Un regalo, questo libro, che si è voluto fare e che ha fatto ai suoi amici, quelli di una vita, quelli di sempre, quelli che non ci sono più – e che lui, pudicamente, ha ricordato e rammentato -, quelli che c’erano alla sua “festa”.
E’ un libro che potrebbero e dovrebbero pubblicare tutti i “viaggiatori”, soprattutto quelli che i viaggi hanno intenzione di raccontarli agli altri per trasferire loro emozioni e voglia di scoprire.
Quello che “racconta” Osman è un libro che si guarda, che si tocca, fiorando sabbia e muschio, sentendone i profumi e la brezza, poi, alla fine, si legge.
E’un libro semplicemente devastante per la freschezza che rappresenta, sorprendente per quello che le foto trasmettono
Quelle foto che ritraggono paesaggi, mare e “soli”; foto che fermano sguardi profondi e sorrisi malinconici di gioventù mai avute; che bloccano l’attimo del vivere “insieme”.
Un libro che cita i compagni di viaggio, Nicol, Antonio, Giovanni, Nino, Maria, Stefania e Valentina ed un altro pugno di amici, un vero “partito della bella gente” come li ricorda Osvaldo che non dimentica neanche Airon “che fa festa ad ogni mio rientro”.
Un libro che è una grande istantanea, che racconta una storia fatta da tante storie, tante colonne sonore che lasciano tracce indelebili sull’ipod dell’anima di Osman.
Non a caso il sottotitolo di questo “racconto” potrebbe essere appunto “Istantanee” dell’anima di un viaggiatore.
Ed è anche una grande scatola con dentro centinaia di Polaroid disposte in ordine temporale secondo la tecnologia fotografica ma scekerandole potrebbero dar vita ad un quadro fantastico.. il mondo di Osman.
Noi leggiamo con piacere queste istantanee leggere senza annoiarci mai e diciamo grazie a questo “ragazzo” che ama la vita, già pronto per un prossimo viaggio che lo “porterà verso nuovi lidi, non più materiali, – come scrive lui – dopo aver visto terre scalfite da impronte di mani perdute e segnate dalle date del fato”… – e continuando – Io seguo le vite che tale scenari custodiscono e lo loro esperienza conta quanto la mia”..
E poi è davvero vero che non conta mai la meta, ma il viaggio, e quello visto dallo sguardo sempre entusiasta, aperto e incantato di Osman è certamente bellissimo.
MS
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