Anche oggi vogliamo commemorare le vittime, ricordare gli atti d’eroismo, piangere un amico che non c’è più e protestare perchè nessun progresso nella prevenzione e nella pianificazione sostenibile sul territorio è stato concretamente fatto.
Rimanere anche increduli nell’apprendere che ancora ci sono famiglie “sfollate”.
Indignarci di fronte alla burocrazia che ancora lega e intralcia, ritarda, tra sentenze e pronunciamenti, i provvedimenti del caso, le assicurazioni, lo sblocco delle attività, la ripresa di una normalità colma di assenze.
Ma sopratutto ricordare un brolese, Carmelo – imprendiore sano e probo – che da lì transitava, tornando a casa dopo una giornata di lavoro, l’ennesimo sopralluogo tecnico per portare avanti un lavoro che amava, e inghiottito da quel mare di fango.
Ci auguriamo che la “promessa della strada” – sulle ali dell’emozione di quei tragici fatti appena accaduti, e poi rispolverata da più parti nelle campagne elettorali – a lui intitolata diventi presto realtà.
Un segno tangibile di una Brolo che non dimentica.
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