Erano questi il Bandog, anche detto Tydog, e l’Alaunt: cani tanto forti e possenti da riuscire ad atterrare e bloccare il malcapitato fintantoché non sopraggiungeva il padrone.
Ancor prima, però, aveva fatto la sua comparsa a fianco dell’uomo quel variegato ceppo di cani da combattimento, dai Canes pugnaces romani ai Pugnax britanniae dell’isola britannica, che da secoli avevano dato vita ai combattimenti nelle arene: non solo tra cani ma anche con animali di diversa specie e mole: scimmie, orsi, tori … dando vita ad uno spettacolo tanto crudele, quanto apprezzato dal pubblico dell’epoca.
Cash, ascolta, si fa fare le coccole da Carmelo il suo padrone, mugula e scuote la grossa testa… è un cucciolone, diciassette mesi, trensasette chili, muscoli tirati, insegue frisbee e palline, ama i bambini, e correndo sulla spiaggia di Brolo, mostra grinta e possenza.
Ha un grande passato alle spalle, quello che scorre nel suo dna, e sopratutto un futuro promettente.
Fatto da passerelle vincenti, suoi i successi a Orvieto e Bagheria nei due ultimi concorsi a cui ha partecipato, e poi una carrierà di gigolò.
Infatti chiamato a “montare” in allevamenti di lusso, assicura figli di successo, e per ora il suo cuore batte per Diana, del Kest Kennel Scolamacchia di Barletta, futura mamma dei suoi primi cuccioli.
L’American Pit Bull Terrier (o Pit Bull) è l’incrocio di due razze inglesi il white terrier e l’Old Bulldog a partire dalla fine del XIX secolo non riconosciuta come razza dalla FCI (Federazione Cinologica Internazionale) né dall’ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana).
Origini e storia
Pit in inglese significa “fossa, arena”, per cui è facile capire quanto le origini dell’American Pit Bull Terrier siano legate al mondo dei combattimenti fra animali.
Volendo risalire agli albori del rapporto fra l’uomo ed il cane, si potrebbe sfociare nella mitologia: il Molosso, prende il nome dal figlio di Andromaca e di Neottolemo (il figlio di Achille), un cane di notevole taglia, forza straordinaria, con il muso corto e largo. Anche gli Assiri sfruttavano le caratteristiche dei molossi sia in guerra che in attività venatorie; la forza, la resistenza fisica e un forte attaccamento al padrone sono peculiarità ancora oggi riscontrabili nell’American Pit Bull Terrier.
Il primo secolo di storia della razza, si intreccia con quella dell’American Staffordshire Terrier, fino agli anni trenta del XX secolo, quando si cominciarono a separare due tipologie distinte.
Standard
L’UKC pensa ad un cane più moderno e che in qualche modo lasci alle spalle i retaggi del passato. Il cane ha una forma più compatta, una taglia leggermente maggiore (anche se esistono soggetti ADBA che possono aver maggiori dimensioni rispetto ad un UKC), testa a forma di mattone quindi leggermente più schiacciata rispetto ad un Pit Bull ADBA, e nel corso degli anni la selezione caratteriale UKC ha represso alcuni istinti tipici dell’American Pit Bull Terrier.
Al contrario l’ADBA “vuole” un cane molto più rustico, da lavoro allevato alla vecchia maniera, senza badare molto ai canoni estetici: un “potenziale combattente” che dia il massimo di sé in ogni situazione. L’ADBA si presenta più leggero e agile; caratterialmente mantiene integra quel “gameness” (ardimento, coraggio) che lo ha sempre distinto dalle altre razze canine.
Carattere
Nelle cronache mediatiche, questo cane è stato spesso additato come esempio di razza particolarmente feroce e pericolosa. Secondo il divulgatore David Alderton, probabilmente contro l’American Pit Bull Terrier è stato promulgato il maggior numero di leggi e normative, più che verso qualunque altra razza canina.
La razza non dimostra normalmente aggressività nei confronti dell’uomo, verso cui un tipico pitbull si dimostra molto amichevole, fiducioso e sottomesso (tanto da non essere considerato un buon cane da guardia).
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