Le indagini, secondo quanto battuto dall’Ansa stamani, portano a escludere il movente di mafia nella sparatoria di Catania. Lo affermano dalla Procura etnea che indaga sulla sparatoria davanti l’ex monastero dei benedettini del capoluogo etneo in cui sono stati feriti la studentessa Laura Salafia e Maurizio Gravino.
”Tutto lascia fare pensare – spiegano i pm – che dietro alla sparatoria ci siano forti rancori e contrasti”. Non hanno dubbi neppure alla squadra mobile da dove si conferma ”l’estraneità della mafia nella tragica vicenda”.
Tornando al commento di Antonio Guarino, fidanzato di Laura, questo ha aggiunto: ”E’ una notizia bellissima” e continuando: “ ‘Ha anche confessato? Allora – aggiunge – il processo non lo devono fare in un’aula del Palazzo di giustizia ma in piazza e i giurati devono essere giovani studenti universitari….”.
L’uomo che ha sparato in piazza è un impiegato del comune, dove fa il custode, ha confessato ma escluso la tesi della mafia.
La polizia ha arrestato l’uomo, anche grazie all’ausilio delle telecamere di sorveglianza, Andrea Rizzotti, così si chiama, di 54 anni, incensurato, ha confessato di avere sparato, sostenendo però di essere stato vessato e insultato dal suo vero obiettivo: il quarantenne Maurizio Gravino, noto alle forze dell’ordine, ferito gravemente con tre colpi di pistola in faccia.
Intanto continua a preoccupare le condizioni di salute della giovane che ha lesionata la terza vertebra cervicale, almeno secondo quanto riportato stamani dalla agenzie, potrebbe rischiare l’immobilizzazione.
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