Un nuovo e per certi versi inedito Alessandro Maio, è quello che emerge dalla sua espressione artistica
riscrivere le convenzioni artistiche
Alessandro Maio, un artista che sfida e riscrive continuamente le convenzioni artistiche, emerge con una nuova e affascinante espressione nella sua recente produzione.
I suoi smalti su tela di juta catturano l’attenzione e persuadono gli spettatori con la loro profondità e intensità.
In un viaggio attraverso le sue opere, Maio invita il pubblico a riflettere sui percorsi del passato e a immergersi in stimolanti scommesse artistiche che caratterizzano la sua attuale evoluzione.
Il critico Maurizio Vitiello, analizzando l’opera di Maio, sottolinea come l’artista si preoccupi e crei posizioni magiche attraverso le sue illustrazioni, regalando al pubblico una visione cromatica che diventa un estratto di andamenti surreali e accostamenti leggibili. Le trasparenze e le velate filigrane nei suoi dipinti proiettano la visione del quadro in ampie prospettive, creando un’esperienza visiva unica.
Nella sua ultima serie intitolata “Dal Vuoto”, esposta anche in copertina dell’Agenda Artisti 2024 edita dalla storica libreria Bocca di Milano, Maio utilizza gli smalti per raffigurare quel vuoto primordiale da cui tutto ha origine. Con colori puri, segni incisivi, vortici e linee, l’artista siciliano dipinge un repertorio intimo e spirituale, catturando l’essenza della storia individuale e collettiva. La critica di Valentina Certo mette in luce come Maio, con il suo gesto istintivo, distribuisca forme e colori creando suggestioni ottiche di pregio, trasformando il vuoto in un segno di pienezza.
Ghislain Mayaud, in una nota critica, descrive la nuova evoluzione artistica di Maio come una totale libertà del colore, un ritorno al caos primario che precede la forma definitiva. Questa libertà diventa un felice psicodramma che si svela sulle rive del sogno, trasformando la pittura di Maio in un viaggio verso l’essenza stessa dell’arte.
Il percorso artistico di Alessandro Maio inizia come autodidatta, ma la sua sete di perfezionamento lo porta a frequentare l’atelier del maestro italo-inglese John Picking. Qui apprende non solo la tecnica della pittura ad olio ma anche quella dell’incisione, arricchendo ulteriormente il suo bagaglio artistico ( non disdegnato l’utilizzo della ceramica).
Nelle sue opere, Maio raramente parte dal disegno, preferendo iniziare con il colore e il puro gesto. Il suo approccio, influenzato dal futurismo e vorticismo, esprime l’origine e il principio costituente dell’universo. Attraverso motivi geometrici eseguiti con la tecnica della velatura trasparente, Maio rappresenta l’effimero, la pura energia che vibra dietro la tangibilità delle forme.
Maio non si limita a essere solo un pittore; il suo lavoro si estende a una profonda riflessione sulla società contemporanea e sull’immaginario collettivo.
Con “finestre aperte” su nuovi orizzonti, l’artista cerca di stimolare la riflessione sulla superficialità del nostro ordine sociale. La sua pittura diventa così un mezzo per far riflettere, sottolineando l’importanza delle azioni individuali nell’ambito dell’intera umanità.
Critici e storici dell’arte come Aldo Albani, Vittorio Sgarbi, e altri hanno riconosciuto il contributo significativo di Alessandro Maio all’arte contemporanea.
La sua produzione artistica, in continua evoluzione, diventa un arricchimento della sua già imprescindibile presenza nell’attuale scena artistica non solo italiana.
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