La nota.
Se quanto riportato dalla stampa relativamente alle affermazioni proferite dal Presidente Crocetta nella sedutadel consiglio comunale di Castelvetrano del 31 ottobre u.s. corrisponde al vero, è davvero inaccettabile l’ultima esternazione del Presidente della Regione in merito alla asserita presenza in tutti i consigli comunali della Sicilia di rappresentanti eletti dalla mafia.
Non conosco tutte le realtà siciliane, ma dalla mia posizione di coordinatore regionale dei piccoli comunidell’ANCI Sicilia non posso non esprimere – anche a nome di tutte queste piccole realtà – rispetto a quanto affermato dal Presidente della Regione trovando le sue esternazioni generiche e, comunque, ingenerose verso la stragrande maggioranza dei consigli comunali siciliani ed, in special modo, di quelli di modesta dimensione, laddove i consiglieri comunali profondono il loro impegno senza nessun interesse personale ed in forma quasi gratuita (solo qualche modesto gettone per la partecipazione alle sedute del civico consesso), quando addirittura – e capita spesso, specie nelle piccole comunità – sono protagonisti di attività di volontariato sorrette unicamente dal desiderio di migliorare le condizioni della propria collettività.
Del resto se il Presidente, che grazie alle sue prerogative può disporre di un livello di informazioni elevato epreciso, può, se in possesso di validi elementi, assumere adeguate iniziative interessando anche le Autorità preposte.
Formulare accuse generiche produce come effetto immediato un aumento esponenziale del discredito sui siciliani con ricadute incalcolabili sulle attività economiche e sul turismo, perché chi lancia questi messaggi inquietanti non è un facinoroso attivista in cerca di notorietà, ma le massima figura istituzionale dell’Isola.
Piuttosto il Presidente si impegni a corrispondere agli Enti locali i trasferimenti regionali che loro spettano e dei quali – ancora oggi – i Comuni hanno percepito appena il 60% delle prime due trimestralità, con la conseguenzache per garantire perfino i servizi essenziali hanno finito per utilizzare le anticipazioni di tesoreria, generando interessi passivi.
Inoltre, faccia un giro nelle piccole realtà siciliane ed incontri gli amministratori locali.
Troverà soggetti dotatidi grande senso civico e profondamente legati alla propria comunità, dalla quale vengono percepiti come “frontoffice” delle Istituzioni sui territori e, dunque, chiamati a rispondere del cento per cento dei problemi economici e sociali.
Tuttavia se è vero, come è vero, che insieme alla crisi economica vi è quella, altrettanto importante, della crisi dei valori, che si intreccia alla prima in modo indissolubile, i piccoli comuni – esempi notevoli di solidarietà ecoesione sociale – rappresentano le realtà dalle quali ripartire per ricostruire, dal basso e capillarmente sulterritorio, una società più giusta e fondata su importanti valori etici.
Basilio Ridolfo
(Coordinatore regionale piccoli comuni ANCI Sicilia)
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