Eccola servita, nella prima calda domenica d’agosto. A Brolo si celebrava la “festa del mare”, e quasi parafrasando il film del momento, quello di Matteo Martinez , senza che nessuno se la prendi a male, la raccontiamo così, utilizzano anche tante foto di repertorio…
Ma se nel film Frank Matano, Marika Costabile, Lucia Guzzardi, Niccolò Senni, Fabrizio Nevola generano una commedia dove l’amore di Francesco, che dopo aver offeso la sua fidanzata e quindi essere stato piantato in asso, escogita un folle piano per riconquistarla generando una serie di equivoci e controsensi, sfociando in una commedia demenziale, a Brolo è tutt’altra storia.
Una storia che se si vuole potrebbe anche avere – come nel film – un ritmo comico tutto suo; ma qui non ci sono né risate, né comici che mettono il parmigiano ovunque, e quanto successo oltre a non far ridere nessuno lascia spazio a considerazioni e riflessioni.
I post che “raccontantano” la vicenda – che altrimenti sarebbe rimasta conosciuta a pochi – sono puntuali, feroci, portano a svelare altri retroscena ma soprattutto in quel “state attenti che dico altro”, pronunciato da Don Enzo Caruso, si lascia intendere che c’è davvero dell’altro, e che questa, la vicenda del prete abbandonato sulla spiaggia, è semplicemente un capitolo di mezzo di una saga ben lungi dal finire.
Noi l’andiamo a raccontare sicuri che questa non farà scoppiare nè risate – qui non si vede nascere quell’amore delicato che vede protagonisti i due ragazzi del film – ma anzi genera elettricità nell’aria, preludio di fulmini e tempeste prossime venture e portatrici di sventure.
E non bisogna essere Cassandre, basta leggere e nemmeno tra le righe di alcuni commenti per pensare a ciò che accadrà.
Fin dall’inizio, domenica, sulla spiaggia di Brolo, è chiaro che ci sono tutti i tormentoni insopportabili – non del cinema italiano di commedia contemporanea – ma quelli di un quotidiano brolese che affiora sui social, con i protagonista\i\e che si raccontano anche in voce fuori campo, con i selfie a 32 denti, le riprese in videocamera, le dirette, gli screenshot che abilmente effettuati diventano catene di Sant’Antonio nelle chat che accomunano congreghe, carbonari, politici in cerca d’autore e via elencando.
In particolare, c’è in questa storia, la terribile tendenza a confondere il surreale con l’illogico: che non sono la stessa cosa, e se il primo ha una grande tradizione, il secondo distrae e delude.
Miracolosamente, è il caso di dirlo, arriverà settembre, la storia di un prete lasciato sulla spiaggia, consapevolmente o inconsapevolmente, di proposito o perché tale era stata la richiesta, lascerà spazio ad altro dire, ci saranno i bambini da mandare a scuola, si giocherà al lotto sperando che esca sulla ruota di Palermo il 26 o il 30, e poi ci saranno già le elezioni all’orizzonte a prendersi la scena, e forse proporranno nuove e vecchie rentreè della politica e tutti aspetteranno chi si assumerà l’onere e l’onore di salvare il paese, e ovviamente a parole, tra quelli di prima, di oggi e di domani, saranno in tanti a prometterlo.
Noi comunque, distratti spettatori della vicenda in spiaggia, poco coinvolti, sopiti lettori dei post che allungano il dibattito, troviamo il tutto infarcito da un ritmo comico tutto suo. E così mentre in tanti si incazzano, diventando teologi della domenica, accusando a destra e a manca, confrontando fatti e personaggi, altri rivendicano il sorpasso a destra della barca dell’Ave Regina. Quello fatto senza aver messo la freccia, in virtù di più cavalli nel motore… noi cominciamo a ridere davvero.
Allora sì che la montagna di cazzate adolescenziali lette su tanti profili, probabilmente partorite complice il caldo sul web, tra risposte, puntualizzazioni e controrisposte, dove ognuno ha detto la sua, pensando a una papamobile acquatica per un futuro prossimo venturo, speriamo che, alla Fellini, in una lunga serata estiva a base di superalcolici e nutella, i grandi cetacei diventino mongolfiere, dai lunghi legacci neri, e prendano il volo, lasciando tutti a bocca aperta, sparendo nella notte stellata del 10 agosto, oltre lo scoglio.
Pensando così ad un miracolo che salvi Brolo e crei quell’effetto valanga, benefica di buon uomore, che ogni commedia spera di innescare.
Siamo abbastanza intelligenti da non penalizzare oltremisura le carenze recitative dei “non protagonisti”, di chi rimane “bellissimo” proprio nel suo essere un po’ “fuori formato” e “fuori moda”; “messo fuori dal contest umano e politico” di questa vicenda.
Pensiamo ai tanti potenziali conduttori del talk show, alla “C’è posta per te”, andato in onda in diretta dalla spiaggia di Brolo, ai quali non penseremmo mai di dare un microfono, e a chi si è improvvisato, nel nome di Eduardo De Filippi, attore di rango… illudendosi di esserlo.
Una vicenda dove sono più di due i “soliti idioti” che si perdono nei ritmi delle sequenze di un copione mal scritto, che diventa commento, uscendo da facebbok nei salotti della politica e nei bar, e così mentre il tramonto inondava il mare sul quale scorrevano le barche in un classica sequenza malinconica, noi mandiamo un bacio a Lucia e portiamo rispetto per la sua delicatezza che avrebbe voluto mantenere e dare altri toni alla vicenda.
Quel film che omettiamo di citarne il titolo per evitare allusioni che non calzano, rischia di diventare un piccolo cult della comicità demenziale nel mondo del cinema italiano.
La Festa del Mare – quella vera, a differenza di chi non ci crede, era nata con altre ambizioni tanti anni fa – rischia se non si smarca più di tanto di affondare nello stereotipo dello youtuber da smartphone senza identità.
E senza polemiche a chi dice che non esiste nessuna “Festa del mare” diciamo semplicemente che è già maggiorenne.
Ma andiamo a raccontar i fatti. Fonte diretta sono i post su facebook e li virgolettiamo per evitar confusione…
Scrive Flavia, innescando, forse inconsapevolmente la querelle:
“Quando decidete di partecipare con la vostra barca alla processione in mare abbiate il rispetto di accompagnare la Madonna per tutto il tragitto.
Non fate a gara per arrivare prima al posto barche e a metà strada la statua rimane sola con altri pochi…e soprattutto la Madonna deve stare prima di voi, non dietro non è una sfilata fatta apposta per le vostre barche”.
Un post che è quasi una sorta di rimbrotto sul comportamento da seguire in mare e soprattutto durante una processione religiosa-popolare.
Ma l’intervento di padre Enzo Caruso, alza il tiro. Infatti il parroco scrivendo fa scoprire a tanti il retroscena di quella manifestazione:
“A parte questo, nessuno si è accorto che il parroco è stato lasciato spiaggiato perché sulla barca dovevano salire familiari e parenti dei familiari e amici dei parenti dei familiari”. Lui, su quella barca, sarebbe “dovuto salire ma rimanere in piedi, su una barca ondeggiante e senza appoggio. Impensabile”.
E accusa:
“Su un piccolo peschereccio, chi doveva occuparsi della logistica, e che teneva stretta la statua della Madonna, non ci ha nemmeno pensato.
Così come era impensabile che lo stesso parroco salisse sulla barca (ammesso c’è ne fosse stato il posto), vestito con i paramenti processionali, salendo su una scaletta e poi passare su una tavola di legno che ondeggiava a destra e sinistra al ritmo delle onde di un mare un po’ agitato”.
Quindi conclude:
”Quando ho visto la barca partire… non ci volevo credere.
A questo punto il problema delle barche, che comunque c’è, e si ripete ogni anno, passa in secondo piano”
E poi usa un hastag che è tutto un programma “#lannoprossimosicambiamusica”.
Padre Enzo incalza: “A dire la verità non ero sicuro di salire a causa di un dolore lancinante alla schiena.
Non avrei mai potuto fare il tragitto appoggiato sul bordo della barca.
La schiena non avrebbe retto.
Ma ho deciso di farlo… sperando nella comprensione di qualcuno.
Ognuno si è tenuto fitto il suo posto e, quando ho visto la barca piena, ho spiegato al sindaco perché non potevo salire e non avrei fatto la processione e ho fatto salire a mio posto, facendo forza, un seminarista che sto ospitando e che, ovviamente, non aveva i miei problemi e non aveva mai fatto questa esperienza”.
“E aggiungo una cosa.
L’unica persona che aveva il titolo di stare sulla barca (senza parlare di eventuali posti che rimangono disponibili) era il sindaco e chi accompagna il sindaco.
A parte il padrone della barca”.
E giusto per puntualizzare la polemica non è diretta al primi cittadino brolese come qualcuno dopo la lettura frettolosa dei primi post aveva creduto.
Il web ha pane per i suoi denti.
Dalla battute ironiche, vedi quella di Nino:
“Don Enzo, alla sfilata del mare l’importante è che ci siano le barche, del Prete si può fare a meno, mica è una processione”.
Al sarcasmo di Marika:
“Ahahaha voglio morire….” E di Antonella: “Non ci posso credere!!!…forse sarà la nuova barzelletta….Summer 2018”.
Ovviamente si sprecano le battute e si fanno le graduatorie sulle feste del luogo:
Nell’ordine: La festa della Madonna, la Patrona, nel suo giorno, a marzo, la festa di Piana e quella di Lacco. Per molti, in visioni miope, i vari “Cristi degli Abissi” e “Madonne varie” con intitolazioni all’impronta non hanno valore, sminuendo in quest’ottiche quelle “nuove” delle contrada e senza voler dare il senso anche sotto il profilo turistico-sociale di una “processione” di barche, di un Cristo che emerge.
Qui il discorso cambia.
In tal caso bisognerebbe “investire” sulla manifestazione farla diventare un evento… una grande Festa.
Ma il discorso sarebbe lungo, diverso, di altro spessore ed a volta i buoni proposito falliscono, diventano un fatto personale…
Tristezza.
Ma tornando alla polemica questa non si sopisce assolutamente.
Giusy, tra gli organizzatori – sottolinea:
“Purtroppo il vero problema è che al club nautico dopo le 20.30 non trovi più nessuno che ti sale la barca e quindi alcuni sono stati costretti a rientrare”
Poi scudiscia:
“Certo però si poteva posticipare l’orario vista la situazione…
Ma comunque non sto a criticare nessuno e sono sinceramente sorpresa del fatto che padre Enzo sia rimasto spiaggiato perché visto e considerato la poca gente che si occupa dei preparativi della festa com’è possibile che la barca era piena di gente!”.
E saettando: “Non sarà mica per questo che Padre Enzo non ha aspettato il rientro della Madonna dal Mare per accompagnarla fino alla fine per la dovuta benedizione?
Ha detto bene lui “l’anno prossimo si cambia musica”…
E adesso mi sembra di essere caduti nel ridicolo con tutti questi post…
Era pur sempre la festa della Madonna del Mare non un giorno per apparire!”
Una vera e propria dichiarazione di guerra alla quale il parroco di Brolo non si sottrae e così replica.
“Per chiarezza, la validità di una processione si ha quando è il parroco, o un prete designato, a guidarla… e nessun altro. Dal momento in cui la barca è partita senza il parroco (e posta una foto dove si vede quanta gente c’era sulla barca e quanto spazio era rimasto per il parroco stilettando che – l’unica persona sulla barca che doveva bloccare tutto, far scendere la gente e far salire il parroco – e che, sottolineo, non era il sindaco – non si è mai girata all’indietro ) la processione diventa INVALIDA.
Da quel momento è stata una processione abusiva.
Al massimo una passeggiata al mare.
La festa è finita formalmente sulla spiaggia. Il resto è stato un abuso”.
Quindi si chiede:
“Quale benedizione era “Dovuta”, alla fine di una processione abusiva?”
E aggiunge:
“Solo la sincerità della devozione di tanta gente ha salvato il momento e ha dato un valore personale a questa festa.
E credo che convenga chiudere il discorso qui.
Davvero”.
Nei post c’è ancora spazio ancora all’ironia.
Quella di Flavia è tagliente:
“Effettivamente il prete in una processione è un di più, se ne può fare anche a meno, l’importante è che si faccia trovare a FINE processione perché “noi” vogliamo essere benedetti”.
Per lei siamo alla frutta.
E quindi altro capitolo si apre la querelle sui chi andava benedetto, la gente o la Statua della Madonna?
Ovviamente la gente precisa il parroco.. ma il prete era – giustamente – andato via Il fronte di guerra si allarga, con i confronti di altre processioni, valide o memo senza la presenza del prete c’è chi mette in dubbio la “propria catechesi”.
Si apre il fronte “Festa di Piana”
“Ma anche in altre processioni il prete partecipa a tratti….allora non sono valide….buono a sapersi.. ..ma la fede è nell’uomo oppure nel Cristo risorto”.
C’è chi si dice stupito di non aver mai visto un prete modello freccia automobilistica, a tratti c’è a tratti non c’è – in processione.
Una teoria lunghissima di altri post, ancora lontani dal definirsi, anche se padre Enzo intervenendo ancora aggiunge stoppando alcuni e tra questi Marisa Bonia.
“Chiudila qui perché ci sono cose che ancora non sono state dette”.
E quindi “il valore spirituale della festa o della processione è nel cuore di chi li vive con devozione.
La validità o meno di una processione riguarda la manifestazione pubblica dell’atto stesso, non nella devozione individuale delle persone, che è sacra.
Io vi suggerirei tutti di lasciare fare a me il prete e ognuno si occupi delle sue competenze, senza sovrapporsi.
Secondo, se un prete non può fare un tratto di processione, ma la segue in altro modo in quei tratti specifici, la processione è validissima. Davvero, lasciatemi fare il mio lavoro perché lo so fare.
E so quello che dico quando parlo.
I commenti si infittisco, si fanno confronti, anche fuori luogo, così chiudiamo con l’ultimo post, non cronologico, di padre Enzo.“
Se uno non sa leggere chiaramente lo scritto, perché interviene? Smettetela di occuparvi di “mestieri” che non vi appartengono.
Io non l’ho mai fatto con nessuno.
Ho esposto chiaramente […] qual è la prassi giuridica della Chiesa. […].
Ed evitate di fare confronti perché è vomitevole. Ma poi perché state allargando questa discussione fino all’inverosimile?
Basta adesso.
E se proprio uno deve rispondere, si legga tutti i messaggi, dal primo all’ultimo prima di scrivere cose di cui non sa niente e fare figuracce.[…]”.
E conclude: “Da questo momento in poi questo dibattito non mi riguarda più. Ho detto tutto quello che dovevo e volevo dire.
E sono contento di averne finalmente avuto occasione.
Quando il “gioco delle parti” diventerà “dialogo delle parti”, nella sincerità e nella lealtà, ne riparleremo. Buona notte”.
Anzi prima evidenzia, questa volta sarcastico: “Volevo dire a tutti gli amici che hanno postato foto della festa di domenica che non esiste nessuna “Festa del mare“. Che cosa sarebbe, poi, una “festa del mare“?
Penso che vi riferiate alla “Festa della Madonna del Mare e del Cristo degli abissi” (uno dei tanti nomi che si è dato a questa festa negli anni).
Vabbè che si vogliono togliere tutti i segni cristiani dalle pareti e dai luoghi pubblici, ma anche dal nome di una festa?
Così, giusto per dire”.
Peccato che questa “Festa”, tale rimane, nata da una volontà turistica-popolare intrisa di religiosità, a tratti anche laica, ma entrata a far parte degli usi, del voler popolare di un paese, non è nè della Marina, nè di altri, è un sentito popolare e popolano… e tale, tra simboli e paramenti, deve rimanere nel rispetto delle gente di mare e degli ultimi pescatori brolesi che con entusiasmo l’accolsero.
#stassinavitadiremah!
per rivederla… non si sa mai!
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