Attualita

CECILIA GARBELLOTTO – ‘Lezioni che erano racconti’. Il ricordo della stimata professoressa da poco scomparsa

Cecilia Garbellotto è stata per lunghi anni insegnante di letteratura e storia all’Istituto Ferdinando Borghese

Il 10 marzo è morta la professoressa Cecilia Garbellotto, per lunghi anni insegnante di letteratura e storia presso l’Istituto Ferdinando Borghese di Patti. Il ricordo di Dario Gallazzi, allievo della stimata insegnante

Cecilia Garbellotto ti inchiodava alla sedia. Tu facevi la prima superiore, lei l’avresti avuta a partire dalla terza, ma già sapevi che ti avrebbe inchiodato alla sedia.

“Arriva la Garbellotto” si sentiva nel corridoio della sezione B e tutti si smaterializzavano, anche chi ancora non era suo alunno.

“Ma chi sarà mai questa Garbellotto?”, pensavi.

Poi la vedevi e capivi.

Arrivava prima la sua aura, poi lei.

Quando entrava in classe nessuno si muoveva.

La sedia diventava una parte del tuo corpo immobile, ma non solo per l’aura che la precedeva.

Lei non ha mai minacciato di mettere note, rapporti o di mandare dal preside.

Nessuno avrebbe mai osato metterla nelle condizioni di pronunciare simil rimedi.

Quando a volte capitava, raramente, molto raramente, che qualcuno, in preda ai fantasmi dell’adolescenza, le rispondesse male, è successo anche a me, lei non diceva nulla.

Entro pochi giorni ti avrebbe incontrato in corridoio o in bagno, si sarebbe piazzata a pochi cm da te cercando il tuo sguardo, ti avrebbe abbracciato e chiesto scusa.

Cecilia Garbellotto ti inchiodava alla sedia con la sua aura, con la sua umanità e con le sue lezioni di letteratura e di storia.

Lezioni che erano racconti.

Non solo ti sembrava di vedere Dante e Virgilio passeggiare per l’Inferno o quei giovani che fuggono in campagna dalla peste di Firenze, ma ti sembrava che loro fossero lì per te.

Per te.

Cecilia Garbellotto sembrava dirti che Dante avesse scritto la Divina Commedia per te.

Per te adolescente dalle mani sudate, come a dire “Cosa credi che ciò di cui gioisci non sia stato già gioito da qualcun altro? Che i tuoi dolori siano originali?”.

Così, grazie alla letteratura, capivi di non essere una monade dispersa in un sistema incomprensibile, ma parte della bellezza.

Quando si dice che la bellezza ci salverà, si intende proprio questo: la bellezza sta al mondo per salvare le persone.

La sua amatissima Tindari è al mondo per dirci che ne facciamo parte, per salvarci.

Concluse le sue lezioni, ti sentivi meno solo, più forte con la sensazione che qualcuno, senza parlare di te, avesse parlato a te, alla tua bellezza.

Grazie Cecilia Garbellotto.

Dario Gallazzi

Redazione Scomunicando.it

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