Si chiedeva Scaffidi “Ma cos’è davvero un calendario? Un oggetto e insieme un’astrazione – evidenziava il presentatore quasi dandosi una risposta – da sempre strumento per regolare il tempo della natura e insieme quello del lavoro, il tempo cosmico e quello contadino, il tempo collettivo e quello individuale,delle guerre e della pace, il calendario è un oggetto scientifico e contemporaneamente anche un oggetto culturale che fa parte del nostro quotidiano. Lo esponiamo in casa, ne diventa arredo… ne dimentichiamo la presenza fin quando non ci serve – aggiungendo che – Superata l’idea di unirlo a rammentarci le credenze religiose, le fasi lunari, la data dell’ultima bombola del gas montata, l’inizio delle mestruazioni per rammentarne il ciclo, l’assegno in scadenza, rimane un oggetto sociale”.
Come quello realizzato da Bart che si impadronisce del tempo, e che, prima ancora dell’orologio, ne gestisce lo scorrere dei giorni, delle settimane, dei mesi e che ci accompagna per un anno.
Così questo calendario mette insieme cose che non stanno facilmente insieme: l’alternanza del giorno e della notte, la successione delle fasi lunari, ci parla di terra e di mare, dei cicli stagionali, di feste e processioni… ci parla di Piraino della sua gente, di frazioni e contrade e delle sue feste”
E poi ci fa vedere la Guardiola, simbolo al di là dei campanilismi, di tutto il comprensorio… nel nome della Bellezza.
Così anche quest’anno Nino Bartuccio, da perfetto alchimista, con la sua macchina fotografica unisce tutto questo, “crea” e rinnova, rendendo originale, attraverso le sue foto, un’idea vetusta, un calendario, dal ritmo mensile, che come spiega Jacques Le Goff, è la grande invenzione umana dove tutta la nostra vita, affettiva e fantastica ci entra dentro e ci proietta in avanti, in quell’anno prossimo, il 2020, dove le foto ci fanno respirare quasi addomesticandone il tempo che oggi ci appare frantumato in unità sempre più piccole, e che qui prende ritmi senza tempo.
le foto sono di Carmelo Lenzo