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BROLESI AL CONGESSO DEGLI EDILI – Pippo Ricciardello & Tina Fioravanti

Il primo “parla” in qualità di presidente dell’ANCE intervenendo al congresso della FILCA Messina, la seconda, al termine dei lavora congressuali entra a far parte del Consiglio Generale della Filca Cisl Messina.

Angolazioni diverse del problema, ma al primo posto resta il lavoro e sopratutto la sua qualità in termini di sicurezza e durata con la certezza che il comparto edile rimane tra i più importanti anche nel messinese sotto il profilo occupazionale e per l’indotto che genera e rappresenta.

Durante i lavori, quindi storie diverse, ma in evidenza due brolesi.

Il primo, Pippo Ricciardello, imprenditore edile, a capo della Ricciardello spa, e presidente dell’ANCE, la seconda, sindacalista da sempre, che ha fatto tanto gavetta, con estrema serietà e professionalità, Tina Fioravanti, che entra a far parte del direttivo  del Consiglio Generale della Filca Cisl Messina.


Tornando ai lavori congressuali, questi vengono descritti così, dal sito dello stesso sindacato.

Qui Giuseppe Famiano, segretario generale viene confermato alla guida della Filca Cisl di Messina, la federazione degli edili.

Confermata anche la segreteria provinciale formata da Francesco Catalano e Carmela Ferrara.

«È di fondamentale importanza – ha detto Famiano – operare in vista di una ripresa del settore con personale che abbia un bagaglio di conoscenze e competenze adeguate alle mutate esigenze, determinate dall’introduzione di nuove tecnologie, e che acquisisca un buon grado di specializzazione al fine di essere gestore di sistemi complessi».

Lanciata la proposta della costituzione di un Osservatorio Provinciale per seguire l’iter delle opere e per monitorare i cantieri presenti nel nostro territorio, a partire dalla loro progettazione per finire alla loro esecuzione e completamento. «In Sicilia, negli ultimi 7 anni, sono stati persi oltre centomila posti di lavoro, nel 2016 il numero delle gare di appalto aggiudicate è stato di 688 contro i 1419 del 2015, facendo registrare una flessione del 51%», ha aggiunto il segretario provinciale della Filca.

Pur con ottimismo per una auspicabile ripresa del settore, Famiano ha ricordato come i «numeri parlino chiaro: nel 2016 il numero delle gare aggiudicate è diminuito del 55% rispetto al 2015, e precisamente nel 2016 le gare sono state 124, mentre nel 2015 sono state 276. Il valore degli importi delle gare è passato da 164 milioni del 2015 a 109 milioni del 2016 facendo così registrare un decremento del 33%. Anche a gennaio 2017 si registra un trend negativo delle gare aggiudicate ed il loro numero è sceso del 74% rispetto allo stesso periodo del 2016, per cui nel primo mese del 2017 sono state 7, mentre 27 sono state a gennaio 2016.  Il valore degli importi delle gare è passato da 5 milioni del 2016 a 3 milioni del 2017, facendo così registrare un decremento del 35%».

Focus anche sugli edifici scolastici: «Nella nostra provincia ci sono 726 edifici scolastici, e per la maggior parte sono necessari interventi di manutenzione. Le scuole messinesi non sono sicure, perché la maggior parte non possiede gli standard che le normative prevedono».

«Siamo reduci da quattro anni di immobilismo – ha sottolineato invece il segretario regionale della Filca, Santino Barbera – i progetti sono rimasti nei cassetti della politica. Adesso, bisogna sfruttare al meglio i fondi che arrivano dai Patti per infrastrutturare il territorio e dare lavoro e sviluppo. Un’occasione da non perdere. Ma un’altra sfida è quella della formazione. Bisogna professionalizzare i lavoratori edili per renderli specializzati ed evitare che per alcuni lavori importanti bisogna chiamare manodopera da fuori per mancanza di operai specializzati con il rischio di avere anche un fenomeno di dumping salariale».

A concludere i lavori congressuali è stato il segretario nazionale della Filca Cisl, Stefano Macale che ha sottolineato la filosofia della federazione degli edili: «Noi non abbiamo in testa un’edilizia espansiva che rubi il territorio. Siamo per una valorizzazione del territorio e del patrimonio artistico e culturale del Paese, un’edilizia che metta in sicurezza il territorio dalle catastrofi naturali. Serve anche un’edilizia infrastrutturale per colmare il gap che c’è tra le diverse regioni italiane».

 

Redazione Scomunicando.it

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