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BETALAND – Denis Ikovlev e una “lunga lista di motivi per giocare a Capo d’Orlando”

Denis Ikovlev, l’intervista tra professionale e personale

Denis Ikovlev è pronto. Pronto a raggiungere Capo d’Orlando, pronto a dare il suo contributo per rendere il roster ancora più consistente e per scoprire un nuovo paese, un nuovo campionato e anche una nuova dimensione professionale. Ecco cosa ci ha detto nella sua prima intervista al nostro sito ufficiale.

Benvenuto Denis! Puoi svelarci i motivi che ti hanno portato a scegliere Capo d’Orlando?
“È facile essere motivati quando si va a giocare per una squadra in crescita, che gioca in una delle Leghe più dure d’Europa e anche in Coppa. Potrei fare una lista molto lunga dei motivi per i quali sono felice di raggiungere Capo d’Orlando. Mentre si definiva il contratto e aspettavo il mio visto ho parlato con il general manager, il team manager e il coach: dalle nostre conversazioni ho avuto la sensazione di un’atmosfera davvero familiare, e questo mi piace molto. Verrò lì con mia moglie, mio figlioletto di 8 mesi e il nostro cane, anche lui una parte importante della famiglia. Vedere quanto e come il club mi ha aiutato per la mia sistemazione è stata una ragione in più per scegliere l’Orlandina”.

Questa è una squadra di grande talento ma molto giovane, che ha bisogno di fare esperienza di alto livello tra i senior. Pensi che proprio l’esperienza sia qualcosa che tu possa dare ai tuoi nuovi compagni?
“Il coach mi ha descritto la squadra nello stesso modo. Questa sarà la mia undicesima stagione e ho giocato praticamente ogni genere di competizione in Europa. Penso di poter dare la mia esperienza alla squadra e magari trasmetterla ai compagni più giovani”.

Come descriveresti, invece, il tuo stile di gioco ai tifosi orlandini?
“Sono un ‘lavoratore’. Non sono mai stato un giocatore spettacolare, ma penso che nel corso degli anni questa definizione sia diventata come una sorta di stereotipo: quello del ‘lavoratore’, appunto. È questo spirito che porto in campo ovunque io giochi”.

Dopo il college hai giocato quasi sempre tra Ucraina e Polonia: cosa ti aspetti dall’esperienza in Italia?
“Come dicevo, il campionato italiano è uno dei più difficili d’Europa e sono felicissimo di poterci giocare. Dopo 10 stagioni da professionista e diverse competizioni alle spalle, spero che il mio adattamento sia rapido e che possa aiutare la squadra in ogni modo possibile”.

 

Redazione Scomunicando.it

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