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BROLO – Presentato “Il Tiranno e l’Ignoranza” di Luciano Armeli Iapiochino

Bagno di folla per l’opera prima del professore-filosofo Luciano Armeli Iapiochino presentata a Brolo, nella sala “Rita Atria” domenica scorsa.

L’intenso dibattito, quasi due ore, stimolato da critiche costruttive, considerazioni e spunti di riflessione tra il pubblico intervenuto e lo stesso autore, sono il miglior commento sulla positività dell’appuntamento letterario voluto dall’amministrazione comunale brolese e che rientra tra i progetti culturali di “Brolo città educativa”.

Il libro, dall’intrigante titolo  “Il Tiranno e l’Ignoranza” edito da Armenio Editori di Brolo , che si avvale in copertina del disegno di Cristiano Banti, “Galileo Galilei davanti al Tribunale dell’Inquisizione” del 1857, è stato introdotto e presentato dal professor Michelangelo Gaglio, uomo dalla dotta quanto fluida cultura, che ha posto quesiti, interrogativi ma anche ampiamente illustrato i contenuti ed il significato di quest’opera. Gaglio ha articolato il suo intervento alternandosi con la lettura dei brani di riferimento del libro di Armeli, assieme ad alcuni versi della poesia “La Ginestra” di Giacomo Leopardi e uno stralcio del discorso pronunciato da Paolo Borsellino in onore di Giovanni Falcone ad un mese dalla morte “per il suo impegno profuso per amore” tutti intensamente letti da Ornella Fanzone.
Replica, precisa, stigmatizza ma anche chiarisce, sempre in veste personale, con vene di pessimismo ma anche con grande intensità emotiva e partecipativa Luciano Armeli Iapichino, dando vita ad un dibattito – una decina di interventi, tra giovani e rappresentanti del mondo scolastico e della cultura locale.
Tutte le persone presenti, catturati  dalla vis polemica molto stimolante, divenuta il filo rouge dell’incontro, possono dire di essere divenuti veri protagonisti di una giornata letteraria intensissima  e per certi versi inusuale.
Nino Armenio l’editore intervenendo ha lanciato l’idea di dare vita ad una stagione culturale d’ampio respiro, suggerimento accolto dall’assessore alla cultura brolese, Maria Ricciardello, che ha già presentato un progetto di “the letterari” coinvolgenti tutte le case editrici siciliane e che si avvierà subito dopo l’estate e che prevede , quale ambito degli incontri, oltre la sala multimediale, luogo particolarmente adatto al genere, anche altri siti , più vicini ai giovani, quali pub , birrerie e creperie.
Salvo Messina, il sindaco, nell’intervento di apertura, non limitandosi solo ai saluti, ha evidenziato l’impegno dell’amministrazione che ha avviato una vera e propria crescita culturale della collettività locale.
Ha curato le pubbliche relazioni della manifestazione Beatrice Rasizzi Spurio mentre gli aspetti tecnici e gestionali sono stati gestiti i dallo staff dell’ufficio turistico comunale.

Massimo Scaffidi

note tecniche
ARMELI IAPICHINO LUCIANO è nato a Galati Mamertino, in provincia di Messina, dove vive. Laureato in Filosofia presso l’Università degli studi di Messina, insegna Lettere nella Scuola Secondaria di I° “S.Giovanni Bosco” del suo paese. Agguerrito sostenitore della teoria secondo cui la “conoscenza” , ricerca inesauribile del sapere ed unico lusso nella consumistica e fallita società contemporanea, sia l’unico rimedio ai mali sociali, con Il Tiranno e l’Ignoranza è alla sua prima pubblicazione.

il Libro
testo tratto dal sito internet dell’autore: www.civiltaaltramonto.it
Dopo secoli di evolutivo progresso il mondo sembra aver esaurito la luce della civilizzazione e nelle tenebre della sua azione auto-distruttrice risponde, schiavizzato, alle logiche del nuovo ed ultimo Tiranno planetario: l’Ignoranza.
Parassitismo ed Inettitudine, Frustrazione ed Invidia, Pregiudizio ed Asfissia spirituale regolano le dinamiche relazionali nel III Millennio.
John W. McAllyster è l’emblema di una minoritaria categoria sociale: quella dei disadattati, umili assetati del “sapere” e portavoce di modelli di pensiero e comportamentali illuminanti e civili, che affrontano quotidianamente lo sterminato esercito del Tiranno ed il suo credo esistenziale anacronisticamente incomprensibile.
“Un uomo ben integrato in uno di quei pochi lembi di civiltà rimasti, ancora per poco, fuori dalla conquista del Tiranno; lembi non ancora espugnati dai feroci “conquistatores”, pronti a porre in essere una fiera azione di conversione ed imporre i loro modelli.”
Deertown, (“Deer” etim. ingl = cervo – etim. grec. = nebros =”Nebrodi”, “Città dei Nebrodi”, luogo di fantasia collocato nella Sicilia Orientale da cui l’autore da origine alla sua nichilistica osservazione) rappresenta la nuova utopia, non quel luogo che “non c’è”, quell’ideale società perfetta e vagheggiata dai filosofi del passato, ma uno spazio del “nulla” angosciosamente esistente che il Tiranno ha eletto a baratro sociale e necropoli del pensiero.
recensione di Milena Vigneri, tratta dal sito dell’autore.
“Il Tiranno e l’Ignoranza”, edito da Armenio, opre prima del professore, giovane filosofo contemporaneo, Luciano Armeli, è espressione di un’anima intellettuale, sensibile e consapevole dei mali che affliggono il proprio tempo. Il tiranno del terzo Millennio è l’ignoranza, fardello sulle spalle di questa società ottenebrata da imperanti modelli distruttivi, volti a ribaltare quella gerarchia di valori che è condizione essenziale per l’autoconservazione.
L’originalità dell’opera si realizza a partire dalla commistione dei generi letterari presenti: romanzo, saggio, invettiva. L’ibridazione letteraria diviene uno strumento per condurre una riflessione sulla società contemporanea, massificata, materialista, vuota, superficiale.
Il protagonista, John W. McAllyster è emblema di una categoria sociale minoritaria, che combatte il regresso e l’involuzione di una civiltà al tramonto. John, paladino della conoscenza, di valori illuminanti e civili, affronta il tiranno col solo scudo del sapere. E, colpito duramente dai dardi dell’ignoranza viene condannato ad un triste epilogo.
Lo spazio in cui si muove l’azione è Deertown, un’immaginaria città dei Nebrodi, luogo in cui l’autore del romanzo vive, spazio reale e simbolico, collocato nella Sicilia orientale.
La dimensione spaziale dà avvio alla ridefinizione del concetto di utopia, da società ideale e vagheggiata, ma irrealizzabile e quindi inesistente, a “spazio del nulla” – come lo definisce lo stesso autore – angosciosamente esistente che il Tiranno ha eletto a baratro sociale e necropoli del pensiero”.
Diversificato è il retroterra filosofico-letterario di cui l’opera si nutre, primo fa tutti, il concetto di nichilismo che nega l’esistenza di un determinato e assoluto sistema di valori, ed assume una chiara connotazione nell’annuncio nietzscheano della morte di Dio.
“Dio è morto” e con lui i valori e la morale tradizionale, lasciando l’uomo smarrito e disorientato. “Assistiamo – afferma il Professore Armeli – a un capovolgimento di valori e accogliamo tutto con entusiastica indifferenza”.
L’umanità, sprofondata nell’angoscia e nel caos, sta attraversando, in questo momento storico, una crisi planetaria che il sociologo francese Edgar Morin definisce “fase damoclea”.
“L’euristica – ci spiega il Professore – intesa come ricerca di una soluzione che possa fermare il declino dell’umanità e che nei secoli ha partorito sistemi etici, politici, sociali, religiosi non ha portato a un equilibrio planetario e – conclude Armeli – ha meritato il Nobel del fallimento”.
Dall’immersione dell’individuo in questo flusso di aberrazioni e brutture si origina la morte esistenziale, morte intra nos, che fa emergere quella potenziale carica auto-distruttiva insita in ogni individuo, irrompendo sulla scena del mondo come espressione di protesta.
“Un romantico contemporaneo – per definizione del suo stesso creatore – un uomo che ha bevuto dal calice dei sacrifici per migliorare la sua condizione sociale e si ritrova estraneo  nel vivere contemporaneo”. Che ci sia identificazione tra l’autore e il protagonista del romanzo, tra John W. McAllyster e Luciano Armeli è lo stesso Professore che ce lo conferma: “Totale identità di pensiero – ci dice – ma se per McAllyster vi è un risvolto nichilistico, l’autore non è ancora uscito di scena, ed è per questo – conclude il professore – che ho creato un portale www.civiltaaltramonto.it che è un tentativo finalizzato ad alimentare la riflessione e scuotere le coscienze nel caos odierno”.

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