Cronaca

BROLO – Dare un volto “certo” all’aggressore dalla felpa rossa

Dopo l’aggressione di ieri, a Piana di Brolo, carabinieri e polizia indagano per far piena luce sui fatti. C’è la denuncia dell’aggredita, una giovane signora del luogo, c’è un sospettato, un giovane non residente, presumibilmente ritrovata anche l’arma che ha colpito la donna, ma restano diversi lati oscuri dei fatti che oscillano dalla tentata violenza alla rapina. Inquietudine tra i residenti della contrada.

Non è ancora chiara la dinamica e le motivazioni di quella che oggi potrebbe essere catalogato come un tentativo, violento, di rapina, effettuato ieri mattina lungo la via Trento, nel tratto che dalle ultime case di Piana “sottana” conduce allo svincolo autostradale.



Lei, una 40enne di Brolo, residente qualche centinaio di metri piu’ a monte, stava percorrendo quel tratto di strada, trafficatissima non solo a quell’ora, quando è stata aggredita da un giovane – definito subito come extracomunitario – che l’ha spinta dentro un canalone, nei pressi di un campo di bocce.

Qui la donna è stata ritrovata, piangente, da alcuni passanti che avevano sentito le urla e avvertito il trambusto concitato derivato dall’aggressione.

Così immediata la richiesta di un’ambulanza e l’intervento delle pattuglie dei carabinieri – due auto – oltre quella della polizia del Commissario di Capo d’Orlando, con la ricerca immediata allargatasi a tutta l’area urbana del ragazzo con la felpa rossa.

In effetti subito dopo veniva fermato un giovane, di Fondachelli Fantina, riconducibile per sembianze e abbigliamento all’aggressore, secondo il racconto della signora, in possesso anche di un coltellino che teneva riposto in tasta e del quale stranamente non se ne era disfatto.

Quindi gli accertamenti che ora riassunti tra i verbali dei militari e la denuncia presentata in serata dalla donna, appena rientrata – nel pomeriggio – dall’ospedale di Patti, sono al vaglio del Magistrato di turno della Procura Pattese che nelle prossime ore dovrà esprimersi sui fatti.

Il racconto, a detta degli stessi investigatori, presenterebbe ancora diversi aspetti poco chiari e certamente il confronto tra il presunto aggressore e la donna – che in passato aveva denunciato  un altro caso di violenza e tentativo di rapina direttamente all’interno della sua abitazione – potrebbe essere illuminante.

Gli umori nel quartiere stamani sono di umana solidarietà nei confronti dell’aggredita, al di là di come siano andati i fatti e delle motivazioni di questi, ma anche di sottile paura e inquietudine con una richiesta di maggior controllo e vigilanza da parte di chi ha questo compito.

 

Redazione Scomunicando.it

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