Opera complessa, introspettiva, ricca di pathos e suggestioni che i giovani, nella location del parco del Castello di Brolo, scenario naturale per ospitare teatro “intelligente”, hanno realizzato, cogliendo l’attenzione di tutto il pubblico, che nonostante il testo francese, ha capito, compreso e applaudito.
Vincenzo Ettari preside dell’Istituto Agrario di Capo d’Orlando, ospite ed esperto di teatro transalpino.
Due note sul lavoro: concepito come un concerto con un protagonista che recita il ruolo dello strumento concertante mentre gli altri personaggi rappresentano la massa orchestrale che armonizza, come se fossero accordi musicali, i vari temi proposti dal testo e dall’autore: l’illusione, l’amore, il potere che solo l’amore possiede, il sogno….
Determinante nell’impianto scenico il “coro”, quasi una rappresentazione classica greca, che attraverso la ripetizione ossessiva delle stesse parole a tratti diventa protagonista, discreto ma di carattere.
Opera da vedere e rivedere come ha detto la stessa Maria Ricciardello, assessore alla cultura brolese, che ha voluto, partecipando alla kermesse, testimoniare l’impegno del comune affinchè quest’esperimento continui nel tempo.
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