Lorenzo è arrivato il 29 dicembre.
E’ l’ultimo nato, ed ancora nessuno c’è dietro di lui, mentre a Brolo2 vive Santo Giuseppe Starvaggi, classe 1914.
Il più longevo di Brolo.
Lui viveva prima tra Matini e Sellica, ora da una decina d’anni vive a Brolo.
Da Sellica ha visto crescere Brolo; ha visto arrivare l’energia elettrica in quella contrada, la più estrema del paese; ha visto gli operai che tagliavano il querceto per fare la nuova strada; ha giocato con i suoi coetanei che dal paese erano sfollati in quella campagna durante i bombardamenti degli “americani”; e poi – negli anni – ha preso tanto volte la corriera blu, quella di don Carmelino Ballato, che da Lacco portava sino alla stazione di Brolo, ma prima si scendeva solo a piedi, anche per andarci a Scuola.
Un esercito vociante, sorridente, premuroso, sempre intorno.
Lui ama viaggiare, gli è sempre piaciuto, tante gite con gli over brolesi; oggi preferisce guardare la televisione, e continuare a recitare le poesie che scriveva, tenersi aggiornato, e sorridere pensando alla torta dei cent’anni.
di Santo Starvaggi
Addio bell’ Italia, vago giardin d’ amore, primavera dié, qui mille fiori.
Tronca le funi, lascia la sponda, libera la Gioconda che galleggia lei farà.
Parti e vieni da emigrante, parli patria , e sognante:
“Ma io qui tornerò, perchè il cuore non ha età !
A te mamma, che tu brilli argento, ti sposasti,
dimmi caro e tesoro, mentre esiste il Signore a voi ritorneremo”.
Mentre si sfollava il grigio vapore scese un vecchietto,
calo e chino baciò un pugno di terra e disse :
“ Se la morte non m’afferra, qua felice io sarò ”.
E son felice e son contento, son tornato in Italia e ho trovato mamma, papà, amici e parenti.
Me ne sono andato a lavorare in terra straniera,
e lavoravo con le mie braccia e le mie dita
e ora che sono tornato attendo il premio della mia vita:
che con la mia bocca dolce, amara, riposerò sotto quella balata.
Il mio cuore è così sincero, adesso dormo e riposo in quel cimitero.
Al chiaro di luna , al tramonto del sole, ho perso la vita e pure l’amore.
Ma quando uno è giovane vola come una colomba, poi di colpo invecchia,
lascia tutto in questa terra e va a finire in quella tomba.
La morte è come
Spira il cuore nell’anima mia, quando uno è morto andando al cimitero c’è la sua fotografia, la fotografia è tanto bella,
l’hanno messa davanti alla cappella.
E du cielu scinniu la Vergini Maria cu du carusu ’ncoddu e mi dissi:
“alzati e vattinni ’ncielu!”;
poi spuntò u Signuri e cu gran surrisu mi dissi:
“alzati e vattini in paradisu, cinni sunu tanti e tanti, tu canterai cu l’angeli e cu i santi! ”
E ora chi sugnu in paradisu, cà, vicinu o Patri eternu e a nostru Signuri vaddu ancora o me paisi cu ’mmensu amuri…ti vardu sempri bell’Italia, giardinu n’ciuri, di tia sugnu fattu e non ti pozzu mai scurdari !!!“
Non sono un poeta e neanche un cantante,
buona salute e buona fortuna a tutti quanti.
Io cammino e sempre canto, sotto mi firmo Starvaggi Santo
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