Un gesto dal forte impatto simbolico ha caratterizzato la giornata politica di ieri a Montecitorio. Durante il Question Time alla Camera dei Deputati, incentrato anche sul mancato riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina da parte del Governo italiano, i deputati e le deputate del Movimento 5 Stelle si sono presentati in Aula indossando giacche e magliette nei colori verde, bianco, rosso e nero, a formare visivamente la bandiera palestinese sui banchi dell’emiciclo a loro riservati.
Una protesta silenziosa ma eloquente, studiata nei dettagli, per ribadire la richiesta che l’Italia si unisca agli altri Paesi europei che hanno già riconosciuto la Palestina come Stato sovrano, in coerenza con le risoluzioni dell’ONU e con il diritto internazionale.
“Questa bandiera la mettiamo sulla nostra pelle”
Durante l’intervento in Aula, i parlamentari del M5S hanno motivato la loro scelta con parole forti: “Oggi questa bandiera non la esponiamo, altrimenti ce la strappate via. Oggi la mettiamo sulla nostra pelle. Perché questa non è più solo la bandiera della Palestina. È la bandiera universale di chi lotta per l’umanità.”
Con questo gesto, il Movimento ha voluto denunciare l’inazione e il silenzio del Governo Meloni rispetto a quanto sta accadendo a Gaza e nei territori palestinesi, dove – secondo i parlamentari grillini – si sta consumando “uno sterminio di massa sotto gli occhi del mondo”.
“Siete e sarete colpevoli di aver saputo, di aver taciuto e di aver voltato lo sguardo mentre un popolo veniva sterminato,” ha tuonato una deputata dai banchi dell’opposizione, tra il silenzio imbarazzato di alcuni e le proteste di altri gruppi parlamentari.
Il gesto dei deputati M5S ha immediatamente suscitato reazioni contrastanti.
Da un lato, solidarietà da parte di alcune organizzazioni umanitarie e associazioni per i diritti civili, che hanno definito l’azione “un atto di coraggio necessario”.
Dall’altro, accuse di strumentalizzazione politica da parte di alcuni esponenti della maggioranza, che hanno bollato la protesta come “spettacolarizzazione fine a se stessa”.
Non è la prima volta che l’Aula diventa teatro di azioni simboliche di questo tipo. Tuttavia, la tensione crescente legata ai drammatici sviluppi della crisi in Medio Oriente rende ogni gesto – anche apparentemente semplice come il colore di un abito – un messaggio politico potente.
Il riconoscimento della Palestina torna al centro del dibattito
Il Movimento 5 Stelle, da mesi, sollecita il Governo italiano affinché riconosca formalmente lo Stato di Palestina, in linea con quanto già fatto da Spagna, Norvegia, Irlanda e da diversi altri Paesi europei. Una richiesta che si inserisce in una campagna più ampia volta a fermare le forniture di armi verso Israele, sostenere il cessate il fuoco permanente e rilanciare la prospettiva di una soluzione diplomatica fondata sulla formula “Due popoli, due Stati”.
L’iniziativa parlamentare di ieri si inserisce dunque in un contesto di crescente pressione politica e sociale per un cambiamento della posizione italiana in politica estera, e potrebbe essere solo l’inizio di nuove mobilitazioni anche a livello istituzionale e territoriale.
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