48 anni, libero professionista di Merì, ma che tuttavia trascorre a Messina buona parte del tempo, Rosario Duca, militante Arcigay dal lontano 1987, nel comitato messinese ricopriva da due anni la carica di segretario e si era ben distinto per numerose iniziative finalizzate al riconoscimento dei diritti civili a livello locale, ma anche nazionale, nei confronti del cosiddetto popolo LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e trans).
Il nuovo presidente porta con sé una squadra di tutto rispetto, costituita nel segno autentico della qualità e dell’integrazione, essendo formata – e questa è una straordinaria novità – in maggioranza da “etero”: nuovo segretario e tesoriere è stato eletto Giuseppe Camarda, anch’egli “navigato” attivista Arcigay, che sarà accostato dall’avv. Lamberto La Rosa, dal giornalista Tonino Cafeo, che ne curerà l’ufficio stampa, e da Giulia Zuccotti, giovanissima esponente di SEL, dove è responsabile provinciale del settore Diritti Sociali e Civili, che invece si occuperà dei rapporti con il mondo della politica.
Rinnovato anche il collegio Revisori dei conti, che sarà formato da Roberto Iraci e da due noti esponenti della sinistra messinese: Crispino Maggio, dirigente e tesoriere regionale di SEL e Ketty Bertuccelli, responsabile provinciale Informazione di PRC.
Giuseppe Franco è stato, poi, nominato per acclamazione, presidente onorario, mentre Giovanni Calogero, responsabile di “Pegaso”, circolo – discoteca d’avanguardia di Catania e punto d’incontro della comunità gay del Sud Italia, ha ricevuto il riconoscimento di socio onorario.
Infatti, oltre al presidente nazionale Arcigay Paolo Patanè ed altri responsabili regionali, erano presenti, ed hanno portando il loro saluto, il segretario provinciale della CGIL Lillo Oceano, il capogruppo PD alla Provincia Pippo Rao, il coordinatore provinciale di SEL Salvatore Chiofalo, e gli esponenti, rispettivamente del PRC e di IDV, Gianluca Pini e Giovanni Girone.
Giuseppe Franco, nel lasciare il testimone a Duca, ha tracciando il bilancio positivo degli ultimi tempi: “E’ stata una bella esperienza. Questi quattro anni, con gli ultimi due trascorsi nella qualità di presidente, mi hanno lasciato molto. Siamo riusciti a far capire ai messinesi – dice, tra l’altro, Franco – che Arcigay esiste davvero, e dopo essere caduti nell’oblio, in questi ultimi anni siamo rinati”.
Il presidente uscente ha poi lasciato spazio all’intervento colto e raffinato, nei contenuti etici, della pastora della Chiesa valdese di Messina e Reggio Calabria, Julia Hillebrand, che ha parlato delle possibilità per le unioni gay. “Se la comunità lo accetta, la nostra Chiesa può fare la benedizione della coppia”, ha detto la pastora, esponendo quanto deciso, democraticamente, dal Sinodo valdese, dopo che si è verificato un caso del genere, “perché – prosegue la Hillebrand – bisogna, in questi casi, viaggiare con dolcezza, rispettando chi ancora non è pronto ad affrontare queste realtà”.
Ma i presupposti, affinché ciò avvenga, sembrano proprio esserci, a giudicare delle esperienze all’estero, ed in virtù di come lei stessa, che è di origini tedesche, la pensa: ”Si tratta di incoraggiare un rapporto d’amore”, ha detto, promuovendo la lettura del sermone del pastore di Milano, che andava in tale direzione, e di un testo (T. Römer – L. Bonjour, “L’omosessualità nella bibbia e nell’antico vicino oriente”, Piccola collana moderna Claudiana) che efficacemente riassume la questione dal punto di vista biblico, fondato sugli studi di Römer, teologo protestante e professore a Parigi.
Parla, poi, della bella realtà di Reggio Calabria, che accosta a quella messinese reputandole un fiore all’occhiello per tutto il Sud, ed alle quali, precisa il presidente dell’Arcigay, riferendosi al prossimo rinnovo delle cariche, “l’associazione nazionale attingerà”. Infine, un altro sogno realizzato per Patanè, è lo straordinario rapporto, “l’armonia”, con la Chiesa valdese, perché, secondo egli, “una società dove tutto funziona, perché messo al posto giusto, comporta il rispetto reciproco e la realizzazione dei diritti di tutti”.
“Intendo portare avanti diritti civili e integrazione” dice Duca, seguendo un percorso tracciato da tempo. Presenta, quindi, il proprio programma ed il nuovo direttivo: “Proseguiamo assieme a questi nuovi amici le nostre battaglie ed i nostri progetti, nei quali prevediamo di ottenere anche dei finanziamenti dalle istituzioni, per impegnare e dare prospettive a tanti ragazzi”.
Pensa sicuramente in grande, il nuovo presidente, tanto da anticipare una “chicca” che proietterebbe l’associazione e l’intera comunità gay, verso mete sin qui mai raggiunte sul territorio: “E’ mio desiderio – dice Duca, senza indugi – alle prossime elezioni a Messina, per le amministrative, promuovere e sostenere un nostro candidato, poiché le battaglie vanno fatte anche all’interno delle istituzioni”.
Testo e foto: Corrado Speziale
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