Attualita

ARCIGAY MESSINA – Ddl contro l’omotransfobia: “Cosa aspettarci e perché ne abbiamo bisogno”. Incontro sabato a Palazzo Zanca

– di Corrado Speziale –         

 Il Disegno di legge, in atto all’esame della Commissione Giustizia della Camera, che ha come primo firmatario il deputato Pd Alessandro Zan, sarà oggetto di un dibattito che si terrà nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, sabato prossimo, 11 luglio, alle 10,30. All’incontro, organizzato dall’Arcigay Makwan di Messina, che sarà introdotto dal suo presidente Rosario Duca, interverranno la senatrice del M5S Grazia D’Angelo, i deputati Riccardo Magi di + Europa e Fausto Raciti del Pd e la psicologa Maria Catena Silvestri. Modererà i lavori il giornalista Marino Rinaldi. 

Intanto, sempre sabato prossimo, in molte città d’Italia scenderanno in campo gli oppositori al Ddl, legati ai movimenti delle famiglie e ai partiti politici di destra, uniti sotto la sigla #restiamoliberi.

La proposta di legge, sotto altri aspetti e punti di vista, scontenta anche i movimenti in difesa dei diritti LGBTI+

“Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del Codice penale e misure di prevenzione e contrasto della violenza e della discriminazione per motivi legati al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere”. È questo il titolo della tanto dibattuta proposta di legge, il cosiddetto Ddl Zan, depositato in Parlamento il 2 maggio 2018 con primo firmatario il deputato padovano del Pd. Il testo, che ha come relatore lo stesso Zan, è in atto all’esame della Commissione Giustizia in sede Referente, prima che lo stesso approdi in prima lettura nell’Aula di Montecitorio, tra qualche settimana. Si tratta di una legge molto importante che segna una svolta nell’ambito della lotta contro l’omotransbifobia, così come hanno affinato il termine all’Arcigay, e la misoginia. E com’era prevedibile, la proposta, che tocca in maniera sensibile un tema etico di forte valenza sociale con modifica del Codice penale, ha sortito effetti differenti e divisivi. Ciò riguarda i suoi oppositori tradizionali, movimenti delle famiglie e partiti di destra, che giudicano “liberticida” il Ddl, e che per protesta scenderanno in piazza sabato prossimo e nei giorni successivi sotto la sigla #restiamoliberi.

Ma un parziale dissenso viene manifestato anche da chi storicamente difende i diritti LGBTI +, come l’Arcigay. Per questo motivo, affinché se ne parli in maniera esaustiva, a Messina, la locale sezione dell’Arcigay Makwan, sabato 11 luglio, alle ore 10,30, ha previsto un dibattito nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca: “Cosa aspettarci e perché ne abbiamo bisogno”. All’incontro, che sarà introdotto dal presidente messinese dell’Arcigay Makwan Rosario Duca, interverranno la senatrice del M5S Grazia D’Angelo, avvocato, tra l’altro membro della Commissione Giustizia a Palazzo Madama, i deputati Riccardo Magi di + Europa e Fausto Raciti del Pd, rispettivamente segretario e membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera, e la dottoressa Maria Catena Silvestri, psicologa. Modererà i lavori il giornalista Marino Rinaldi.

“Si tratta di una legge che attendiamo da decenni”, scrive Rosario Duca. Che poi si chiede: “Sarà la volta buona? Sarà una buona legge? Ne parleremo insieme”. Il presidente dell’Arcigay locale, lo scorso anno protagonista nell’organizzazione del primo Pride dello Stretto, evento storico, davvero straordinario, nell’anticipare gli argomenti del dibattito, accenna a qualche analisi: “Arcigay da sempre lotta affinché i diritti possano essere riconosciuti. La lotta ancora è lunga ed ardua visto il clima politico che si profila all’orizzonte.

Ora in campo c’è una legge contro l’odio omobitransfobico e la misoginia, una legge – prosegue Duca – che con ombre e luci può essere l’inizio di un percorso verso una maggiore sicurezza per tutte le persone LGBT. Negli ultimi tempi sono aumentate le aggressioni fisiche e certa politica ha alzato il tiro per portare indietro le lancette del tempo e relegarci all’oscurità”. Ombre e luci, dunque, da dissipare al fine di rendere il percorso quanto più chiaro e percorribile.

La proposta di legge, che di fatto integra ed estende le pene già previste dalle leggi “Mancino” e “Reale”, anche alle manifestazioni di discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o fondati sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, tratta le modifiche agli articoli 604-bis e 604 ter del codice penale e al decreto legge 26 aprile 1993, n. 122 e di altre norme. Prevede, poi, l’istituzione della giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia; modifiche alla norma in materia di prevenzione e contrasto delle discriminazioni per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere; misure per la prevenzione e il contrasto della violenza derivante dai motivi in argomento e per il sostegno alle vittime; statistiche sulle discriminazioni e sulla violenza; per finire con la copertura finanziaria.

A livello nazionale, l’appunto portato da Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay: “La legge può rappresentare un importante avanzamento dell’attuale situazione di pressoché totale disimpegno da parte delle istituzioni sul tema delle discriminazioni verso le persone LGBTI+. Ma molto ancora si può e si deve fare. Resta irrisolto ad esempio il complesso tema della propaganda discriminatoria che, fatto salvo per il razzismo, resta un vuoto nel nostro ordinamento, da affrontare presto, con serietà e con sguardo ampio e trasversale. Ma è del tutto assente nel testo – prosegue Piazzoni – anche il tema importantissimo delle teorie riparative, cioè dei percorsi a cui vengono sottoposte persone LGBTI+, spesso minori, per correggere un orientamento o un genere ritenuto non conforme alle attese. Una forma di sevizia gravissima, che in numerosi paesi europei, l’ultima è stata la Germania, è stata espressamente e severamente vietata”.

Ancora a livello nazionale, si registra l’appunto di associazioni femministe e Arcilesbica. Da disamine riportate sulla stampa, si evince il problema derivante dall’“identità di genere” rispetto all’ “identità transessuale”.

A Messina, tra gli organizzatori del dibattito, si è soddisfatti a metà e si resta guardinghi: “Dopo 25 anni di dibattito entra in discussione alla camera il Ddl Zan. Si tratta tuttavia di un testo lacunoso che non garantisce le dovute tutele e non tiene conto delle richieste fatte in decenni di dibattiti”.

La parola, sabato, ai parlamentari che questa legge dovranno emendarla e votarla, e ad esperti del settore che potranno esprimersi liberamente su questo delicato argomento.

Redazione Scomunicando.it

Recent Posts

IL FURTO AD ANTENNA DEL MEDITERRANEO – Arresti domiciliari per un 24enne

E’ stato ristretto agli arresti domiciliari l’autore del furto perpetrato ai danni della nostra emittente…

5 ore ago

TRA CLOUD E MOBILE BANKING – L’importanza di scegliere siti sicuri

TRA CLOUD E MOBILE BANKING - L’importanza di scegliere siti sicuri

5 ore ago

PROTAGONISTI AL SITU FESTIVAL 1 – Alessia Talò

Punti morbidi e strade di pietra, 2025. Filati di cotone e sassi, dimensioni variabili. (altro…)

5 ore ago

FOTO D’EVENTI – Torrenova ieri. Loredana Bertè, Amunì & Castrovinci, Piazza mare….mai così

Amunì, il Festival Agroalimentare a Torrenova, parte alla grande. (altro…)

7 ore ago

GAL NEBRODI PLUS – Riconfermato Francesco Calanna: “Governare dal basso e progettare il futuro”

Si è svolta ieri, venerdì 5 settembre, nella suggestiva cornice di Villa Piccolo a Capo…

8 ore ago

SPETTACOLI – “Mizzica, questo è Jazz”: la Sicilia racconta l’origine del Jazz con teatro e cuore

Una magia senza confini ha avvolto piazza XX Settembre a Canicattini Bagni durante il Canicattini…

1 giorno ago