Nella notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre, a poche ore dalla sentenza con la quale il gup ha inflitto storiche condanne a 14 affiliati della mafia barcellonese, un gruppo di ignoti ha collocato una corda, sistemata in modo tale da apparire un cappio, davanti alla porta dello studio professionale dell’avvocato Tommaso Calderone, a Barcellona.
Si tratta di un vero e proprio atto intimidatorio, e potrebbe essere, ad una lettura immediata del messaggio, diretta conseguenza dell’ennesima condanna nell’inchiesta Gotha – Pozzo 2, dove il legale, infatti, ha difeso molti esponenti della criminalità organizzata barcellonese coinvolti appunto nelle inchieste “Pozzo” e “Gotha”.
Sul posto sono tempestivamente giunti i carabinieri della Compagnia di Barcellona che, sotto la guida del procuratore Salvatore De Luca, hanno effettuato i primi rilievi e una relazione è stata inviata anche alla Direzione distrettuale antimafia di Messina ed al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza.
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