Oggi i suoi funerali, a Messina, alle ore 16,00, Chiesa di Don Orione (viale San Martino alto)
Bandiere mai ammainate. Oscar Marino, Uomo di somma cultura ed ottimo organizzatore, va via, resta un ricordo indelebile di militanza, coerenza, e impegno politico.
Lui entra nel Centro Studi Ordine Nuovo nei primi anni ’60 e ne diventa uno dei dirigenti più attivi e rappresentativi. Ci piace ricordarlo così.
Nel 1971 aderisce al Msi assieme ad altri del Centro Studi di Messina (con Ragusa, Alizzi), (Rauti vi entra nel 1969) divenendone presto Segretario provinciale. Rappresentò quella generazione di studenti, operai, giovani di Messina e della sua provincia, che con una autentica rivoluzione politico-culturale diedero vita – tra la fine degli anni ’60 e metà degli anni ’70, ad una «Destra nazional-rivoluzionaria», tra «mito», ideali, azione, coraggio, fantasia e scontri, speranze e entusiasmo. Una intera generazione, poi si aggiunsero gli Sturniolo, i Siracusano, i Miraglia ed i Salvo, che intendeva creare una Nuova Destra non più ferma alla nostalgia ed alla sola testimonianza storica bensì tesa all’evoluzione culturale, politica ed attivistica, moderna nell’approccio con la società della quale, localmente, riuscì a coinvolgerne una parte anche sotto l’aspetto culturale. Un sogno poi finito tra processi, risse interne – una vena di dna distruttivo mai sopito – e nichilismo.
Oscar Marino, lasciata la politica attiva dedica il suo impegno e la sua passione in memoria e in difesa dell’onore dei combattenti e reduci della Repubblica Sociale Italiana. Lo ricordiamo, anche se per un breve periodo, attivo nella “Fiamma Tricolore” di Pino Rauti sotto il cui simbolo si candidò in un collegio per il Parlamento.
Scriveva Pino Rauti: Oscar Marino – Pagine di Passione e Milizia
[La data originale di pubblicazione del presente articolo è precedente a quella attuale – © Centro Studi Pino Rauti – Tutti i diritti riservati]
Non si può “dire”, riferire, in qualche modo recensire, quattro libri in una sola volta; se non impegnandosi a tornarvi sopra come ciascuno di essi merita. Ma intanto segnalarli ai nostri (per fortuna, non pochi) “lettori” e soprattutto a quelli che, come suol dirsi, hanno “una certa età” e certamente conoscono, ricordano il nome dell’autore Oscar Aldo Marino.
Il “nostro” Marino; quello che fu, a suo tempo uno dei nostri esponenti di punta in “Ordine Nuovo” e che per tanti anni occupò a Messina una “prima linea” di militanza e di impegno politico che poi le sue pagine, le pagine dei suoi volumi (che definisce “di fattura artigianale” ma che sono graficamente accattivanti e chiarissimi) dimostrano di esser state la punta dell’iceberg: sotto, c’era il “grosso”, fatto di cultura,
sentimenti fervidi e ottime radici di analisi storica.
“Questi libri – precisa ancora un’altra occasione, Oscar Marino – “mi servono soltanto per liberarmi delle tossine esistenziali che vorrebbero piegarmi…”; e no, caro Marino, non servono soltanto a te; servono a tutti noi, che contro quelle stesse “tossine” continuiamo a combattere giorno dopo giorno; ora dopo ora.
Li ho sott’occhio i quattro volumi dal “sulfureo” «Fiat lux», che si consiglia di leggere tenendosi accanto un copia della Bibbia, a “Controvento” – forme ragionate di resistenza, contro le banalità degli “eccessi democratici”; e da “Mare Nostrum” (che contiene 150 pagine che sono tutte all’opposto “di quanti il marciume radicato in Italia ha istituzionalizzato con leggi e con imposizioni di comportamento, personale e collettivo, estranei alla nostra cultura, al fine di educare le generazioni future alla rinuncia delle proprie tradizioni e alla vigliaccheria dei colonizzati”) a “Carme Italico” rime “nel nome d’Italia per la memoria storica degli Italiani”.
Marino ha scritto molti altri libri (eccellenti e sempre assai polemici “Il Paese di Bengodi” e “La corte dei miracoli”) ma già le pagine delle opere sopra citate bastava a definire uno “stile” che riesce ad intrecciare con fervore creativo i riferimenti all’attualità di cui lo scritto si alimenta ad una “concezione d’uomo e di vita” che è il costante punto di riferimento – anche culturale e storiografico – dell’Autore. Così come è chiaro che non si scrive così, non si argomenta e si dibatte e si contesta così, se traendo altresì alimento da un impegno personale che infatti ci fu; e fu “milizia”.
Cinquant’anni di democrazia – scrive Marino in “Mare Nostrum” – a non fidarci “dei vari arruffa popolo che si sono alternati al governo della cosa pubblica in Italia”; e quelle pagine sono davvero “tutto ciò che gli Italiani hanno perduto e che oggi non hanno il coraggio di rivendicare”.
Perciò, quel libro – come tutti gli altri – politicamente scorretto, ha la funzione di far conoscere, a chi non l’ha conosciuto o l’ha dimenticato, il vivere civile d’anteguerra, quando il ladro era ladro e trattato da ladro, quando il delinquente era delinquente trattato da delinquente e non un “contestatore” al quale elargire falsi pietismi, e la persona onesta viveva da persona onesta fra gli onesti.
Quando, soprattutto, gli Italiani erano un popolo che nutriva l’orgoglio di vivere in una Nazione, e non in un Paese. Perché, Italiani, mettetevelo bene in testa: tutto ciò che accade oggi, che ci disturba e ci umilia, scaturisce da una equivoca “liberazione”. Equivoca per il fatto che era, fin dal principio, finalizzata alla demolizione del sistema politico e sociale instaurato in Italia per imporci la dittatura bolscevica mediante il grimaldello della democrazia e a renderci coloni vita natural durante. Perché i vincitori della Seconde Guerra Mondiale, le cui cause storicamente risalgono a loro, pretendono che l’Italia da “soggetto politico” rimanga “Stato soggetto”.
Pino Rauti
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