Cronaca

BROLO – Marisa Briguglio: Il consultorio familiare non andava spostato

Dopo la comunicazione che per i lavori di ristrutturazione dell’immobile di via Trento il consultorio familiare di Brolo sarà. temporaneamente, spostato a Gioiosa Marea, la vice presidente dell’Associazione Regionale dei Riferimenti Civici della Sussidiarietà – Maria Briguglio – evidenzia disagi e preoccupazioni: “si potevano trovare soluzione diverse”.

“Che ben vengano i lavori del PNRR per la realizzazione di una Casa di Comunità Spoke, – scrive Maria Briguglio –  ma dispiace apprendere da questa nota, che il Consultorio Familiare di Brolo, punto di riferimento di tutti i paesi limitrofi e operante da tantissimi anni sul territorio, sia trasferito, seppur temporaneamente, a Gioiosa Marea” ed aggiunge : “Chi di competenza sul territorio di Brolo, doveva invece trovare una soluzione come fatto per gli altri servizi” concludendo: “Anche questo significa stare dalla parte dei cittadini, garantire continuità nei servizi no disagi!”
La Briguglio che è anche coordinatrice della Provincia di Messina della Rete Civica della Salute, già assessore Servizi Sociali del Comune di Brolo dal 2014 al 2018, non scende nei dettagli nè dà soluzione tecniche – di competenza degli uffici preposti – ma semplicemente evidenzia disagi e preoccupazioni.
Il Consultorio Familiare, è sempre stato un presidio importante e punto di riferimento di tutti i paesi limitrofi ed opera  a Brolo da tantissimi anni oggi.
C’erano strade alternative per trovare soluzioni diverse? Di certo c’è anche una lunga corrispondenza con l’Asp di Messina proprio per valutare altre soluzioni non ultima quello di riadattare il centro di talassoterapia, da tempo chiuso sul lungomare che con gli opportuni adeguamenti e la disponibilità dei proprietari avrebbe potuto anche accogliere, sempre temporaneamente, altro.
E tornando al consultorio.
Il consultorio familiare a Brolo nasce per una ferma volontà, al tempo, dell’avvocato Giuseppe Piccolo – allora vicesindaco – quasi 40anni fa. Faceva parte di un progetto sperimentale dell’Usl di Patti che portò all’apertura di quattro presidi sul territorio. Poi restò solo quello di Brolo. Fu una battaglia di civiltà e di emancipazione che sconfisse pregiudizi e falsi moralismi, diventando grazie alla professionalità di chi vi operava all’interno –  tutti giovanissimi professionisti, una ginecologa e una psicologa insieme a personale di affiancamento – un importante punto di riferimento per tantissime donne e ragazze anche in tema di prevenzione e sensibilizzazione.

Redazione Scomunicando.it

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