Costituzione e scuola pubblica, quindi, un connubio sul quale, ultimamente, si è urlato tantissimo nelle piazze di tutta Italia, segno della necessità diffusa e condivisa di difenderne l’importanza dei ruoli e rappresentare la necessità di reagire, con urgenza, alla politica di un Governo volta a privilegiare le forme di istruzione privata.
Ed è su questo punto che l’insegnante della F.L.C., esprime il proprio punto di vista sul piano dei valori: ”Secondo l’ordinamento che è pensato per il nostro Paese, le pari opportunità per bambini del nord e del sud, italiani e stranieri, parte e si materializza nella scuola. Lo stato attraverso la scuola pubblica dà pari opportunità al figlio del povero come quello del ricco. Noi tutti i bambini li accogliamo, da insegnanti della scuola pubblica, come sangue del nostro Stato, del nostro futuro”.
Qui, si rivolge, in particolare, agli insegnanti delle zone periferiche, della provincia, dove la scuola pubblica è l’unica risorsa, dove non ci sono altri punti di riferimento se non quelli dello Stato.
Il prof. Rosario Battaglia, docente di Storia moderna a Scienze politiche, ha raccontato la storia ed i significati della Carta Costituzionale, leggendo e commentando articoli della stessa, soffermandosi sulla separazione dei poteri, argomento di grande attualità, alla luce delle ultime vicende giudiziarie che coinvolgono il premier, culminate con la proposta del Governo di riforma della giustizia.
Giulia Zuccotti, Daria Lucchesi, Elena Castano, Arianna Maugeri, Martina Abate, dell’Unione degli Universitari, animatrici della manifestazione, hanno letto e commentato pezzi di Piero Calamandrei, grande giurista e membro della Costituente, scomparso nel ’56, ed in questo momento figura più volte celebrata ovunque si parli di Costituzione. Sempre riguardo quest’ultima, sono stati letti anche alcuni pensieri espressi a suo tempo da Enrico Berlinguer.
Si è poi proceduto alla lettura di due lettere inviate a Berlusconi da altrettanti insegnanti, in risposta alla dichiarazione di quest’ultimo, circa il concetto di “educare” ed “inculcare“, che descriveva la scuola di Stato come luogo “dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli educandoli nella famiglia”.
Da qui, la più che giustificata presa di distanze di tutto il mondo scolastico, che della distinzione tra i due concetti ne ha sempre fatto una ragione fondamentale: gli insegnanti della scuola di Stato “educano”, non “inculcano”.
Marco Letizia, studente universitario che si sta battendo in difesa dei valori democratici in vari ambiti, intervenendo alla manifestazione, facendo con una breve analisi storica della Costituzione e comparandola con la realtà attuale, esprime così il proprio giudizio, condiviso da tantissimi colleghi: “Oggi questo progetto di costruzione messo in atto nel ‘48 è diventato un progetto di distruzione della scuola pubblica, dell’università, della ricerca, e si è visto con la riforma Gelmini”. E quanto ad infrastrutture, lo studente dice: “La maggior parte degli istituti scolastici della provincia di Messina sono inagibili”, e sull’argomento, rapportando la Costituzione all’attualità messinese, fa dei chiari riferimenti: “Essa è da difendere anche a livello locale, osservando ciò che sta succedendo al nostro territorio.
Ad esempio, il progetto di un’opera dannosa come il Ponte sullo Stretto, ha già sottratto spazi e fondi al territorio ed alla nostra Università”. Il riferimento va, ovviamente, all’incubatore d’imprese, destinato alla formazione degli studenti messinesi, ceduto invece ad Eurolink per realizzare il quartier generale per la realizzazione della mega opera.
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