Cari sindaci, domani abbiate la decenza di non chiederci più di votare i “soliti†partiti.
Il giorno della rabbia è arrivato: domani, venerdì 19 febbraio con inizio alle 9.30, Capo d´Orlando diventeràil luogo fisico dell’aggregazione, un salvifico contenitore di delusione, rabbia, dolore, disappunto, il luogo ideale del confronto tra coloro che “non si sentono sconfitti”.
L´appuntamento è presso il cine-teatro “Rosso di San Secondoâ€Â, dovrebbero esserci tutti, dai primi cittadini dei comuni dei Nebrodi interessati al fenomeno, più di quaranta, ai sindacati, le scuole, i rappresentanti del mondo del lavoro, del commercio, ma soprattutto dovrebbero esserci i Cittadini, penalizzati da una viabilitàperennemente interrotta, martoriata, usurpata dall’incuria, dall’indifferenza che rende precaria qualunque interazione, lavorativa, affettiva, ricreativa, sociale, tanti cittadini, contribuenti, elettori provenienti da una diversa e peculiare geografia, i Nebrodi, accomunati dal medesimo disagio.
Lo stato d’abbandono in cui versa “l’isola immersa in un mare di luceâ€Â, in particolare la provincia di Messina, dàl’idea di un sud del sud, di un niente nel poco, di una guerra tra poveri, pavidi, egoisti per censo, apparentemente utili solo a rimpinguare le risorse elettorali dei soliti noti, dei soliti partiti, dei soliti piacioni della politica, senza eccezioni di colori e bandiere, pronti però a raccogliere e rilanciare il consensuale ricatto del benessere individuale.
Nel mare magnum dell’egoismo, dell’opportunismo, le risorse economiche vanno nelle direzioni più disparate, perfino insensate, come i trionfali monumenti all’altrui megalomania, come il PONTE sullo Stretto, necrosi sinaptica che a breve, stando all’evidenza, non riusciràpiù neanche a collegare, mettere in comunicazione, i neuroni di chi lo reclama come indispensabile, vitale per la sopravvivenza del territorio.
Sì.. ma quale territorio?..
All’angoscia dell’essere ultimi nel niente, si aggiunge Facebook, moderno luogo d’aggregazione ed interazione sociale, dove l’ennesimo idiota, gruppo di idioti, figli di degni genitori e dell’immagine che la politica moderna dàdi se, fa volare alto l’inno allo sprofondamento, all’alienazione fisica, quale naturale, divina, perfino logica conseguenza dell’essere ultimi.. nel niente.
A Capo d´Orlando, la gente dei Nebrodi attueràforse il primo vero sciopero generale del comprensorio per rivendicare il diritto d’esserci, d’appartenere ad una terra, una manifestazione di protesta utile ad accendere i riflettori, sollecitare l´attenzione delle istituzioni, della politica, sul degrado non solo viario o geologico, di una piccola porzione di suolo nazionale.
Sindaci e cittadini insieme, contro il pressapochismo, la superficialitàdi una politica latitante, che sa paternamente, e spesso pateticamente, accorrere, ma che di certo non risolve, traslando comodamente ad altri, quasi entitàsovrannaturali, le competenze; sindaci e cittadini contro enti cronicamente “assenti”, tutti, come l’Anas, la Provincia Regionale, la Protezione Civile, le Ferrovie, il Consorzio Autostradale, quest´ultimo oggettivamente lontano dalle reali necessitàdi quei stessi cittadini che ne garantiscono la sopravvivenza, un ente, al pari dell’Anas, a dir poco offensivo per silenzioso e colpevole immobilismo.
Dire qui ciò che è necessario fare oggi, straordinaria emergenza, corrisponde al rammentare ciò che sarebbe stato opportuno in un quadro di ordinaria manutenzione, monitoraggio, prevenzione, azione sollecita contro il “normaleâ€Â, arcinoto, rischio idrogeologico.
Oggi lo sdegno e l´indignazione, ma fra un mese, voteremo ancora costoro?
Saremo ancora disponibili a favorire, gratificare, agevolare l’ascesa di quei partiti che oggi ci hanno reso ultimi nel niente, sud del sud?
Che ci hanno, con scienza e coscienza, consensualmente o no, abbandonati, tenuti alla catena, da sempre?
“Ai posteri l’ardua sentenzaâ€Â, dal canto nostro, cari sindaci, abbiate la decenza di non chiederci più di votare i “soliti noti†e che di fatto vi sostengono, la misura è colma.
Daremo plauso a quanti, nei diversi ruoli, politico-istituzionali, si spenderanno, a coloro i quali in queste settimane si sono dati da fare, talvolta con risultati sorprendenti, non ci convince affatto “l´inefficiente, doloso, autoreferenziale apparato politico” che, passata l’emergenza, non risolti i problemi, fra un mese o due, si mobiliteràper captare consensi, nello specifico, quei primi cittadini, consiglieri provinciali, deputati nazionali e regionali che domani, nonostante l’oggi, avranno la faccia tosta di chiedere sostegno elettorale in favore di chi, di fatto, li sostiene e ci relega a sud del sud.
Ci piace di più Enzo Sindoni che, contrariamente ai colleghi amministratori che domani presenzieranno allo sciopero, è difficile da etichettare sotto il profilo partitico, pur avendo mantenuto nel tempo una precisa ideologia politica, che dice a chiare lettere ciò che pensa in barba ai servilismi di maniera, che sembra muoversi come un elefante in un negozio di cristalli, insofferente alle “piccate” dei Formica di turno, che decide e fa, magari sbagliando, ma fa, con i suoi mille lati oscuri, inclinazioni caratteriali spesso dure, altre temerarie, come si addice ad un leader.
I capipopolo danno entusiasmo, alzano il tiro, indicano l´obbiettivo, tracciano la strada, spesso non smussano angoli e vanno per l´unica “tangente” che piace, dritti, inesorabili, verso all´obbiettivo.
Quando mediazione e compromesso segnano il passo è utile fare, comunque fare.
Lo sciopero di domani vuol essere un rigurgito di dignità, un modo per sentirsi ancora vivi in un mondo di morti, per prendere le distanze da stantie logiche di gestione del potere, per questo bisogna esserci, per dire no anche alla comoda strategia del qualunquismo, per essere vicini ai sindaci purché si affranchino da giacchette da tirare, lustrare al bisogno, per dare appoggio a chiunque abbia voglia ed orgoglio di spendersi, li voteremo anche se non militeranno nel partito “di sempre”.
“La libertàsi conquista…. altrimenti non è libertà“, diceva negli anni ottanta un terrorista, affermando di fatto una grande verità. I diritti sono innegabili, non possono essere barattati col voto. Questa la ragione, l’unica, per essere presenti domani a Capo d´Orlando.
Ultima notazione doverosa. A coloro i quali domani visiteranno i Nebrodi per dovere d’ufficio e che proprio in questi giorni hanno arditamente accostare il loro privilegiato, personale disagio giudiziario, alle catastrofi morali e fisiche, patite da coloro che hanno sfortunatamente perso affetti, casa, lavoro, speranza, futuro a causa di eccezionali eventi calamitosi, suggeriamo la decenza, oltre che l’eleganza, di tacere.
La Redazione di Scomunicando.it
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