Gioiosa Marea, il borgo di San Giorgio, la Giocoletta, l’atletica mondiale e tutti gli sportivi in lutto, è morta Annarita Sidoti: fu oro mondiale nella marcia. La siciliana vinse l’iride ad Atene, ma fu anche due volte campionessa d’Europa. Aveva solo 44 anni, lascia il marito e tre bambini. Non è riuscita a vincere, pur lottando tenacemente la sua corsa più importante. Scrive ora la Federatletica in una nota “ha combattuto come una leonessa per tutto questo tempo, sempre con il sorriso, aggrappata alla vita in nome dei suoi figli, trovando infine anche la forza di raccontare pubblicamente la sua vicenda. Ma non è questo il momento di pensare a tempi e medaglie: questo è il tempo del dolore. Al marito Pietro, ai piccoli Federico, Edoardo e Alberto, ai familiari, va l’abbraccio sentito e la vicinanza di tutta l’atletica italiana. Che piange, riunita e con sincero dolore, per la scomparsa di una campionessa e di una donna a dir poco straordinaria. Ciao, Annarita”.
Giorno triste per l’atletica italiana. E’ morta a soli 44 anni dopo una lunga malattia Annarita Sidoti, la marciatrice siciliana campionessa europea e mondiale.
La Sidoti, sorriso accattivante, esile, ma grintosissima, che tutti vedevamo allenarsi, giorno dopo giorno, sulla ss113, lungo la scorrimento di Patti, è stata una delle più grandi campionesse dell’atletica italiana, una delle più vincenti in assoluto.
Due volte campionessa europea nei 10 km di marcia: a Spalato nel 1990, quando aveva 21 anni, ed a Budapest otto anni dopo.
Il fiore all’occhiello è però l’oro mondiale, sulla pista di Atene, nel 1997.
E’ stata un punto fermo della marcia in Italia (47 presenze in azzurro, tre partecipazioni olimpiche, sei mondiali), probabilmente penalizzata dall’allungarsi delle distanze dai 10km originari fino agli attuali 20km, anche se sulla doppia distanza firmò comunque un prestigioso 1h28:38.
Con le compagne d’allenamento e di nazionale Elisabetta Perrone ed Erika Alfridi (ma poi anche con una giovanissima Elisa Rigaudo) compose un gruppo di valore fantastico, in quello che è stato il momento di maggior competitività della marcia italiana al femminile.
“Madre di tre bambini, Annarita – scrive la Federatletica in una nota – ha combattuto come una leonessa per tutto questo tempo, sempre con il sorriso, aggrappata alla vita in nome dei suoi figli, trovando infine anche la forza di raccontare pubblicamente la sua vicenda. Ma non è questo il momento di pensare a tempi e medaglie: questo è il tempo del dolore. Al marito Pietro, ai piccoli Federico, Edoardo e Alberto, ai familiari, va l’abbraccio sentito e la vicinanza di tutta l’atletica italiana. Che piange, riunita e con sincero dolore, per la scomparsa di una campionessa e di una donna a dir poco straordinaria. Ciao, Annarita”.
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