà e porri su salsa di asparagi al profumo di limone)
Il suo mantra: non rimandare, provando a fare cose mai fatte prima, cambiando le cose se non ci sentiamo bene, rincorrendo i momenti speciali e respirando per placare il caos che ho sempre avuto dentro”
Eleonora scopre il piacere di cucinare in famiglia, dove non si è mai mangiato niente di precotto, ha fatto la cameriera, ha tagliato la legna, ha imparato i segreti dell’apicoltura, coltiva l’orto e raccoglie le uova delle galline.
Il podcast inizia con una domanda/trailer: “cosa hai fatto dopo tutta questa attenzione mediatica”
“Sono corsa dalla psicologa”
Dietro tutta questa euforia porta dentro un dolore spesso indicibile ma non per lei: I disturbi alimentari che la seguono da una vita.
Nel podcast ne parla serenamente
Paradossalmente proprio la cucina cucina l’ha salvata nonostante la consapevolezza che è impossibile tornare a posto dopo una lunga sofferenza così viscerale. Il meccanismo è un pò come le dipendenze ma del cibo non si può fare a meno è parte integrante della vita.
Il suo inizio nei ristoranti è come cameriera, che osserva, ama, con convive col cibo. Come può tutto ciò essere un modo per salvarsi? Lo scoprirete nell’intervista.
Eppure nessun grande chef l’ha chiamata dopo la vittoria, come spesso è accaduto, ma non ritiene questo una discriminazione di essere donna, semplicemente dice che “Master chef” è un talent per cuochi amatoriali e che quindi alla fine ci stà. Ma vivere a Milano così è impossibile e quindi è andata via.
laboratorio di sapori
Il vincitore di master chef deve poi scrivere un libro di ricette, il suo: Questa la descrizione:” Ogni ricetta, ogni gesto, è un invito a lasciarsi trasportare dalla creatività e dal piacere di sperimentare. Come in un vero e proprio laboratorio di sapori.
La cucina è molto più di una semplice attività culinaria: è un palcoscenico per la creatività, un laboratorio di esplorazione e un’opera d’arte in continua evoluzione. È uno spazio dove le idee prendono vita, e si possono assaporare, dove la curiosità diventa la bussola che ci guida verso nuove frontiere gastronomiche, e dove le emozioni diventano gli ingredienti delle nostre ricette. In questo libro, ho raccolto le mie esperienze e le mie scoperte culinarie, e chissà che non possano invogliare anche voi a esplorare nuove frontiere in cucina. crizione:
uno dei suoi progetti e fare un podcast, “ma è uno sbatti” che la ritrae dall’idea. In fondo ama il divano e le serate tranquille. Le piacerebbe studiare psicologia ma non per farne un lavoro, ma per approfodire quello che è un percorso interiore utile a tutti, scoprirsi è l’unico modo per vivere meglio.
Box: “Essere matura fa schifo ma ci piace”
Italo Zeus
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