di Marcello Russo
In un precedente articolo mi ero giàoccupato della candidatura della cittàpalermitana ad ospitare le olimpiadi del 2020, prevedendo che sarebbe stato impossibile a causa del disfattismo di alcuni siciliani e del razzismo di alcuni italiani; avevo, anche, tenuto conto dell’attitudine di una certa schiera di politici siciliani a prendere ordini da terre oltremare facendo un danno alla nostra isola, ma non avrei mai immaginato che un politico potesse rinnegare in pubblico se stesso ed il proprio operato e contemporaneamente mantenere il proprio posto. Cammarata, difatti, ha dichiarato di non voler far fare figuracce alla città, sostenendo di non esserci le condizioni infrastrutturali per organizzare tale evento. Dichiarazioni del genere me le sarei potute aspettare dal Presidente del C.O.N.I., ma non da colui che quella cittàla gestisce da ben due mandati.
Il sindaco non ha fatto altro che ammettere la propria inettitudine e quella della sua giunta ed in questo caso credo che le dimissioni siano duopo.
Cammarata oltre ad essere ingenuo, per le dichiarazioni rilasciate, è anche ipocrita, in quanto nel 2001 l’allora Presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, aveva proposto la candidatura di Palermo alle olimpiadi del 2012 ed in quel caso non ci fu l’opposizione del Sindaco, ma anzi una propositiva collaborazione, e non ci fu nemmeno l’attacco mediatico contro tale proposta.
Ma cosa può cambiare in meno di dieci anni? Se ci fosse la volontàmolto, ma in questo caso specifico non trovo nessuna sostanziale differenza a livello infrastrutturale tra la Palermo di allora e quella di oggi; forse la soluzione all’enigma la dobbiamo ricercare nella mutata geografia politica.
Il problema inizia quando l’attuale Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, entra in contrasto con i partiti “nazionali†presenti all’A.R.S, in realtàdi nazionale hanno ben poco visto che hanno sempre difeso gli interessi di una determinata porzione territoriale, e che ha portato all’estremo gesto del Presidente di azzerare la giunta regionale e di ricrearne una nuova escludendo o riducendo la presenza di quei partiti che, a suo dire, impedivano la realizzazione del programma elettorale, cioè U.D.C., ma soprattutto P.D.L.
Nel frattempo all’interno del P.D.L. è successo lo scisma condotto da Gianfranco Miccichè, con il compiacimento di Gianfranco Fini, che ha portato prima alla consegna delle tessere di partito degli scissionisti e poi alla nascita di un nuovo gruppo politico che il sottosegretario avrebbe voluto chiamare Pdl-Sicilia, ma che i dirigenti del pdl hanno impedito, ponendo il veto, a causa della somiglianza del nome; alla fine, però, Miccichè ha avuto la meglio potendo ufficializzare la costituzione del Pdl-Sicilia.
Raffaele Lombardo da politico che cerca di divincolarsi dalla ragnatela dei partiti italiani, che hanno tenuto immobilizzata la politica siciliana per più di sessant’anni, non ha potuto che felicitarsi della svolta “separatista†di Miccichè e dall’appoggio che la sua corrente gli ha dato in seno al Parlamento siciliano anche quando era all’interno del Pdl; ora con il neo nato Pdl-Sicilia il sostegno a Lombardo è ufficiale.
Tornando al nostro Cammarata, egli appartiene al Pdl; in questi anni di suo operato da Sindaco non è stato proprio una formichina, ma ha attuato la politica dello spendi e spandi, tanto poi papào meglio il “papi†copre tutto elargendo finanziamenti pubblici.
Una tale situazione pone Cammarata in posizione di sudditanza e di ricattabilitàe lo fa diventare una marionetta i cui fili possono essere agitati, da chi li detiene, a proprio piacimento.
È proprio in quest’ottica che vàletto il “no†di Cammarata alla candidatura di Palermo, proposta dal Governo siciliano. Berlusconi vuole mettere il bastone tra le ruote ai due ribelli Lombardo e Miccichè ed in questa occasione ha trovato la complicitàdi Cammarata, ma, ovviamente, questa è una guerra di logoramento e non finiràdi certo qui. I ribelli hanno perso questa battaglia, ma l’esito della guerra è ancora da decidere; l’unica cosa certa è che essa avràripercussioni anche al di fuori dei confini siciliani.
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