Il pensiero di Terzani, la sua contemporanea attualità, la testimonianza di Max De Martino, quella di Giusy Rifici,l’impegno della Sak Be, l’associazione che ha curato l’evento, il lavoro preparatorio dei ragazzi e dei docenti delle scuole brolesi, la presenza dell’amministrazione comunale sono stati gli ingredienti di una giornata di studio, riflessione e “scoperta” di questo grande Maestro.
“Se ci sono due strade davanti a te, una in discesa ed una in salita, prendi sempre quella in salita”.
Ho scelto questa frase , tra le innumerevoli di Terzani, perché , secondo me, sintetizza molto bene il suo l’ideale : guardare il mondo con occhi critici, combattere le atrocità del nostro tempo, vivere senza paura, e provare a cambiare la società per mezzo di un pensiero nuovo, divergente, che va controcorrente, che va al di là dei fatti , che ci fa vedere ponti laddove ci hanno spesso insegnato a vedere divisioni, fratture.
Leggendo la sua biografia sono stata affascinata dalla vita che ha condotto nei posti più disparati del mondo: Europa, Giappone, Australia, Singapore, Vietnam, Cambogia, Laos. Ma ancora più affascinata dal fatto che in ultima analisi nessun luogo sia riuscito ad impressionarlo veramente, a lasciare segni indelebili nella sua vita; in effetti ciò che Terzani trovava e cercava nei luoghi che visitava, ciò che lo colpiva nel profondo, era l’incontro con l’altro e le sue diversità, era l’esperienza interiore dell’incontro con la ricchezza che ogni uomo porta dentro di sé, era la consapevolezza che per arrivare alla conoscenza bisognava interiorizzare l’umanità che c’è dentro di noi e negli altri.
Tiziano Terzani è riuscito a realizzare la più grande rivoluzione: quella operata in noi stessi, che conduce alla conquista della pace interiore.
Per comprendere il pensiero di T. Terzani, occorre abbracciare una prospettiva diversa della vita; quella del cuore e quella della comprensione , l’unica strada che durante il viaggio per il mondo guida la nostra ricerca della felicità. E’ questa la prospettiva che dovremmo interpretare e rappresentare ai giovani. Ricordando loro, come ha fatto tante volte Terzani, l’importanza della fantasia, della curiosità per il diverso e il coraggio di una vita libera, vera, in cui riconoscersi.
A monte c’è sicuramente l’incapacità di noi adulti ( genitori, insegnanti, politici) di trasmettere valori veri, necessari alla comprensione dell’altro e alla solidarietà , siamo di fronte più che a un’emergenza educativa ad una neutralità educativa che non si interroga più sui valori essenziali, sugli orientamenti di vita. Occorre cercare un minimo comune denominatore da condividere, ad esempio insegnare il senso critico , il senso del dovere, non nascondere il nostro bagaglio di valori ma spiegare il perché delle nostre scelte con onestà intellettuale, rispettando gli altri punti di vista. Ripensare al nostro modo di pensare con una visione interculturale ed inclusiva per far percepire ai nostri giovani che il mondo è loro, non è degli altri , è possibile cambiarlo , purché , come diceva Terzani, non si resti intrappolati in ruoli che non piacciono e specialmente amando quel che si fa.
Il testo dell’intervento di Maria Ricciardello
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