Anche noi, come spettatori impotenti, assistiamo al degrado sociale, allo smantellamento di realtà lavorative, cooperative, negozi che spariscono, lasciando il grande vuoto, in una città come Messina, ormai abituata a tutto, anche ad aver perduto la propria dignità, il valore per combattere, il rispetto per un Domani sicuro.
Questa assenza democratica ci rende privi di logica, dinnanzi al disastro imponente che ci viene proiettato, tutti in fila, a chiedere aiuto, a sgomitare ma invano, in questa perenne inerzia politica, al dramma di Casa Serena, alle prospettive che improvvisamente restano sepolte dalla menzogna di chi ha fallito, costringenodoCi ad una repentina discesa verso il caos della decenza.
L’appello di 124 anziani, il dolore umano di una grande famiglia che rischia di essere distrutta, insieme ai 102 lavoratori.
Il nostro piccolo appello va al Commissario Croce, e a tutte quelle forze politiche ancora in piedi, affinchè si mettano una mano sulla coscienza, e l’altra sul portafogli, avviando in tempi brevi tavoli tecnici per soluzioni rapide e indolori, per scongiurare la chiusura di Casa Serena.
Perchè non attivare gli sms solidali, chiedere aiuto al Governo Nazionale, scrivere al Presidente della Repubblica, come invano abbiamo fatto noi?
Gli anziani sono il nostro patrimonio.
Non venga a mancare da parte di nessuno, l’intenzione di rimboccarsi le maniche, per il bene collettivo di una città sempre più morente.
Salvatore Piconese
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