Mentre in Italia l’ultimo film di Quentin Tarantino conquista il primo posto in classifica, con un serrato testa a testa don l’ultimo film di Giuseppe Tornatore, Baarìa, candidato all’oscar, ma al primo posto della top-ten dei film più visti negli USA si piazza ‘L’isola delle coppie’. Ma è soprattutto un week-end fenomenale per ‘Paranormal Activity’, che proiettato su soli 160 schermi, ha incassato più di sette milioni di dollari.
In Italia nel passato week end dunque è Bastardi senza gloria a spuntarla su Baaria e a conquistare la prima posizione della top-ten dei film più visti, anche se il film di Tornatore, dedicato alla sua Bagheria, finora ha incassato tre milioni di euro in più rispetto all’ultimo lavoro del regista di Pulp Fiction. Al terzo posto della classifica italiana si piazza invece Fame – Saranno famosi, mentre tra le altre new entry della settimana, le uniche che riescono a conquistare una posizione tra i primi dieci film più visti sono Barbarossa, La doppia ora e Le mie grosse grasse vacanze greche, rispettivamente al sesto, ottavo e nono posto. Va sottolineato tuttavia, che il risultato migliore, considerata la media delle sale in cui è stato distribuito, l’ha ottenuto la divertente commedia con Nia Vardalos.
A conquistare il podio dei tre film più visti, oltreoceano, sono L’isola delle coppie – che approderànelle nostre sale agli inizi di dicembre – Benvenuti a Zombieland e il gustoso film d’animazione Piovono polpette. Il fenomeno di questo week-end tuttavia, è Paranormal Activity, che con appena 160 sale, è riuscito a incassare più di sette milioni di dollari. Il successo di Paranormal Activity – che per certi aspetti ricorda quello di Blair Witch Project – è stato tale il film di Oren Peli ha ottenuto una distribuzione nazionale prevista per il 16 ottobre. La pellicola è incentrata su una giovane coppia che si trasferisce in una grande casa in periferia, ma durante la notte viene disturbata da una misteriosa presenza soprannaturale
Ma torniamo al film Bastardi senza gloria
Il 35 mm per Tarantino è la materia di cui sono fatti tutti i sogni, e lui la utilizza per raccontare il più grande tra questi, un film di guerra e vendetta che possa portare alla diretta eliminazione del Nazismo. Quentin Tarantino con Ingloriuos Basterds, chiacchieratissima pellicola (a partire dal titolo ortograficamente scorretto, ma giàcult) è il film che il regista di origini italiane aveva in mente da circa un decennio. In questo lunghissimo periodo non solo Tarantino ha lavorato ad altri progetti, ma ha cambiato più volte pelle a questo Basterds, soprattutto nella storia (ormai solo vagamente ispirata a Quel maledetto treno blindato di Enzo G. Castellari) ma anche nel cast. Nonostante il lunghissimo tempo dedicato alla stesura dello script, la lavorazione del film è stata incredibilmente veloce ed ha consentito a Tarantino di presentare per la terza volta un film in concorso al Festival di Cannes, dove quindici anni or sono vinse la Palma d’oro con Pulp Fiction generando un alone di mito, da vera rockstar del cinema.
Eppure – non si capisce bene per quale ragione – per molti Tarantino è un regista costantemente sotto esame, un autore perennemente alla ricerca della maturitàartistica. Forse questo Bastardi senza gloria riusciràa convincere una volta per tutti anche i suoi più acerrimi detrattori, perchè si tratta di un film “vero”, non solo mero omaggio come i precedenti (e comunque validissimi) Kill Bill o A prova di morte. Non che manchino citazioni o idee “rubate” a tanti film del passato (soprattutto italiani, i cui registi e interpreti sono omaggiati più volte attraverso i nomi di alcuni personaggi), ma escludendo Jackie Brown, che aveva origine letteraria, mai come in questo film il regista ha costruito un plot complesso che funziona bene a prescindere dai consueti “tarantinismi”.
Tanti sono i personaggi al centro di questo war movie with a vengeance, a partire dalla giovane ebrea Shosanna Dreyfus (la francese Melanie Laurent) la cui famiglia è stata sterminata dal perfido “cacciatore di ebrei” Hans Landa (straordinariamente interpretato dalla vera sorpresa del film, il poliglotta Christoph Waltz) oppure Aldo detto “l’apache” (Brad Pitt) che guida un gruppo di ebrei americani (i basterds del titolo) il cui unico scopo è uccidere più nazisti possibile e raccogliere i loro scalpi. In più si aggiungono i due personaggi più “cinematografici” come l’ebreo di guerra diventato attore per caso Fredrick Zoller (Daniel Bruhl) o la diva del cinema tedesco Bridget von Hammersmark (Diane Kruger) che in realtàè una spia degli inglesi.
Ma al centro di quello che è il film più corale di Tarantino dai tempi di Pulp Fiction – nonostante quello che poteva far pensare la presenza del divo Brad Pitt, visto che in Basterds non esiste un ruolo preponderante – c’è un tema particolarmente caro al regista, tanto che ne fa il protagonista dell’intera pellicola: il cinema. Tutti conoscono la sua passione/ossessione per la settima arte, Tarantino intelligentemente utilizza questo suo amore costruendogli intorno un film di guerra in cui i buoni portano avanti la loro missione in un cinema utilizzando come arma finale la stessa pellicola. Il cinema d’altronde è il luogo in cui tutto può accadere, il 35 mm per Tarantino è la materia di cui sono fatti tutti i sogni, e lui la utilizza per raccontare il più grande tra questi, un film di guerra e vendetta che possa portare alla diretta eliminazione del Nazismo, con tanto di uccisione di Hitler e Goebbels insieme riuniti a Parigi per che cosa se non la proiezione di un film? Un colpo di scena sicuramente risibile dal punto di vista storico ma francamente geniale ed emozionante nel mostrare l’animo un po’ naive di questo regista sì terrible, che fa raccogliere lo scalpo dei nazisti ai suoi protagonisti ma che sinceramente ritiene che davanti alla magia del cinema (inteso come arte ma anche come luogo fisico) tutti si raccolgano. Ed è così che questo Inglourious Basterds diventa il lavoro più personale di Tarantino, il più sincero, o come dice egli stesso attraverso l’ultima frase recitata da Brad Pitt “probabilmente il mio capolavoro”. Forse non saràlo stesso per noi (l’ombra di Pulp Fiction è ancora troppo ingombrante) ma lo è certamente per questo regista eterno bambino che fortemente crede e ci fa credere che il fascino della settima arte possa trionfare su ogni cosa.
Bastardi senza gloria (2009)
Nazione: USA / Germania / Francia
Genere: Azione, Guerra
Distribuzione: Universal Pictures
Regia: Quentin Tarantino
Cast: Brad Pitt, Diane Kruger, Mélanie Laurent, Christoph Waltz, Daniel Brühl, Eli Roth, Samm Levine e B.J. Novak
Trama:
Nella Francia occupata dai nazisti, durante la Seconda Guerra Mondiale, Shosanna Dreyfus assiste all’esecuzione della sua famiglia su ordine del colonnello nazista Hans Landa, ma riesce a fuggire a Parigi dove assume una nuova identità, come operatrice e titolare di un cinematografo. Nel frattempo, in un’altra localitàeuropea, il tenente Aldo Raine si mette alla guida di un gruppo di soldati ebrei conosciuti dai loro nemici come I Bastardi. Insieme ai suoi uomini, Raine collabora con con l’attrice tedesca Bridget Von Hammersmark, che in realtàè un agente segreto, in una missione speciale per rovesciare il Terzo Reich. Il loro destino si incroceràcon quello della Dreyfus, che tra l’altro sta pianificando una vendetta personale.
a cura di Claudio Lancia
Si rinnova il virtuoso legame fra immagini e musica nel cinema di Quentin Tarantino che non è soltanto uno dei cineasti più illuminati ed acclamati degli ultimi vent’anni, è anche un attento e ricercato musicofilo, in grado come pochi altri registi al mondo di dar vita alla perfetta compenetrazione delle due arti. Nei suoi film la musica è trattata come se fosse un personaggio del cast, tanto da rendere impensabile qualsiasi sua creatura se privata dei commenti sonori prescelti. Il suo lavoro ha spesso riportato alla luce canzoni ingiustamente o prematuramente dimenticate, creando per loro i presupposti per una seconda esistenza, in alcuni casi ancor più fortunata rispetto all’originale: basti ricordare i casi scuola di You Never Can Tell di Chuck Berry su Pulp Fiction e di Across 110th Street di Bobby Womack su Jackie Brown. Dopo aver ridato lustro a pagine ingiallite del rock degli anni ’50 e ’60 e del black soul dei seventies, questa volta Tarantino si focalizza quasi esclusivamente su temi strumentali, dove la parte del leone viene assegnata ad uno dei suoi grandi idoli, Ennio Morricone, il quale può imporre il proprio inconfondibile marchio di fabbrica alla pellicola. Il regista americano avrebbe voluto Morricone come compositore dell’intero soundtrack, ma gli impegni giàpresi per il nuovo film di Giuseppe Tornatore avrebbero impedito al maestro italiano di accettare la proposta. Fra le quattro tracce firmate dall’artista italiano spicca The Verdict, nella quale richiami mozartiani vengono accostati a chitarre flamenco, in un gioco dei contrasti tanto caro a Tarantino.
Così come in Kill Bill: Volume il duello finale sulla neve in stile samurai avveniva sulla note della spagnoleggiante Don’t Let Me Be Misunderstood (allungata per l’occasione a circa dieci minuti), in Bastardi senza gloria si ricorre alle soluzioni Spaghetti Western morriconiane per commentare una storia ambientata durante la seconda guerra mondiale.
testo tratto da www. movieplayer.it
Questo articolo è dedicato non ai tifosi da tastiera delle opposte fazioni mediorientali, ma a…
La memoria di Rita Atria continua a vivere e a trasformarsi in un faro di…
Formazione innovativa sulla spiaggia: l’ITET “Caruso” di Alcamo porta l’aula tra sabbia e…
Sinagra ha vissuto settimane intense di emozioni e riflessioni con SinagrArte 2025, rassegna che anche…
Nell'incantevole cornice del Circoletto di Capo d'Orlando si è svolta la XXIX edizione del beauty…
La tradizione si rinnova. In occasione della grande festa della Madonna Nera di Tindari, l’associazione…