E nonostante scarsezza di fondi, ottusità e miopia caratterizzino le “magre” (in termini di qualità e quantità) politiche culturali del nostro paese, ne facciamo un resoconto più che positivo in termini di riscontro di critica e pubblico!
Questa edizione, inauguratasi a Malta con un convegno su “Annibale Lo Bianco” presso l’Istituto Italiano di Cultura ed un concerto presso la Chiesa dell’Annunciata di Balzan, si è conclusa con la realizzazione di tre concerti nelle Chiese di Alcara Li Fusi, Militello Rosmarino e Galati Mamertino: i quali hanno sempre registrato una fortissima presenza di ascoltatori attenti e compiaciuti, non solo autoctoni.
Abbiamo un tesoro immenso non solo da salvare, ma soprattutto da valorizzare: il nostro patrimonio artistico, la bellezza del paesaggio, la tradizione, una presenza diffusa di conoscenze. E non possiamo più subire passivamente la sindrome del declino, lo spreco di risorse, le sovrapposizioni di competenze.
C’è oggi un’energia nuova, un desiderio diffuso di riscattare la nostra inestimabile ricchezza culturale, un invito sempre più pressante per un profondo cambiamento di mentalità.
Una richiesta corale e appassionata perché l’investimento nella cultura venga finalmente considerato in tutte le sue potenzialità.
Ciò che occorre è un rovesciamento di prospettiva e sensibilità. Impegno ancora più difficile in tempi di crisi economica, sociale e culturale, ma ineludibile.
Il Belpaese ha dietro di sé secoli d’intelligenza e creatività. I manufatti di artisti/artigiani come Annibale Lo Bianco sono anche il risultato del “bello” diffuso che ognuno di noi può respirare nel centro storico dei nostri piccoli Comuni, nell’attraversare paesaggi ineguagliabili così come nel visitare una chiesa o un museo.
Viviamo in un territorio ricchissimo di storia e d’arte che, nonostante la diffusa e perpetua incuria, potrebbe richiamare milioni di visitatori stranieri. La prima mossa è arrestare l’improvvisazione che da tempo contraddistingue la gestione della poca cultura che si promuove, pensando a un’ottica di medio-lungo periodo. Il secondo passo è tornare a creare, a scrivere, a progettare, promuovendo la pratica del merito.
Poiché, come ha osservato Johan Huizinga, esiste “un’irrefragabile verità: se vogliamo conservare la cultura dobbiamo continuare a creare cultura”. E adesso noi ricominciamo.
Ylenia Olivo
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