Al Museo Regionale Accascina di Messina si è conclusa tra gli applausi la rassegna “Musiche per il Museo”, articolata in tre serate, dal 10 al 12 aprile.
Protagonista la Filarmonica Laudamo Creative Orchestra, suddivisa in svariate formazioni, con concerto finale dell’ensemble al completo. Il mini festival, ideato, organizzato e diretto da Luciano Troja, sabato sera, con platea sold out, è stato dedicato alle opere di Caravaggio e dei caravaggeschi Mario Minniti e Alonso Rodriguez. Come la sera precedente, nella rampa della sezione medievale si è esibito l’Open Pelican Collective, diretto dal sassofonista Carmelo Coglitore. A seguire, nella Sala Montorsoli, straordinaria esibizione di ben 4 duo: Santangelo – Ferraro; Troja – Mazzù; La Fauci – Franzini; Conti – Milasi. Dopodiché, gran finale con “Caravaggio in Three Acts”, in prima esecuzione assoluta della Filarmonica Laudamo Creative Orchestra, alla cui direzione si sono alternati Rocco John Iacovone, Luciano Troja e Giancarlo Mazzù.
Terza e ultima serata di “Musiche per il Museo”, al Museo Accascina di Messina, con platea sold out, dedicata a Caravaggio. Meglio di così non poteva andare. È stato un modo alternativo ed inclusivo per vivere l’arte in tante sue dimensioni e sfaccettature, e far conoscere e osservare i tesori del Museo regionale di Messina attraverso un evento d’eccellenza in un contesto unico, speciale.
Dopo il consueto incontro d’accoglienza presso la Rampa B con “Musiche per un leggio in forma di pellicano” degli otto fiati diretti da Carmelo Coglitore, la Sala Montorsoli, platea centrale dell’evento, ha ospitato la serata dedicata alle opere caravaggesche.
La sezione “Musiche per il Miracolo della Vedova di Naim” di Mario Minniti, del 1620, ha offerto i primi duetti della serata dedicati alle opere, che resteranno nel ricordo di tutti per la profondità e l’intensità che hanno dimostrato quanto a composizione e improvvisazione. Giovanni Santangelo al piano e Deborah Ferraro all’arpa: la loro preparazione classica decolla laddove vola il pensiero, approdando attraverso l’improvvisazione in una dimensione suggestiva, consona al “miracolo” cui sono dedicate quelle note. Prosegue lungo questo percorso il duo, super affiatato e collaudato, Luciano Troja, piano e Giancarlo Mazzù, chitarra. Qui il paesaggio sonoro riprende densità e si riappropria di visioni e improvvisazioni jazz dagli effetti straordinari. È un “miracolo” contemporaneo che si rivela all’improvviso, sulle due sponde dell’oceano.
Musiche per “La Strage degli Innocenti”, di Alonso Rodriguez, 1660 – 1624. L’opera, in virtù dei suoi contenuti, riflette inevitabilmente le drammatiche realtà attuali dei luoghi di guerra.
Erika La Fauci al piano e Fabrizio Franzini alla batteria. Frammenti di “Variations in A Minor”, scritte dalla pianista, è la proposta del duo. “Per Variazioni – dice Erika La Fauci – si intendono quelle del dolore delle donne che perdono il loro figli innocenti. Il dolore non è mai uguale a sé stesso. La sintesi dell’opera è la dinamica del dolore”. La gioia dei bambini e l’improvviso spegnimento del loro sorriso, dalle note lieti al frastuono, il passo è fin troppo breve. Nel dialogo tra piano e batteria, c’è l’animo di tradurre in note, suoni e ritmo il tema annunciato. Nella chiusura risuona una nota di speranza.
Marcello Conti al piano e Bruno Milasi alla batteria. La scelta del pianista è caduta su John Coltrane. “Si è speso per i diritti civili e attraverso Alabama ha denunciato la strage degli innocenti da parte del Ku Klux Klan nei confronti di una comunità afroamericana”, ha tenuto a precisare Marcello Conti all’inizio del suo set. Dopo aver omaggiato la leggenda del jazz, il duo ha proposto “Ancora piove”, brano del pianista, composto in occasione dell’alluvione in Romagna.
Ultimati i set con la Filarmonica Creative Orchestra frazionata in varie formazioni, per l’ultimo atto di questo speciale evento di tre serate al museo, l’orchestra si è ricomposta in tutto il suo ensemble:
Special guest, Blaise Siwula, clarinetto, sax alto e tenore; Rosalba Lazzarotto, voce; Antonino Cicero, fagotto; Carlo Nicita, flauti; Carmelo Coglitore, clarinetto; Giovanni Randazzo, sax tenore; Daniele Colistra, sax alto; Gabriele Freni, Demetrio Spagna, sax tenore; Giovanni Alibrandi, violino; Deborah Ferraro, arpa; Nicolás Tognola, bandoneon; Marcello Conti, Erika La Fauci, Giovanni Santangelo, piano, tastiere; Domenico Mazza, basso elettrico; Filippo Bonaccorso, Federico Saccà, Bruno Milasi, Fabrizio Franzini, batteria, percussioni.
“Caravaggio in Three Acts”. Suite suddivisa in tre parti, appositamente composta per “Musiche per il Museo”, è stata eseguita per la prima volta in assoluto. La prima parte, composta da Rocco John Iacovone, è dedicata alla “Resurrezione di Lazzaro”, così come la terza, scritta da Giancarlo Mazzù. La seconda, composta da Luciano Troja, è ispirata all’ “Adorazione dei Pastori”.
Ciascuno di loro ha diretto l’orchestra all’esecuzione del proprio brano.
Rocco John Iacovone si è applicato su un jazz fondato su scelte provenienti dalla tradizione del continente americano, alternato con profili variegati per dare spazio ai solisti. Una “resurrezione” laica e piacevolmente eretica, rispetto ai canoni della tradizione.
Luciano Troja ha offerto un adagio dal forte sentimento fondato sulla coscienza popolare, una marcia lenta, un movimento corale, significativo di un incedere profondo e contemplativo. Un’adorazione, per l’appunto.
Anche Giancarlo Mazzù ha scelto una “resurrezione” piena, briosa, basata su un jazz orchestrale variegato, ben articolato e distribuito in tutte le sezioni.
Arte per l’arte: nella sua ultima estemporanea serale, Denise Iacovone ha realizzato un dipinto ispirato al “Concerto”, altro capolavoro di Caravaggio conosciuto anche come “I Musici”, opera custodita al Metropolitan Museum of Art di New York.
Ennesima conferma di questo ponte ideale e virtuoso che collega Messina e i musicisti dello Stretto che formano la Filarmonica Laudamo Creative Orchestra con gli USA. Collaborazione artistica stavolta supportata e condivisa in eccellente sinergia con il Museo Accascina di Messina.
Testo e foto di Corrado Speziale
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