Fiat ‘barchetta’ (l’iniziale minuscola non è un errore di stampa: si chiama così) ha compito venti anni nel 2015: il suo debutto risale, infatti, al Salone di Ginevra del 1995.
Il telaio è quello della Fiat Punto con passo accorciato di poco meno di una ventina di centimetri mentre il motore è anche lui nuovo (destinato, però, a diventare una presenza fissa sotto i cofani di tantissimi modelli del gruppo): un quattro cilindri 1800 a doppio albero a camme in testa, con variatore di fase su quello di aspirazione, sviluppante 130 CV a 6.200 giri/min.
Sulla leggera ‘barchetta’ le prestazioni sono di piena soddisfazione, quasi esuberanti: 202 km/h di velocità e 8,7 secondi nello 0-100 km/h; la scocca convenientemente rigida e gli ottimi freni a disco sulle quattro ruote, anteriori autoventilanti a con ABS a richiesta, consentono di viaggiare, se non si esagera, in piena sicurezza; viceversa, causa trazione anteriore e e passo corto, qualche cautela è necessaria prima di seppellire il pedale del gas in curva o su strade a ‘schiena d’asino’: le reazioni al volante sono vivaci e, per quanto non pericolose in loro stesse, occorre che chi guida se le aspetti.
Una guida per esperti, insomma, se si vogliono sfruttare in pieno tutti i cavalli del motore: è questa la realtà; una realtà che, se da un lato intriga sicuramente gli appassionati più abili, dall’altro cozza leggermente con l’immagine di vetturetta sfiziosa adatta anche ad un pubblico molto giovane, e magari alle prime armi al volante, nelle cui mani, noi, sconsigliamo, invece, di affidarlo.
Ci rendiamo conto che ciò può apparire un peccato poiché chi meglio di una ragazza può essere valorizzata dalla carinissima linea di questa spider: opera geniale di Andreas Zapatinas, designer di origine greca che allora faceva parte dello staff del californiano Chris Bangle, in forza al Centro Stile Fiat dove aveva già realizzato l’originale Coupé.
E dove non arriva la bellezza della linea, così simpaticamente piena di riferimenti alla più pura tradizione italiana per le macchine sportive, si aggiunge l’indovinatissima gamma colori nella quale la ‘barchetta’ è stata proposta; tra i pastello, che ci paiono i più pertinenti, menzione speciale va all’Arancio della presentazione ed al Giallo Ginestra, ancor più che al classico e sempre valido Rosso Corsa; per poi passare, in caso di scelta più ‘sobria’, al blu ed al verde: i più indovinati tra i metallizzati.
La capote è sempre nera tranne che in qualcuna delle tante serie speciali: le prime sono, infatti, del 1998 e sono due; si chiamano ‘Limited Edition’ e sono ambedue bellissime: una è verde pastello con capote e selleria in pelle beige (cinquecento esemplari) mentre l’altra è grigia metallizzata con capote e selleria in pelle rossa (duemila esemplari); peccato per i cerchi in lega specifici che sono meno belli di quelli optional per la versione ‘base’: quelli che, si badi bene, sulla vostra non devono mancare.
Il programma: