Categories: Cronaca Provinciale

BARCELLONA P.G. – Torna in carcere il boss Alberti, uccise Graziella Campagna

Torna in carcere il trafficante di droga palermitano Gerlando Alberti junior, nipote dell’omonimo boss di Cosa Nostra detto “U Paccare'”. Lo hanno arrestato nel pomeriggio i Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto nella sua abitazione di Falcone. Il 62enne che sta scontando l’ergastolo per aver assassinato, insieme a Giovanni Sutera, il 12 dicembre 1985 in provincia di Messina, la 17enne di Saponara Graziella Campagna, stiratrice, sorella di un carabiniere, rapita alla fermata della corriera ed uccisa con cinque colpi di lupara a Forte Campone, nel bosco di Musolino, perche’ si era impossessata di un’agendina dimenticata in un capo di vestiario portato da Gerlando Alberti junior nella lavanderia dove lavorava la 17enne e che poteva compromnettere la loro latitanza nel Messinese. Il boss aveva ottenuto i domiciliari l’11 dicembre scorso dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna perche’ le condizioni di salute erano state giudicate non compatibili con la detenzione carceraria. L’ordine di carcerazione firmato dal Procuratore Generale di Messina Franco Casata dopo che lo scorso 13 maggio la Corte di Cassazione aveva annullato l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Bologna. Gerlando Alberti junior era tornato in carcere a mezzanotte del 18 marzo 2008, un’ora dopo la sentenza che aveva confermato il carcere a vita per lui e per Sutera. Il trafficante di droga palermitano, latitante a Villafranca Tirrena sotto il falso nome di ing.
Antonio Cannata, dall’82 all’85, (dove aveva impiantato la nuova raffineria di eroina di Cosa Nostra dopo il sequestro di quella di Alcamo), era uscito dal carcere dopo aver scontato una condanna a 30 anni per narcotraffico inflittagli nel primo maxiprocesso alla mafia palermitana, il 3 novembre 2006 grazie all’indulto che gli aveva abbuonato gli ultimi tre anni di reclusione. Il provvedimnento di scarcerazione era stato deciso il 25 settembre 2006 dalla stessa Corte che lo aveva condannato all’ergastolo l’11 dicembre 2004. L’estensore della sentenza, il giudice a latere Giuseppe Lombardo, dopo un anno e nove mesi non era riuscito infatti a redigere le motivazioni della sentenza di condanna facendo scadere i termini di carcerazione preventiva. Alberti e Sutera erano stai prosciolti nel ’90 in un processo “aggiustato” ma le indagini private del fratello di Graziella, il carabiniere Pietro, e le dichiarazioni di alcuni pentiti li hanno portati nuovamente alla sbarra.

Fonte AGI/Cli/Pa/Rap

foto da www.repubblica.it

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