Estate del 1970, la rivolta di Reggio Calabria, uno dei moti di protesta più significativi della storia dell’Italia unita, per durata e intensità: diversi mesi di guerriglia urbana e di repressione poliziesca, con frequente uso del tritolo e delle armi da fuoco, centinaia di feriti, cinque morti tra i rivoltosi come Bruno Labate il 15 luglio 1970, Angelo Campanella il 17 settembre 1970, Carmine Jaconis il 17 settembre 1971, di due poliziotti (Vincenzo Curigliano il 17 settembre 1970 e Antonio Bellotti il 16 gennaio 1971). Durante manifestazioni collegate indirettamente alla rivolta o a causa del clima creato da essa, morirono Giuseppe Malacaria il 4 febbraio 1971 a Catanzaro e Giuseppe Santostefano il 31 luglio 1973 a Reggio Calabria. Una Rivolta dimentica tra trame oscure e responsabilità dei governi del tempo. Era il tempo della barricate, dei “Boia chi Molla” della Gioventù Rivoluzionaria.
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