Cronaca

CASTROVINCI STORY – Diffamazione da parte del sindaco, con uso di profili anonimi?… Tutto falso, hanno abusato delle mie connessioni, e lo proverò

Dopo il rinvio a giudizio del sindaco di Torrenova, Salvatore Castrovinci , la nota di chiarificazione del primo cittadino, e un reo confesso che ammette di aver violato il suo wifi

 

La storia si può riassumere, come tante , nel, con profili falsi su facebook rivolgere minacce ed insulti agli avversari politici.

Una denuncia, un’indagine della Procura, quindi il rinvio a giudizio per l’attuale sindaco Castrovinci.

Tutto parte dalla denuncia di Nino Caliò, residente a Torrenova che l’aveva esposta, contro ignoti, nel 2013.

Lui asserendo che aveva, con la moglie,  ricevuto insulti pesantissimi ma anche minacce e dileggi, a cura di alcuni profili facebook – palesemente falsi –  voleva tutela da parte dell’Autorità competente.

Quindi i tecnici della Procura accertavano che quei messaggi provenivano dal collegamento wifi del primo cittadino e da quello di un suo stretto collaboratore -Giuseppe Panesi –

Una vicenda che oltre gli aspetti penali travalica anche in aspetti sociali e politici.

E a Torrenova, dopo che questa è emersa, non si parla d’altro.

Il sindaco intanto dovrà presentarsi all’udienza – la pratica è in mano alla Dr.ssa Rosanna Casabona  – del prossimo 07 settembre per rispondere dei reati di, diffamazione aggravata (Art.595 cp) e attribuzione di di falsi nomi ai propri profili (Art. 494 cp).

I profili fasulli (Roberto Santi Scolaro, Marco Impresario, Giovanni Sucapiano, Robero Rodengo) hanno oltre a denigrare il Caliò e la moglie “insultato”  altre 11 persone appartenenti alla coalizione avversaria alle passate elezioni amministrative.

Castrovinci, ovviamente non ci sta, si difende e scrive chiarendo la sua posizione.

“La notifica, in data odierna, [ieri per chi legge nrdr] del decreto di citazione diretta a giudizio per rispondere del reato di diffamazione e le prime dichiarazioni riportate dalla stampa, mi sorprendono e, al tempo stesso, mi amareggiano.

Dopo aver avuto, nei mesi scorsi, a seguito della notifica dell’avviso ex articolo 415 bis, notizia della indagine a mio carico, presa visione degli atti, ho contestato ogni addebito, provando documentalmente la mia più completa estraneità rispetto ai fatti.

Ciò è tanto vero che, all’esito di un interrogatorio da me richiesto, il pubblico ministero ha dovuto riaprire le indagini procedendo a contestare i medesimi fatti come commessi da altro soggetto che, non sarà certo un caso, ha già anche ammesso le proprie responsabilità, confessando, infatti, di aver violato la mia rete wi-fi.

Fin qui la sorpresa, che nasce dalla consapevolezza della mia piena e totale estraneità rispetto ai fatti. L’amarezza, invece, deriva dal continuare a vedere accostato il mio nome ad una vicenda, cui viene attribuito, peraltro, un significato chiaramente politico.

Valuterò insieme al mio legale di fiducia, la strategia processuale più utile per chiarire, prima possibile, la mia posizione, ma non consentirò ad alcuno di strumentalizzare i fatti per fini privati e meno che mai politici, tutelando i miei diritti in ogni mia opportuna sede.

In tale vicenda, per quanto detto, rivesto di fatto le vesti di persona offesa, rispetto a condotte da altri tenute e confessate”.

Salvatore Castrovinci

 

Redazione Scomunicando.it

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