Dopo Macerata la Boldrini evoca personaggi e termini cari al terrorismo… Dalla sua frase che citiamo appresso, partiamo proprio da quelle strategie. Dice la Boldrini: “C’è stato un attacco terroristico: un raid razzista fatto da un uomo che è stato anche un candidato dalla Lega, che ha fatto saluto romano, quindi – ha sottolineato – un fascista. Un uomo armato da una pistola ma anche da odio e in questo ambito dell’odio ci sono diversi cattivi maestri: ma forse quello più attivo si chiama Matteo Salvini”.. e sulla stessa linea di condanna registriamo anche Saviano.
Condannando senza se e senza ma l’atto terroristico alcune considerazioni, giusto per farle, vanno fatte e sopratutto dette. Ovviamente ricostruendo i fatti attraverso note d’agenzia, prese di posizioni, interviste, articoli di giornali.
I fatti sono noti. L’attacco, la scelta del bersaglio, il tiro al bersaglio, poi la fuga, l’arresto, il tricolore, il saluto romano e la storia di Luca Traini, definito soggetto borderline, esagitato, che però era stato autorizzato dalla Prefettura di Macerata a girare armato con una pistola glock che, riferiscono i giornali, era regolarmente detenuta.
E così quei “cattivi maestri” sembrano emergere dal passato.
Scrive Emiddio Novi in un’analisi non tutta da buttare: “A Macerata dopo 40 anni, si rivede il terrorismo di Stato che costò all’Italia centinaia di morti, una guerra civile che travolse un’intera generazione. I terroristi, anche allora, erano spesso reclutati dai cosiddetti servizi deviati.
Li reclutavano, i terroristi, tra i militanti che era possibile infiltrare, ispirare, guidarli nella scelta degli obiettivi da attaccare.”
Ed ecco che per lui la biografia di Luca Traini. diventa perfetta ed adatta allo scopo: “Ipertatuato persino in volto. Viveva a casa della nonna a Tolentino. Non aveva un lavoro. Le aveva provate tutte. Buttafuori nei locali, security in un supermercato, autista nel trasporto carni. E soprattutto tanta palestra. Si era candidato per la Lega a Corridonia. Un Paese dove non conosceva nessuno.
Tanto da non prendere nemmeno un voto. Ma non perdeva l’occasione quando Salvini era in zona di farsi fotografare vicino o nei pressi del leader leghista. In palestra era un esagitato. Tanto che il titolare Francesco Clerico, un suo amico, s’era visto costretto ad allontanarlo. Sempre Clerico ricorda che il terrorista Luca Traini attraversava una fase di grave crisi personale: Stava così male, ha dichiarato a giornalisti e inquirenti, che era andato da uno psichiatra, il medico lo aveva giudicato un soggetto borderline“.
Da chiedersi come mai un tipo del genere s’era visto autorizzato dalla Prefettura di Macerata a girare armato con una pistola glock che, riferiscono i giornali, era regolarmente detenuta.
Eppure il ragazzo andava ripetendo in giro che prima o poi la sua pistola gli sarebbe stata utile per difendersi e per difendere amici e conoscenti dai nigeriani che a Macerata controllano la mafia locale dello spaccio e della prostituzione.
Un estremismo incontrollato e incontrollabile.
Si vantava di essere borderline. E pur avendo perso il lavoro poteva contare su una disponibilità economica di misteriosa provenienza – continua a scrivere Novi – Non gli mancavano certo i soldi per comprare una macchina nuova, per frequentare locali e per ostentare una agiatezza che non aveva quando lavorava.
Nonostante il casino che combinava in una piccola città come Macerata, nessuno in Questura o in Prefettura aveva ritenuto di ritirargli la pistola.
Il presunto assassinio di Pamela da parte di uno spacciatore nigeriano che l’aveva macellata e fatta a pezzi aveva scatenato la vocazione alla rappresaglia di cui si vantava. Ed ecco il raid del giustiziere pazzoide, le pistolettate contro i nigeriani. I ferimenti, la folle corsa in macchina, la cattura avvolto in una bandiera tricolore. Il proclama politico: volevo vendicare Pamela, ho sparato nei luoghi in cui spacciano e intimidiscono gli italiani. Qui ci sono troppi stranieri, nelle strade comandano loro. Riprendiamoci l’Italia.
E allora riflettiamo su alcuni particolari: come mai la Prefettura aveva rilasciato un porto d’armi a un tipo del genere in cura da uno psichiatra.
Perché dopo le sue esibizioni di estremista cane sciolto la DIGOS locale non aveva preso nessuna iniziativa per ritirargli l’arma?
E ancora l’improvviso benessere, l’acquisto di una macchina nuova, la ricerca di visibilità alle manifestazioni leghiste, la candidatura in un comune in cui non risiedeva e dove non aveva preso neppure un voto a quale finalità puntavano?.
Semplice, chi lo proteggeva dopo averlo attenzionato sapeva che un personaggio del genere prima o poi torna utile, come tanti altri, per costruire una nuova strategia della tensione.
Un tempo si chiamava strategia della tensione e scomponendo i singoli elementi, di quel giorno da cani, l’equazione è perfettamente riuscita. A cominciare dalla scelta dei tempi e dei luoghi.
I luoghi:
L’inferno è cominciato intorno alle 11, mentre decine di giornalisti, provenienti da tutt’Italia, affollavano il tribunale, in caccia di notizie sul macellaio di Pamela, lo spacciatore nigeriano che ha letteralmente fatto a pezzi la ragazzina romana scappata dalla comunità di recupero. Quale occasione migliore, quindi, per “passare all’atto”, per realizzare quella vendetta che in migliaia hanno invocato ed evocato nei social network e nelle discussioni da bar, in questi giorni dell’orrore e della rabbia per l’atroce delitto.
La resa
L’inferno è finito – scrive in un lucido articolo stamani Ugo Tassinari – con un rituale chiaro ed efficace. Per arrendersi alle forze dell’ordine Traini ha scelto il luogo simbolicamente più denso per un patriota fanatico: il monumento ai caduti. E quindi prima di consegnarsi ha posato l’arma, si è avvolto nella bandiera italiana e ha rivolto alla gente il saluto romano. Un gesto controverso ma carico di significati: la sua fissazione ad usarlo sempre gli era costato, qualche mese fa, l’allontanamento dalla palestra che frequentava. Un modo semplice e immediato di dichiarare la propria identità politica. Una identità rafforzata dal tatuaggio (ruotato di 90°) che si è fatto sulla fronte: quelle due rune intrecciate nel “dente del lupo” sono state alla fine degli anni Settanta il simbolo di Terza posizione, il gruppo della destra radicale disciolto con decine di arresti dopo la strage di Bologna ma rimasto nell’immaginario neofascista un riferimento più mitologico che politico.
Tassinari rispetto a Emiddio Novi va avanti nella sua analisi, non si ferma alla domande che portano verso la strategia della tensione e scrive: “E proprio alla platealità del gesto si aggrappano ora tutti i razzisti e gli xenofobi che hanno paura di rispecchiarsi nella sua azione, per riconoscerne la matrice comune con i loro cattivi pensieri. I soliti ragionamenti cospirativi e complottisti (come mai non ha ucciso nessuno? Perché avendo due caricatori si è arreso?), le domande diversive che si ripetono da 40 anni (chi lo paga? Chi lo ha mandato? Perché proprio all’apertura della campagna elettorale?). Quando invece l’unica domanda seria da porsi è quanto consenso raccoglie nel Paese profondo il raid terroristico di ieri, riconoscendo in Luca Traini l’avatar del Duce che si reincarna nel film “Sono tornato”, personaggio macchiettistico ma in sintonia con la ggente.
Nelle analisi su fatti, nel suo politicamente scorretto, si distacca Maurizio Murelli, lunghi anni di carcere negli anni 70 per concorso in omicidio di un poliziotto, oggi editore e intellettuale di riferimento di un’area significativa della destra radicale:
“Vogliamo dire qualcosa di politicamente scorretto ma che probabilmente si avvicina al vero?
Costui che, presentatosi alle elezioni amministrative con la Lega ha preso zero voti, si presentasse oggi alle elezioni, avrebbe percentuali bulgare.
Senza entrare nel merito, senza esprimere giudizi, molto semplicemente è così.
Davanti a un microfono o al taccuino di un pennivendolo, chiunque si declinerebbe come antirazzista sconcertato.
Poi, nel chiuso della propria casa prende una birra, la stappa e brinda.
A questo si è arrivati. Piaccia o non piaccia il “popolino votante” se potesse dire quel che pensa lo eleggerebbe a eroe nazionale”.
Una prospettiva spaventosa.”.
Le posizioni ufficiali di chi oggi è al centro della bagarre mediatica e politica.
CasaPound
“Il gesto dello squilibrato che a Macerata ha aperto il fuoco sugli stranieri va condannato senza esitazioni, si tratta di un atto criminale per cui non ci sono giustificazioni”.
Così Iannone, leader di CasaPound, che poi aggiunge: “L’immigrazione incontrollata resta un problema grave, a cui tuttavia va data una risposta politica e nel quadro della legge. Invitiamo la sinistra a non strumentalizzare la vicenda di Macerata, che peraltro nei giorni scorsi è stata teatro di una terribile tragedia legata proprio al mondo dell’immigrazione. Affermiamo altresì che il responsabile della sparatoria di Macerata non è tra i tesserati di CasaPound, come qualcuno ha affermato, e che il movimento si tutelerà legalmente contro ogni illazione in questo senso”.
“Non vedo l’ora di andare al governo per riportare sicurezza in tutta Italia, giustizia sociale, serenità – dice Matteo Salvini -. Chiunque spari è un delinquente, a prescindere dal colore della pelle”. Il segretario leghista ha poi aggiunto che comunque un’immigrazione “incontrollata” porta allo scontro.
“E’ chiaro ed evidente – ha precisato Salvini – che un’immigrazione fuori controllo, un’invasione come quella organizzata, voluta e finanziata in questi anni, porta allo scontro sociale. Quindi nei termini previsti dalla legge, con la certezza della pena conto di riportare sicurezza e tranquillità nelle nostre città”. A chi gli ha fatto notare che l’autore della sparatoria si era candidato per la Lega nel 2017 alle amministrative ha risposto: “La responsabilità morale di ogni episodio di violenza che accade in Italia è di quelli che l’hanno riempita di clandestini”.
Da Forza Nuova sostegno a Luca Traini –
“Sarà politicamente scorretto, ma oggi noi ci schieriamo con Luca Traini. Il ragazzo arrestato con l’accusa di aver ferito degli immigrati. Questo succede quando i cittadini si sentono soli e traditi, il popolo vive nel terrore e lo Stato pensa solo a reprimere i patrioti e a difendere gli interessi dell’immigrazione. Mettiamo a disposizione i nostri riferimenti per pagare le spese legali di Luca. Già ci immaginiamo le condanne. Noi invece abbiamo nelle orecchie il pianto straziato della famiglia di Pamela e il grido di rabbia di un’Italia che vuole reagire”.
Berlusconi: “Il problema della sicurezza nelle città esiste”
“Quanto è accaduto a Macerata sembra il gesto di uno squilibrato, che merita la più ferma condanna, ma che non può essere ricondotto a una lucida connotazione politica – dice Silvio Berlusconi -. Questo drammatico episodio richiama però ancora una volta l’attenzione sul problema della sicurezza nelle città, anche perché è serio il rischio che gravi episodi di cronaca alimentino tensioni e scontri sociali fino a degenerare in folli esplosioni di violenza come quella di oggi”.
Renzi: “Serve calma”
Matteo Renzi fa un appello “alla calma e alla responsabilità. L’uomo che ha sparato è una persona squallida e folle, ma lo Stato è più forte di lui. Quell’uomo si è candidato con la Lega e verrebbe facile tenere alta la polemica verso chi ogni giorno alimenta l’odio contro di noi. Ma sarebbe un errore: + tempo di calma e di responsabilità, davvero”.
Grasso: “Salvini causa una spirale di odio”
Come il Pd, anche il leader di Liberi e uguali Pietro Grasso attacca Salvini: “Chi come lui strumentalizza fatti di cronaca e tragedie per scopi elettorali è tra i responsabili di questa spirale di odio e di violenza che dobbiamo fermare al più presto”.
Di Battista: “I politici stiano zitti”
“Di fronte alla tragedia umana di Macerata, e mi riferisco a tutto – dice Alessandro Di Battista -, dallo spaventoso omicidio della ragazza ai feriti delle ultime ore, coloro che hanno responsabilità politiche oggi hanno un solo dovere: stare zitti. Chiunque strumentalizzi questa tragedia, e mi rivolgo a tutti, dimostra di non avere minimamente a cuore la risoluzione dei problemi dei cittadini ma esclusivamente un posizionamento elettorale”.
Meloni: “E’ emergenza sicurezza”
Sul caso è intervenuta poi la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni dicendo: “Macerata. Italia in piena emergenza sicurezza. Oggi una sparatoria, un gesto folle da criminali squilibrati, senza alcuna possibile giustificazione. Così si è ridotta l’Italia in mano alla sinistra. Chiediamo condanne esemplari e certezza della pena per chi attenta alla sicurezza dei cittadini. È tempo che gli Italiani tornino a credere in uno Stato che garantisca loro sicurezza, ordine e legalità”.
E chiudiamo con un commento di Gabriele Adinolfi: “Un maceratese incazzato spara sui migranti e ne ferisce sei nel quartiere dove lo spacciatore nigeriano ha squartato una ragazza italiana. La lancetta dell’indignazione pubblica ora si sposterà pesantemente in una direzione abbandonando quella che metteva in imbarazzo utopisti e schiavisti, mentre da alcune indiscrezioni – su facebook – sembra che Luca Traini fosse legato sentimentalmente alla ragazza uccisa!
Se fosse vero le motivazioni sarebbero completamente diverse!
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