Infatti il Gip di Patti, Eugenio Aliquò, ha nella sua analisi ritenuto che “non sussistono esigenze cautelari connesse al pericolo di inquinamento delle fonti di prova, posto che il procedimento si trova già nella fase successiva alla chiusura delle indagini preliminari ed il materiale probatorio raccolto è il larga parte costituito da poderose acquisizioni documentali”.
Il giudice ha evidenziato che “dall’esito delle intercettazioni telefoniche e ambientali non risultano elementi che possano far ritenere che Carmelo Arasi si sia adoperato al fine di esercitare pressioni indebite finalizzate a influenzare future audizioni sui soggetti che hanno reso dichiarazioni di interessi investigativi in qualità di persone informate sui fatti”.
Sulle decisioni del giudice hanno influito anche il tempo trascorso dalla commissione dei fatti contestati, al massimo nella seconda metà del 2013, dalla lunga applicazione delle misure cautelari che hanno interessato Carmelo Arasi – dalla custodia in carcere, all’obbligo di dimora. fino a quello della firma. ma anche il clamore mediatico di tutta la vicenda che, scrive il giudice, sono stati elementi di pressione sui comportamenti di tanti, ma viene anche e sottolineata la condotta tenuta dal ragioniere in questi mesi a “cui carico non risulta segnalazione di inottemperanza alle prescrizioni imposte”.
Quindi da ieri Carmelo Arasi è un uomo libero, in attesa della prima udienza del processo sui cosiddetti “mutui fantasma” che travolse l’amministrazione comunale passata.
E con questo nuovo status, stamani, il Ragioniere ha chiesto di essere riammesso in servizio.
Ora su questo dovrà pronunciarsi l’apposita commissione comunale, mentre lui annuncia una difesa agguerrita al dibattimento.