“Qui si convien lasciare ogne sospetto; ogne viltà convien che qui sia morta.” (Dante, Inferno, III canto)
inconcludenza ed ignavia
La società moderna fa conquiste di cui, nel corso del tempo, si pente, dopo essersi contorta su se stessa.
Così anche gli scarti assumono rilevanza e significato ed i rifiuti che produciamo ci costano di più di quanto consumiamo, in termini di tariffe, di inquinamento, di prezzi per il riciclo, di bonifica, di sicurezza per il pianeta.
Dalle cose minute alla logica dei massimi sistemi l’uomo/cittadino rimane ingabbiato nelle complessità di una contemporaneità, che non riesce a declinare i fenomeni, visibilmente ed attualmente nocivi, in maniera semplice e pratica: il guaio dell’inquinamento, che intrappola i nostri corpi e diviene ad effetto cancerogeno, viene convertito in affare per chi, lesto, fiuta la tendenza del momento per accalappiarsi le derivate positive e gli arricchimenti facili. In tutto questo si ravvisa l’insostenibile, ovvero l’impossibile perpetuazione di un andazzo costoso e senza soluzioni.
Tuttavia una via d’uscita bisogna cercarla e trovarla.
L’unico modo è quello di eliminare l’#affare, ovvero abbattendo costi e prezziari, eliminando gli evidenti conflitti di interessi, rendendo pubblici gli impianti di riciclo affinché si mantenga un prezzo politico, sostenibile per un cittadino impoverito, tartassato, ma soprattutto senza alcuna sicurezza raggiunta per la salute di tutti.
Si vive così l’emergenza igienica ove girando per il territorio della nostra #Barcellona P.G. ad ogni angolo si trova una micro-discarica, che coniuga mancata raccolta e violazione delle norme dettate per disciplinare l’essenziale servizio pubblico locale ed ovviare alla mancata raccolta.
Tutto ciò scaturisce da una cattiva progettazione del servizio, da un’erronea previsione delle isole ecologiche mobili, nonché da una pericolosa volontà di quanti continuano a non pagare la #TARI e rimanere oscuri evasori. Difatti il mancato controllo e l’omessa vigilanza sul servizio reso e l’incapacità di censire chi produce e conferisce il rifiuto fa scaturire effetti pregiudizievoli per tutti: 1) chi paga la TARI si accorge che manca l’efficienza e l’efficacia dell’organizzazione per la raccolta differenziata ovvero paga un servizio inutile a mantenere una dignitosa qualità della vita di una comunità civica; 2) che ciò determina una diffusa #sfiducia tale da indurre a non pagare il tributo e ad una disaffezione nei riguardi dell’Istituzione; 3) che chi #evade e conferisce abusivamente inquinando e creando #micro_discariche rimane ignoto, non essendo individuato per carenza ed inefficacia nei poteri di vigilanza e quindi lascia l’evasore non informato, non educato, insensibile e, soprattutto, non perseguito e non sanzionato. Così la città, che vorremmo tutti intelligente e sensibile agli interessi e beni comuni, si abbrutisce e perde quel decoro necessario a garantire e mantenere la cura di sé.
Il disagio, così, si diffonde senza che vi si trovino qualità e soluzioni. Rimane l’incompiutezza di un’Autorità #evanescente, senza respiro, e con una visione limitata e miope, ove si registra e si riscontra la disattenzione di chi opera e gestisce che si dimostra incapace di far rispettare leggi, regolamenti, contratti, scelte amm.ve, ordinanze, ordini di servizio.
Insomma l’Autorità, che, non agendo o girando a vuoto, rende fragile l’intero sistema, riduce, simbolicamente e pericolosamente, la propria presenza ad inconcludenza ed ignavia.
(#Rino_Nania / 23 giugno 2021)
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