La lista era nota ed oggi emerge questa copia, visto che gli originali sono andati distrutti su ordine del dittatore filo tedesco Edelmiro Farrel che aveva disciolto la Commissione incaricata di analizzarla. Filippuzzi ha contattato il Centro Simon Wiesenthal, che si è rivolto al Credit Suisse reclamando la restituzione dei beni trafugati.
L’ha scoperto per caso Pedro Filippuzzi, investigatore privato, rovistando negli archivi della Banca ed ha capito subito che era qualcosa di grosso: si era imbattuto sulla rete di 12mila conti bancari che la stampa quest’oggi indica appartanenti a nazisti che tra il 1941 e il 1943, prima della caduta del Terzo Reich, avevano preso il largo e si erano rifugiati in Argentina.
La lunga lista di nomi indicava anche le somme che si erano portati dietro e che erano il bottino sottratto ai milioni di ebrei saccheggiati dei loro averi. Ma le lista pare che contenga conti datati negli anni “trenta” e quindi di tedeschi emigati in argentina.