ALIMENTAZIONE – Eliminare lo zucchero: cosa comporta per l’organismo?
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ALIMENTAZIONE – Eliminare lo zucchero: cosa comporta per l’organismo?

Zucchero e dieta bilanciata, qualche suggerimento

Negli ultimi anni, sulla scia di una maggior sensibilità verso l’equilibrio alimentare, si parla sempre di più dei danni dell’eccesso di zuccheri e dei consigli su come moderare la loro assunzione. Parlare di eliminazione totale è infatti sbagliato.

È importante sottolineare che in generale gli zuccheri svolgono un ruolo importante nell’organismo e, non a caso, alcuni di essi vengono utilizzati per la prevenzione e la cura di infiammazioni e infezioni. Un esempio lampante è il d-mannosio, zucchero presente sia nel corpo umano che in alcuni alimenti; l’assunzione di questo zucchero (rimandiamo a questa pagina di dimann.com per capire cos’è il d-mannosio) è consigliata per contrastare la cistite e per prevenire l’infezione batterica che la causa.

In ogni caso, è chiaro a chiunque che ragionare di eliminazione in toto ha poco senso. Lo zucchero, infatti, è naturalmente presente in alimenti come la frutta, il cui consumo è consigliato nell’ambito di una dieta salutare e bilanciata.

Essenziale è ragionare nell’ottica della riduzione, soprattutto degli zuccheri aggiunti. Esagerare da questo punto di vista, infatti, può portare a problematiche come l’aumento della massa grassa, senza dimenticare il palesarsi di evenienze fastidiose come la carie.

Più che di zuccheri aggiunti, per esprimersi in maniera corretta dal punto di vista scientifico bisognerebbe utilizzare l’espressione “zuccheri liberi”. Dove si trovano? In alimenti dolci come i biscotti, ma anche nelle bibite industriali.

Tra i principali danni derivanti dall’eccesso di zuccheri liberi è possibile chiamare in causa l’insorgenza di picchi glicemici. Questi ultimi possono presentarsi sia nel corso della singola giornata, sia sul lungo termine. Il loro principale effetto è un incremento della sintesi di insulina da parte dell’organismo.

L’insulina si occupa di prendere gli zuccheri dal sangue e di portarli nelle cellule dei vari distretti del corpo. Nei casi in cui si ha a che fare con un quadro di eccesso, la principale conseguenza è l’aumento dei depositi di grasso.

Gli effetti dell’eliminazione dello zucchero

Iniziamo sfatando un mito che, oggi come oggi, è molto diffuso anche a causa di contenuti non validi dal punto di vista scientifico: l’eliminazione completa degli zuccheri dalla dieta non è sinonimo di miglioramenti drastici della salute.

Fanno eccezione condizioni cliniche molto particolare, in primis i quadri di epilessia resistente ai farmaci (è in ogni caso bene precisare, come ricordano anche gli esperti della Fondazione Veronesi, che pure in questi pazienti è opportuno, prima di prescrivere una chetogenica, appurare l’assenza di problematiche a livello metabolico).

Se si procede all’eliminazione degli zuccheri senza un’adeguata indicazione terapeutica e basandosi sul fai da te, è dietro l’angolo il rischio di avere a che fare con carenze nutrizionali.

Dieta chetogenica vs dieta iperproteica: quali sono le differenze?

Quando si parla di eliminazione o di riduzione dell’apporto di zuccheri liberi è bene, sempre nell’ottica di una visione scientifica della situazione, avere chiare le differenze tra dieta chetogenica e regime alimentare iperproteico.

La prima, che dovrebbe essere sempre controllata e finalizzata alla gestione di specifiche condizioni mediche non legate per forza al dimagrimento – il caso dell’epilessia resistente ai farmaci lo dimostra – è caratterizzata da un apporto quotidiano di zuccheri che, in media, si aggira attorno al 10% delle calorie assunte quotidianamente.

La iperproteica, invece, è un approccio all’alimentazione caratterizzato da un eccesso rispetto al fisiologico fabbisogno di protidi. Se seguita a lungo termine, può comportare l’insorgenza di diverse problematiche.

Oltre a un eccessivo stress a carico dei reni, è possibile chiamare in causa l’insorgenza di squilibri intestinali – sia diarrea, sia stipsi – l’aumento dei livelli di colesterolo LDL, il palesarsi di sintomi fastidiosi come il mal di testa e i disturbi dell’umore. I carboidrati, classe di nutrienti che annovera gli zuccheri, sono fondamentali per il buon funzionamento del sistema nervoso e, di riflesso, anche per i disturbi dell’umore.

18 Settembre 2024

Autore:

redazione


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